Da terra di emigrazione a terra di opportunità: a Gorizia l’incontro annuale dell’Ente Friuli nel Mondo

GORIZIA\ aise\ - “Il legame con la Piccola Patria dei nostri corregionali all’estero e dei loro discendenti non è soltanto un aspetto culturale e identitario: il Friuli, oggi, può essere visto dalla nostra emigrazione come terra delle opportunità. Ed è anche in questa chiave rivolta al futuro che intendiamo continuare a svolgere il nostro ruolo di portavoce della friulanità”. È il messaggio lanciato dal presidente dell’Ente Friuli nel Mondo, Franco Iacop, nel giorno del 72° incontro annuale dei Fogolârs, tenutosi sabato scorso nell’Auditorium della Cultura friulana di Gorizia.
Trentuno le delegazioni arrivate in riva all’Isonzo, in rappresentanza di una rete che conta su circa 140 sodalizi sparsi in tutti i continenti (molti quelli collegati alla diretta streaming su Telefriuli), oltre a un nutrito gruppo di giovani discendenti di emigrati friulani provenienti dal Sudamerica, attualmente nella regione italiana nell’ambito di due progetti formativi organizzati dall’Ente in collaborazione con l’Università di Udine e il Convitto Paolo Diacono di Cividale. Ad accoglierli, oltre a Iacop, anche i sindaci di Gorizia e di Udine, Rodolfo Ziberna e Alberto Felice De Toni, il presidente del Consiglio regionale Mauro Bordin e il consigliere Diego Bernardis per la Regione, i presidenti del Gect Gorizia Paolo Petiziol e della Fondazione Carigo Roberta De Martin.
Iacop, nel suo saluto, ha ribadito come la scelta di portare a Gorizia convention sia anche un omaggio a Go!2025: “I confini come luogo d’incontro e non di chiusura, le minoranze come strumento di dialogo e di cooperazione: è con questo spirito, e con la dimensione cosmopolita della diaspora friulana nel mondo, che facciamo nostro e rilanciamo il grande messaggio che arriva da Gorizia-Nova Gorica Capitale Europea della cultura”. La cornice di Go!2025 aggiunge nuovi significati a un evento “che da 72 anni – ricorda ancora Iacop – segna il momento per rinsaldare i legami tra i nostri emigranti e la piccola patria, accogliere i rappresentanti dei nostri fogolârs, per celebrare insieme, con l’occhio rivolto al passato ma anche al futuro, le nostre tradizioni, la nostra storia, le nostre radici, l’orgoglio per quanto sono riusciti a costruire i nostri corregionali in tutto il mondo, grazie al loro lavoro e alla loro tenacia”.
Messaggi e significati, questi, che Friuli nel Mondo declina tenendo conto delle esigenze di una regione alle prese con nuove sfide, “a partire – sottolinea Iacop – quelle poste dal crollo demografico, che rende e renderà sempre più difficile la tenuta del mercato del lavoro, del nostro sistema di welfare, il futuro stesso della nostra comunità”. In vent’anni, ha ricordato il presidente di Friuli nel Mondo, il Fvg ha perso oltre 80mila residenti nella fascia compresa tra i 18 e i 39 anni: “Nel 2005 erano 343mila, pari al 28% dei residenti, oggi sono solo 257mila, il 21%, e si tratta della fascia d’età in cui si diventa genitori, si entra nel mercato del lavoro, si incomincia a creare nuove famiglie”. Nella stessa fascia d’età l’anno scorso sono entrati in regione 4.500 immigrati provenienti dall’estero, ma più di 1.800 giovani di cittadinanza italiana l’hanno lasciata diretti verso altri paesi europei o oltreoceano, a fronte di poco più di 500 rientri. Da qui, per Iacop, l’esigenza “non solo di riflettere e intervenite sulle cause che hanno fatto ripartire l’emigrazione giovanile, sia pure con flussi di piccola entità se paragonati a quelli del Novecento, ma anche di investire sull’attrattività della nostra Regione anche nei confronti dei tanti giovani discendenti dei nostri emigrati, per i quali il Friuli Venezia Giulia di oggi può essere una terra delle opportunità”. I valori affettivi, culturali e identitari che ancora legano i nostri emigrati e i loro discendenti alla terra d’origine, per Iacop, “possono dare slancio a questi obiettivi di promozione del Friuli Venezia Giulia, del suo ruolo nell’Europa di oggi e della sua economia, ai quali Friuli nel Mondo intende concorrere con il sostegno della Regione, delle Università, delle organizzazioni imprenditoriali, del sistema formativo”.
Guardano a queste sfide anche le missioni che tra la seconda metà del 2024 e il 2025 hanno portato l’Ente e la Regione in Canada (agosto 2024), Argentina e Brasile (marzo e maggio 2025). Ed è anche in quest’ottica che Friuli nel Mondo ribadisce la sua contrarietà alla legge che ha fissato il tetto di due generazioni per l’ammissione delle domande di cittadinanza da parte degli italiani residenti all’estero: “Vero che c’erano e ci sono oggettivi problemi di abuso e di carichi burocratici, ma un taglio lineare di questo tipo è uno schiaffo a tanti nostri connazionali e una contraddizione rispetto a tanti progetti e opportunità può investire e sta già investendo”.
Il passaggio del testimone tra Gorizia e Gemona, già scelta come sede della convention 2026, è stato l’atto finale della Convention: ad annunciarlo Franco Iacop e il presidente dell’Associazione Sindaci della Ricostruzione, Paolo Revelant, che hanno sottolineato il grande contributo dato dai nostri emigrati ai soccorsi nell’immediato dopo sisma e alla ricostruzione.
Tra i temi affrontati nel corso della mattinata anche il rapporto tra identità, emigrazione e tutela della lingua friulana, toccati sia dei presidenti dell’Arlef e della Società Filologica, Eros Cisilino e Federico Vicario, sia nella tavola rotonda moderata dalla direttrice di Telefriuli, Alessandra Salvatori, che ha visto gli interventi di Gianna Di Danieli, presidente di Paneuropa Italia, dello storico Franco Cecotti e della magistrata Paola Roja. A conclusione dei lavori un corteo è partito dall’auditorium verso la vicina Piazza Vittoria per assistere all’esibizione dei Danzerini di Lucinico e del gruppo folcloristico Santa Gorizia. (aise)