Cittadinanza: Pacelli (Unitalia) consegna la “Carta di Rio de Janeiro” a Di Giuseppe (FdI)

RIO DE JANEIRO\ aise\ - Dopo il convegno del 20 settembre scorso, il Consiglio di UNITALIA, l’associazione che riunisce le famiglie di origine italiana dello stato di Rio de Janeiro, ha elaborato la cosiddetta “Carta di Rio de Janeiro” in cui esprime “sdegno” per la “grave decisione di limitare le condizioni di ottenimento della cittadinanza italiana”. nei vari interventi al Convegno, riporta l’associazione, è stato ribadito il fatto che “gli aventi diritto alla cittadinanza già sono, di fatto, italiani secondo lo jus sanguinis e, pertanto, l’acquisizione ufficiale null’altro è se non un atto burocratico. Con la legge Tajani si è voluto dare un colpo di spugna a questo diritto”.
Per questo motivo, Edoardo Pacelli, in rappresentanza di UNITALIA, ha consegnato, a Roma, all’onorevole Andrea di Giuseppe (FdI) la Carta tradotta in italiano, con l’auspicio che il deputato possa “intraprendere iniziative per rendere il dispositivo creato dal ministro Tajani, più aperto alle necessità e ai desideri della grande colonia italiana dell’America Latina e non solo di questa”.
Nella stessa occasione, Pacelli ha consegnato al parlamentare eletto all’estero il suo ultimo libro, “Storia di una epopea”, che racconta il dramma e l’eroismo dei nostri connazionali.
Nel colloquio, Pacelli ha rimarcato come “il paragone tra l’emigrazione italiana e quella che avviene oggi da parte di coloro che giungono in Italia dall’Africa e dall’Asia è completamente privo di fondamento, in quanto i nostri connazionali arrivavano in paesi in cui la densità della popolazione era di 1,5 abitanti per Kmq, mentre in Italia, attualmente, vivono 195 persone per Kmq”. Le recenti affermazioni del ministro Tajani in riferimento all’accordo tra UE e Mercosur, ha osservato Pacelli, “riconoscono il fatto che, in questa area geografica, esiste una massiccia presenza italiana. Italiani e oriundi sono i maggiori e convinti clienti dei prodotti italiani. Solo tra Brasile e Argentina, appunto, i nostri connazionali oltrepassano i cinquanta milioni di fruitori del made in Italy, quasi quanto la popolazione italiana. Dovremmo forse concludere che gli emigranti sono considerati validi e reali come compratori, ma meno come connazionali?”. (aise)