Il Fogolâr Furlan porta a Ginevra il romanzo storico Le verità pericolose - di Carmelo Vaccaro

GINEVRA\ aise\ - Lo scorso 12 marzo, il Fogolâr Furlan di Ginevra ha avuto il piacere di ospitare la presentazione del romanzo storico Le verità pericolose, scritto dalle autrici friulane Daniela Galeazzi e Giuseppina Minchella, edito da Gaspari Editore nel 2024. L'evento si è svolto presso la splendida Villa Freundler, dove numerosi ospiti hanno partecipato a un incontro ricco di spunti culturali e riflessioni storiche.
La serata è stata moderata dal noto giornalista e direttore del Corriere dell’italianità, Fabio Lo Verso, che, con la sua esperienza e sensibilità, ha saputo guidare la discussione, permettendo alle autrici di raccontare il cuore del loro lavoro e di condividere con il pubblico la profondità del romanzo. Grazie alla conduzione di Lo Verso, il pubblico ha avuto l'opportunità di entrare nel vivo della trama e comprendere le motivazioni e le ricerche che hanno ispirato Le verità pericolose.
Con questo romanzo, le autrici di Palmanova, in provincia di Udine, hanno voluto portare alla luce aspetti "rimossi" di un periodo storico complesso e poco esplorato. In particolare, hanno focalizzato la loro attenzione su temi come il fascismo di confine, il colonialismo e la guerra d'Etiopia, quest'ultimo al centro delle loro riflessioni. Il romanzo esplora le dinamiche del fascismo al confine italiano orientale, offrendo uno spunto di riflessione sulla violenza e le ingiustizie legate a quel periodo.
Le ricerche storiche, in particolare gli scritti di Angelo Del Boca, sono state fondamentali per la realizzazione del libro. Gli studi di Del Boca, basati su un’accurata ricerca d'archivio, rappresentano una vera e propria rivoluzione rispetto ai precedenti lavori storiografici, che tendevano ad avere un’impronta ideologica. Le autrici hanno inoltre consultato numerosi saggi che trattano temi legati al fascismo nelle zone di confine, così come la legislazione razziale del biennio 1938-1939, che segnò la triste introduzione delle leggi contro gli ebrei.
Durante la presentazione, le domande del pubblico hanno rivelato una profonda sintonia e una straordinaria collaborazione tra le due autrici. La loro scrittura, pur mantenendo una voce unitaria, riflette una conoscenza reciproca e una sincera amicizia che ha arricchito la narrazione. Le autrici hanno saputo far vivere i loro personaggi, alcuni inventati, ma tutti radicati nella realtà storica, con una straordinaria capacità di intrecciare il racconto di finzione con gli eventi reali.
Un’altra realtà, che si fa sempre più concreta e angosciante, prende forma davanti agli occhi di Ruben, un giovane ebreo appartenente all’alta borghesia triestina, cresciuto in un ambiente in cui gli ideali fascisti si intrecciano con una visione distorta della grandezza della nazione italiana. Ruben è ancora lontano dalla consapevolezza della tragedia che di lì a poco travolgerà l’intero continente europeo, e la sua vita sembra essere segnata da una visione unilaterale e superficiale della politica e della storia. Ma il suo mondo, costruito su pregiudizi e convinzioni implacabili, sta per sgretolarsi. Il protagonista maschile si confronta con una delle prime verità pericolose quando scopre, in modo devastante, il tradimento della fidanzata Teresa. Teresa non è solo una donna innamorata, ma una figura libera, ribelle e indipendente, determinata ad autodeterminarsi e a rifiutare ogni imposizione sociale, un personaggio che incarna un'idea di libertà che contrasta profondamente con l'ordine fascista di Ruben. Le autrici, con questa figura femminile, vogliono anche restituire una parte di sé stesse, un messaggio di resistenza a una mentalità patriarcale che giustifica il dominio maschile e la subalternità femminile.
La perdita dell’amore terreno, quella del rapporto con Teresa, segna un punto di rottura per Ruben, che si trova a fronteggiare un mondo interiore in frantumi e a dover fare i conti con il vuoto che lascia in lui la fine della sua relazione. In preda alla confusione, decide di orientarsi verso un altro tipo di amore, quello per l’ideale fascista, con la convinzione che possa dargli una nuova direzione e una nuova speranza.
Queste verità, per quanto dolorose, sono la chiave per un cambiamento, non solo per i protagonisti, ma anche per i lettori, che si trovano ad affrontare una riflessione profonda su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, su come le ideologie possano condurre all’errore e alla rovina. La lettura di questa storia può essere una sorta di risveglio, una presa di coscienza che, purtroppo, arriva troppo tardi per chi, come Ruben, ha già pagato il prezzo della sua cieca adesione a un’ideologia distruttiva.
Ancora una volta, il Fogolâr Furlan di Ginevra si erge come un’associazione culturale che valorizza le espressioni culturali friulane più fini e che si fa portavoce di una memoria storica complessa e sfaccettata, desideroso di esplorare e raccontare non solo gli aspetti più gloriosi del passato del Friuli e dell’Italia, ma anche quelli tragici e dolorosi, che meritano di essere conosciuti e compresi. Con una visione critica e consapevole, il Fogolâr Furlan offre un’opportunità per riflettere sul proprio territorio, sulle sue radici e sulla sua evoluzione, con particolare attenzione a quegli eventi storici, come i primi cinquant’anni del Novecento, che hanno segnato in modo indelebile il destino della regione e del paese.
Le verità pericolose si conferma, dunque, un'opera che invita alla riflessione, stimolando il pubblico a confrontarsi con le ombre di un passato che non deve essere dimenticato. (carmelo vaccaro*\aise)
• Coordinatore Saig