68° anniversario tragedia di Marcinelle: la celebrazione a Belluno

BELLUNO\ aise\ - La memoria della tragedia di Marcinelle e il sacrificio dei lavoratori italiani all'estero sono stati al centro delle commemorazioni organizzate dall'Associazione Bellunesi nel Mondo in occasione del 68° anniversario di uno dei più drammatici eventi dell'emigrazione italiana. La cerimonia, svoltasi lo scorso 8 agosto davanti al monumento all’emigrante presso la sede dell’Abm, ha visto la partecipazione di numerose autorità locali, rappresentanti delle Famiglie degli Ex emigranti e figure di spicco della comunità.
Oscar De Bona, presidente dell'Associazione Bellunesi nel Mondo, ha dato il benvenuto ai presenti, esprimendo gratitudine per la partecipazione di autorità, Famiglie di ex emigranti, Alpini e Maestri del lavoro. Tra i partecipanti, anche la Famiglia Bellunese del Nord Reno Westfalia, giunta dalla Germania per rendere omaggio ai caduti.
Nel corso della cerimonia, il vice sindaco di Belluno, Paolo Gamba, ha sottolineato l'importanza di non dimenticare i sacrifici degli emigranti, non solo del passato, ma anche di quelli attuali. “Molti bellunesi lavorano ancora oggi all’estero, lontani dalla loro terra e dalle loro famiglie”, ha ricordato Gamba, evidenziando l'attualità di un fenomeno che continua a caratterizzare la storia di molti italiani.
Il sindaco di Sedico, Christian Roldo, ha ricordato Dino Della Vecchia (originario del suo comune), l’unica vittima bellunese della tragedia di Marcinelle, sottolineando come il sacrificio di questi lavoratori abbia contribuito al progresso dell’Italia. “Non dobbiamo dimenticare queste persone morte all’estero per cercare una vita migliore per se stessi e per le loro famiglie”, ha affermato.
Durante la commemorazione, il senatore Luca De Carlo ha evidenziato come la tragedia di Marcinelle sia stata ricordata anche in Parlamento, a testimonianza dell'importanza storica e simbolica di questo evento.
Uno degli interventi più significativi è stato quello di Egidio Pasuch, autore del libro "I neri fantasmi di Marcinelle", che ha denunciato la scarsa conoscenza delle giovani generazioni sulla storia dell'emigrazione italiana. “È fondamentale parlarne nelle scuole”, ha dichiarato Pasuch, sottolineando la necessità di trasmettere alle future generazioni il ricordo di un capitolo cruciale e drammatico della storia italiana.
De Bona ha raccolto questa sfida, impegnandosi a portare il volume di Pasuch nelle scuole bellunesi, affinché i giovani possano conoscere e comprendere il sacrificio dei loro avi.
Anche il prefetto di Belluno, Antonello Roccoberton, ha sottolineato l'importanza di eventi come questo, che devono servire da monito affinché il lavoro si svolga sempre in condizioni di sicurezza. Il diacono Francesco D’Alfonso ha infine ricordato la migrazione di andata e ritorno, ponendo l'accento sull'importanza dell'accoglienza.
La giornata si è conclusa con la benedizione di un cero posizionato davanti al monumento agli emigranti, un gesto simbolico per onorare tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita lontano dalla patria. Alla cerimonia era presente anche Franco Conte, presidente dell’Associazione Internazionale Trevisani nel Mondo.
La commemorazione della tragedia di Marcinelle, sottolinea l’Abm, “rappresenta non solo un doveroso tributo ai caduti, ma anche un invito a riflettere sulla necessità di mantenere viva la memoria storica dell'emigrazione italiana. Portare queste storie nelle scuole è un passo fondamentale per garantire che il sacrificio di tanti italiani non venga mai dimenticato”. (aise)