Scaglione (Lucani nel Mondo): inaccettabile la gabella di alcuni comuni lucani sulla cittadinanza italiana

POTENZA\ aise\ - “La disattenzione ed il disinteresse verso gli italodiscendenti ed i lucani di origine interessati in particolar modo all’idea di acquisire la cittadinanza e ritornare nei luoghi di origine dei propri avi, segna un punto negativo e contrario con le decisioni improvvide e antistoriche di qualche Comune interessato solo a fare cassa senza alcun interesse vero per i nostri corregionali”. Queste le dure parole di Luigi Scaglione, Presidente del Centro Studi Internazionali Lucani nel Mondo e della CIM - Confederazione Italiani nel Mondo, che ha raccolto denunce precise e documentate riguardo questo argomento.
“In particolare, oltre alla cifra di 600 euro per la registrazione finale dell’intero dossier che pure potrebbe essere considerato come ristoro per l’impegno sostenuto dagli uffici, si chiede addirittura un pagamento di 300 euro per ogni singolo certificato richiesto per ricostruire la linea di discendenza dei propri avi - ha spiegato Scaglione -. Tenuto conto che per ogni dossier i certificati necessari non sono meno di una decina (atti di nascita, di matrimonio, di non naturalizzazione nei Paesi di immigrazione etcc.), il conto è presto fatto e diventa una gabella inaccettabile ed anche disgustosa, per enti comunali che in Basilicata dovrebbero combattere lo spopolamento anche con tali iniziative di incremento della “ritornanza” e della speranza di una “restanza” magari investendo una parte di quei fondi rinvenienti dalle compensazioni petrolifere che in qualche occasione diventano forma di propaganda per richiamare il ruolo storico dell’emigrazione lucana o dei suoi singoli personaggi divenuti famosi e celebrati indipendentemente dalle proprie origini”.
Per questo, Scaglione ha poi rivolto un appello "forte e deciso" al Presidente della Regione, a quello del Consiglio regionale, al Presidente dell’Anci di Basilicata, alle forze politiche e sociali ed ai Parlamentari nazionali, per utilizzare "i loro buoni uffici per correggere tale stortura che mi auguro non abbia un fondamento ideologico che fa il paio con la decisione del Governo e del Parlamento di impedire il riconoscimento della cittadinanza italiana a chi non ha almeno un genitore, un nonno o una nonna nati nel nostro Paese". (aise)