Imu e Aire: una lettera aperta

ROMA\ aise\ - La nuova proposta di legge che prevede l’esenzione dall’Imu per alcune categorie di abitazioni possedute in Italia da cittadini iscritti all’Aire non è abbastanza: è quanto sostiene Dario Piga, “cittadino italiano residente all’estero e padre solo”, che in questa lettera aperta invita la politica a fare di più.
“Sono un padre italiano residente all’estero. Ho lasciato l’Italia per poter stare vicino a mio figlio minorenne, che vive solo con me in un altro Paese dell’Unione Europea. Ho una casa di proprietà in Italia, dove sono nato e cresciuto con la mia famiglia, che ho riscattato con sacrificio per poterci un giorno tornare insieme a lui. Nonostante questo, lo Stato la considera una “seconda casa” e mi impone l’IMU soltanto perché sono stato obbligato a iscrivermi all’AIRE. Non è una scelta, è un vincolo amministrativo. In questo modo, non si tassa la casa in sé, ma la condizione personale di chi ha dovuto vivere altrove. Se la mia abitazione fosse tassata perché realmente “seconda”, sarebbe logico; ma diventa tale solo perché vivo e lavoro fuori dall’Italia per motivi familiari.
È più una tassa sulla mobilità che sull’immobile.
La proposta di esenzione approvata alla Camera dei Deputati prevede sconti solo per tre fasce di rendite catastali fino a 500 euro. La mia supera di poco la soglia prevista e sono escluso. Un valore tecnico, spesso vecchio e sproporzionato rispetto alla realtà, finisce per determinare diritti diversi tra cittadini nella stessa situazione.
Il paradosso si accentua guardando ai pensionati AIRE, ai quali viene già riconosciuta una riduzione dell’IMU. Se fosse davvero una tassa sulla proprietà, non cambierebbe nulla tra un lavoratore e un pensionato: la casa è la stessa. Non cambia l’immobile, cambia la categoria del cittadino.
E allora la questione diventa chiara: non si sta tassando una casa, ma uno status personale.
La mia abitazione è vecchia, in classe energetica G, con infissi degli anni ’70 e senza isolamento. Dovrei ristrutturarla anche per rispettare le direttive europee, e vorrei farlo per principio, non per imposizione. Tuttavia, da iscritto AIRE non posso accedere ai bonus edilizi basati sulle detrazioni IRPEF. L’unico incentivo teoricamente accessibile è il Conto Termico 3.0, che però esclude gli interventi principali come infissi e isolamento.
Vorrei che valesse il principio di uguaglianza tra cittadini. La mia unica casa non può diventare “seconda” solo perché ho dovuto fare il padre altrove. Se l’Italia vuole tassare le proprietà, lo faccia in modo uguale per tutti. Se invece vuole tassare lo status di chi vive all’estero, lo dica apertamente. Perché l’IMU, così com’è, è una tassa senza servizi, legata a un obbligo amministrativo e a categorie personali. Non è una tassa sulla casa: è una tassa sulla distanza”. (aise)