Rio de Janeiro: il Museo dell’immagine e del suono rende omaggio alla immigrazione italiana con “Heranças”

RIO DE JANEIRO\ aise\ - Una toccante cerimonia è avvenuta a Rio de Janeiro, nella sede del Museo dell’immagine e del suono (Museu da imagem e do som), dove è stata aperta l’esposizione dedicata ai 150 anni della immigrazione italiana in Brasile, con il titolo “Heranças”, Eredità. Un evento fortemente voluto dall’attuale direttore, Cesar Miranda Ribeiro, che, a prescindere dal nome, ha le sue radici nel salernitano.
A prenderne parte, il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Rio de Janeiro, Marco Marica.
Il direttore del museo, nel suo emozionante discorso, ha sottolineato il grande contributo al progresso del Brasile, degli immigrati italiani, non solo dal punto di vista industriale e tecnologico, ma, soprattutto dal punto di vista culturale, ricordando il nome di compositori, scrittori, musicisti e cantanti che hanno inciso fortemente sul progresso della cultura brasiliana, molti di questi ricordati con la loro immagine sui pannelli.
Ha preso successivamente la parola la segretaria alla cultura dello stato di Rio de Janeiro, Danielle Barros. Con parole che rivelavano la sincerità dei sentimenti che stava provando nell’inaugurare l’esposizione, ha ribadito l’importanza del museo, in quanto depositario della memoria, non solo dello stato di Rio de Janeiro, ma anche di tutta la nazione. Qui, ha affermato, si conservano le memorie che attivano due importanti sensi, quello dell’udito e quello della visione. Attraverso il suono e l’immagine si forgiano, infatti, gusti e caratteri ed esattamente attraverso di loro l’anima italiana è compenetrata in quella brasiliana, creando una cultura nuova, in una sinergia di sentimenti.
Brevi parole ha pronunciato il dottor Marica, giunto recentemente a Rio per dirigere l’Istituto Italiano di Cultura, ringraziando il Museo per la brillante iniziativa.
Il giornalista italiano, Edoardo Pacelli, ha reso omaggio allo sforzo del direttore Cesar Ribeiro e della sua equipe, per aver voluto celebrare i 150 anni della immigrazione italiana esattamente nel museo che tratta dei due sensi citati dalla signora Barros, ma che attingono, principalmente i sentimenti, fatto che si può definire con il titolo del suo prossimo libro: Dois Povos, uma alma, cioè, Due Popoli, un’anima!
Si è quindi proceduto al taglio del nastro tricolore e alla visita alla esposizione, che rimarrà aperta per tutto l’anno. (aise)