Cittadinanza/ De Bona (Unaie): una riflessione condivisa sullo ius sanguinis per non recidere i legami con l’Italia nel mondo

BELLUNO\ aise\ - “Prendiamo atto dell’approvazione alla Camera del decreto che introduce un limite di due generazioni per il riconoscimento della cittadinanza italiana ai discendenti di italiani all’estero. Si tratta di una decisione che solleva legittime riflessioni all’interno delle comunità italiane nel mondo e tra coloro che, pur nati lontano, mantengono un legame profondo con l’identità e la cultura del nostro Paese”. Così il Presidente dell’Unaie, Oscar De Bona, all’indomani dell’approvazione definitiva del decreto-cittadinanza.
“Come UNAIE, - sottolinea De Bona – siamo consapevoli della necessità di aggiornare norme e criteri, ma auspichiamo che questo processo avvenga nel solco di un confronto ampio e condiviso, che tenga conto della storia migratoria italiana e del valore che le nuove generazioni di italo-discendenti rappresentano per l’Italia nel mondo”.
“Dispiace constatare che, nonostante le numerose proposte avanzate negli anni, UNAIE non sia mai stata realmente ascoltata dalla politica italiana su questo tema”, aggiunge De Bona. “Da tempo sollecitavamo un aggiornamento della legge sulla cittadinanza, con modifiche ragionate e sostenibili, capaci di rispondere alle esigenze attuali senza compromettere il legame storico con milioni di italiani nel mondo”.
La cittadinanza “non è soltanto un diritto giuridico: è anche uno strumento di coesione culturale e diplomatica, capace di rafforzare l'immagine del nostro Paese oltreconfine. Invitiamo dunque a considerare con equilibrio le ricadute di questo provvedimento e – conclude il presidente dell’Unaie – ci rendiamo disponibili, come sempre, al dialogo con le istituzioni per contribuire a soluzioni inclusive e lungimiranti”. (aise)