Cittadinanza/ Natitaliani: decreto sbagliato nella forma e nella sostanza

ROMA\ aise\ - Un Decreto “sbagliato nella forma e nella sostanza” e che “sottrae diritti fondamentali e rompe i legami con gli italiani nel mondo”. Così Natitaliani, associazione presieduta da Daniel Taddone, esprime la sua “più ferma e decisa opposizione al recente Decreto Legge approvato dal Consiglio dei Ministri, che modifica radicalmente la disciplina sulla cittadinanza italiana”. Un provvedimento che “rappresenta un attacco diretto a un diritto fondamentale di origine secolare, minando le basi stesse dell'italianità nel mondo”.
“Invece di adottare misure volte a rendere più efficiente la pubblica amministrazione e contrastare gli abusi – annota l’associazione – il Governo ha scelto la via più semplice e dannosa: cancellare un diritto storico. Si fa riferimento a presunti episodi di frode, mai quantificati, utilizzandoli come pretesto per giustificare una misura punitiva nei confronti di milioni di italo discendenti possessori dalla nascita di un diritto inalienabile”.
Per Natitaliani “è inaccettabile che, anziché intervenire con azioni preventive e correttive mirate, si opti per una soluzione drastica che penalizza indiscriminatamente una vasta comunità. Si potrebbe dire usando una nota metafora che si sia voluto "buttare il bambino con l'acqua sporca". Questo decreto legge, chiaramente politico, presenta tratti autoritari che evocano i periodi più oscuri della nostra storia. Il taglio “fascista” del provvedimento è profondamente sbagliato in primis nella sostanza: ignora i diritti degli italiani nati all'estero e sottovaluta il loro immenso potenziale economico e culturale a livello globale. Inoltre, viola il principio di irretroattività, imponendo retroattivamente un termine di decadenza – fissato al 27 marzo 2025 – che respinge automaticamente le domande, anche se pronte per essere depositate. Anche il metodo adottato è inaccettabile: una decisione su una questione di tale importanza non è stata il risultato di un confronto democratico con il Parlamento o con le organizzazioni che conoscono la realtà degli italiani all'estero, ma è stata presa a porte chiuse, nel cuore della notte”.
L’associazione, pertanto, “ritiene che i danni economici, morali e d'immagine conseguenti a questo provvedimento siano incalcolabili. Se ancora oggi il Made in Italy è sinonimo di eccellenza nel mondo, è anche grazie ai milioni di italiani all'estero che, con le loro tradizioni, valori e stile di vita, hanno mantenuto alto il prestigio dell'Italia a livello internazionale. Inoltre, l'entrata in vigore immediata del decreto creerà inevitabilmente un aumento esponenziale dei contenziosi legali, sovraccaricando ulteriormente un sistema giudiziario già sotto pressione. Le sospensioni degli appuntamenti per il riconoscimento "iure sanguinis" e delle nuove prenotazioni, annunciate senza preavviso, aggiungeranno ulteriore caos e incertezza per migliaia di famiglie”.
L’impegno di Natitaliani sarà quello di “mobilitare tutte le forze politiche, le associazioni, il mondo cattolico, le comunità di italo-discendenti nel mondo, i costituzionalisti e gli esperti di diritto” e di “sensibilizzare l'opinione pubblica italiana sui danni irreparabili che questo provvedimento miope infliggerà al sistema Paese e agli italiani ovunque nati. Continueremo a combattere contro le manipolazioni e le distorsioni mediatiche che tentano di dipingere gli italo discendenti come individui interessati unicamente a ottenere "passaporti facili" o a sfruttare il sistema sanitario e previdenziale italiano. In realtà, i residenti all'estero non hanno accesso al sistema sanitario né a quello previdenziale, salvo abbiano contribuito per almeno dieci anni come residenti in Italia. Per quanto riguarda il diritto di voto, gli italiani all'estero possono esprimersi solo per un numero limitato di parlamentari. Su questi e altri temi, forniremo dati concreti per evitare che il dibattito sulla cittadinanza venga ulteriormente strumentalizzato a fini politici”.
La cittadinanza italiana, conclude Natitaliani, “è un diritto inalienabile, frutto di una storia condivisa e di legami profondi che non possono essere cancellati con un colpo di penna legislativo. Invitiamo tutti gli italiani, in patria e all'estero, a unirsi a noi in questa battaglia per la giustizia, la dignità e il rispetto dei diritti fondamentali di cittadinanza”. (aise)