CIM: un netto “no” al decreto cittadinanza

ROMA\ aise\ - Un netto “no” al Decreto Legge sulla cittadinanza voluto dal Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, è arrivato dal CIM - Confederazione Italiani nel Mondo in corso di svolgimento a Tunisi/Cartagine.
Il “no” viene per una motivazione principale: “le modalità sembrano avviare un processo di disconoscenza del fenomeno della diaspora” e “per porre un freno a chi per coprire le proprie incapacità adotta simili provvedimenti”.
Questa valutazione “sensata e realistica” parte dall’assunto che, se si vuole riformare una legge che riguarda gli italiani all’estero, “è bene prima ascoltare le loro rappresentanze istituzionali e associative in modo che la riflessione e la discussione siano pubbliche, trasparenti e aiutino a riconnetterci – tutti – con la nostra storia, o meglio, a fare i conti con la storia e con un presente di un paese che proprio dall’emigrazione è stato segnato e in larga parte conformato”.
Il Congresso della CIM ha ribadito dunque questa linea “che sembra rispondere ad un disegno precostituito di rotture dei legami a dispetto delle vicende che riguardano le regioni italiane con lo spopolamento, la denatalità e le dichiarazioni di disponibilità ad accogliere i lucani e gli italiani di ritorno”.
Dunque due le conclusioni a cui si è giunti durante la conversazione a Tunisi: è necessario per la CIM “difendere i diritti acquisiti e riconoscere il senso di appartenenza a questo Paese fatto di solidarietà ed accoglienza che non può essere cancellato con un Decreto Legge”.
“La battaglia per gli Italiani nel Mondo continua”, ha spiegato Luigi Scaglione, Presidente CIM per la Basilicata. “Quello che non è accaduto in Basilicata con le ulteriori modifiche che il Consiglio Regionale di Basilicata ha fatto (le quarte a partire dallo scorso mese di Settembre 2024), e che rischiano di far implodere definitivamente un sistema di relazioni costruito con fatica e grande lungimiranza negli anni passati.
Farle passare come occasione di ricambio obbligato, nel mentre si taglia la presenza delle rappresentanze associative estere e quelle italiane ridotte a un solo rappresentante per Federazione, si limita la presenza della Consulta dei giovani e si triplica quella dei Consiglieri regionali, significa andare contro il principio che a livello nazionale le altre regioni di cui ho contezza e conoscenza diretta, per il mio ruolo, hanno perseguito in questi anni”.
“I temi del Congresso, riassunte in schede tematiche hanno riguardato proprio il rapporto con le istituzioni, la cultura italiana nel Mondo, la necessità di una offerta formativa ai giovani discendenti italiani, le occasioni perso con il PNRR per il ripopolamento del Paese, il rilancio del progetto Turismo di ritorno (bocciato dal mancato inserimento di risorse incentivanti alle nostre comunità regionali per la riscoperta dei borghi ed il ritorno alle radici)”, ha aggiunto ancora Scaglione. “Temi determinanti sui quali ci siamo interrogati per tre giorni e che costituiranno la base di lavoro per i prossimi anni”. (aise)