Un viaggio fra l'inferno dantesco e gli italiani nel mondo a Civita di Bojano con "Visioni Sotto le Stelle"

ROMA\ aise\ - “Lasciate ogni speranza, voi ch'intrate"…terribile il cartello all’ingresso nell'Antinferno. È il canto III della Divina Commedia ed è al centro, insieme agli italiani nel mondo, dell'edizione 2024 di "Dante a Castello - Visioni sotto le Stelle", performance sperimentale e convivio poetico-musicale-tersicoreo tra le antiche pietre con i versi della Comedia "divina", che si terrà giovedì prossimo, 22 agosto, alle ore 19.30 al Castello imperiale di Civita di Bojano, organizzato da Centro Studi Agorà Molise Noblesse, Filitalia International, il quotidiano "Un Mondo d'Italiani" diretto da Mina Cappussi, Ippocrates, Aitef Molise, Anief, Casa Molise, insieme a numerosi altri partner molisani, italiani, internazionali per Molise Noblesse Festival – Turismo è Cultura 2024.
Un evento sperimentale, performance e convivio poetico-musicale-tersicoreo tra le antiche pietre, senza elettricità, senza poltrone, divenuto appuntamento dell’estate, preceduto da ben tre giornate ecologiche di pulizia del sentiero e dell’area archeologica completamente invasa dai rovi…per ritrovare il silenzio, immergersi nell’atmosfera della vita a castello, nella magia delle arti, dei Maestri cantori, della luna che fa da cornice alla lugubre immagine di Caron Demonio e dei dannati introdotti da uno struggente pezzo alla zampogna, “Pianto”, di Piero Ricci, eseguito da Daniele Romano. Una location fortemente suggestiva, quella scelta per il Molise Noblesse Festival di Filitalia International, che si presta splendidamente a raccontare la punizione degli ignavi, le anime di coloro che non si schierarono né dalla parte del bene né da quella del male e che ora risiedono nel Vestibolo dell'Inferno. Tanto misere che, secondo Virgilio, non sono degne di essere guardate da Dante troppo a lungo. Essi sono punti e tormentati da vespe e mosconi, che gli fanno colare il sangue dal volto, il quale cade a terra mischiato alle loro lacrime e viene raccolto da vermi ripugnanti.
“Un Canto per ogni edizione – spiega Mina Cappussi – è questo il leitmotiv della manifestazione che ha portato alla riscoperta di un luogo simbolo, il castello imperiale di Rocca Bojano, il più grande e il più antico di tutto il Molise, nell’ambito del Molise Noblesse Festival. Tra le rovine dell’antico maniero la luce delle stelle regala atmosfere uniche sui versi immortali del Sommo Poeta. Abbiamo iniziato senza elettricità, nell’oscurità mite di agosto, e manteniamo un profilo green per conservare intatta la magia dei luoghi. Un progetto visionario, nel solco del Movimento per la Grande Bellezza, che nasce nell’antica capitale dei Sanniti, Bojano, per diffondere e valorizzare le bellezze del Molise, le sue perle culturali, storiche e paesaggistiche. Un tuffo nella storia a passi di danza sotto le volte, in suoni e parole e musiche e volteggi sulle rovine dei muri che risalgono all’anno Mille, lungo la scalinata che calcava nel XI secolo d.C. il normanno Rodolfo de Moulins e dal 1221 Federico II di Svevia. Niente di quello che vi aspettate sarà. Già, perché bisogna portare con sé torcia e cuscino per sedersi e assistere a quello che si presenta come evento sperimentale senza orpelli, che mette al centro la bellezza e le arti”
È il giovane Dante (Carmine Taddeo) che apre la scena cercando ispirazione in un Passo a Due con Beatrice (Maria Claudia Fatica) sul brano "Après una lecture du Dante", di Franz Liszt (1849). Sarà Mina Cappussi, Ceo Molise Noblesse e Presidente di Filitalia International Chapter Bojano a raccontare le curiosità del celebre Canto III, di Caron Demonio e colui che per viltade fe’ il gran rifiuto, mentre Michele Fratantuono darà il suo benvenuto, in lingua francese, al pubblico presente, i coraggiosi che sceglieranno di raggiungere a piedi l’area del castello di Civita di Bojano.
Per la sezione “Teatro e Lithos”, Alessio Spina, cuore e anima della manifestazione, reciterà il Canto III sottolineato dalle note della ghironda, un cordofono a corde strofinate da un disco, di origine medievale. Lungo circa un metro, era utilizzato nel periodo romanico in ambito monastico per insegnare musica ed eseguire brani sacri. Nessuna indiscrezione sul personaggio con mantello e anfibi che salirà la scalinata del castello…
Guest star della serata, il polistrumentista della Riserva Moac, Antonio Scioli, noto collezionista ed esperto riconosciuto di reliquie sacre, apicoltore laureato in Lettere Antiche, eseguirà per la sezione “Musica: Suoni nella Pietra”, alcune ballate medievali e un fuoriprogramma inedito con la ghironda e il duduk, antico strumento musicale armeno, di cui si ha notizia già nel 1200 a.C.
Le castellane Federica Napoletano, Sabina Iadarola, Valeria Scinocca, presenteranno le varie aree artistiche.
Per la sezione “Danza: Grazia e Potenza” la talentuosa Maria Claudia Fatica, insieme al ballerino e attore, Carmine Taddeo, guiderà la performance sulle musiche di Carl Orff con le bravissime ballerine del Centro Danza Amatuzio di Marzia Bernardo: Campanella Divya, Cappussi Teresa, Colacci Giuseppe, Graziano Miriam, Papa Giorgia, Pietrangelo Ludovica, Spina Asia, Francescone Rosanna, Muccilli Irene, Perrella Miriana, Valenti Alessandra, Perrella Karol, Marro Carmen, Di Rienzo Iris.
Da Beatrice a Lesbia, da Dante a Catullo, dalla donna angelicata, alla donna sensuale. Torna il poeta latino, per la sezione “L’Amore nel 50 a.C.”, con “Lugete o Veners Cupidinesque” dal terzo carme del liber catulliano (La morte del passero) nel duetto incalzante di Alessio Spina e Sabina Iadarola, nella versione originale in Latino e nella traduzione inedita di Alessio Spina, in un inedito confronto con i versi di Dante “Tanto gentile e tanto onesta pare” recitati da Carmine Taddeo
Una serata, in collegamento con Philadelphia, che è viaggio e viatico, dagli abissi del peccato e della dannazione, alla Luce della Speranza e della Rinascita. Un viaggio percorso assieme ad uno strumento tipico del Molise, la zampogna, suonato con maestria da Daniele Romano, che dalla stridente profanazione della religiosità popolare di “Antidotum Tarantulae”, attraverso “Pianto” comincia a risalire la china, dalla paura e dalla sofferenza degli inferi, la promessa di un cielo stellato, speranza del nuovo giorno, presagio del nuovo cammino di luce e di speranza dopo le tenebre precedenti. Ed ecco le note de “Il Mattino” di Grieg, che si fanno leggere, salgono verso il Paradiso con Beatrice in “Inno alla Gioia” di Beethoven.
Il “non-evento” stile Alice nel Paese delle Meraviglie, quello che era un ritrovo destinato a pochi eletti, in un luogo magico, è oggi un appuntamento consolidato, anticipato da tre Giornate ecologiche di ripulitura dei luoghi, che culminano con una “festa” di riappropriazione del territorio firmata Molise Noblesse Festival. (aise)