In ricordo di Walter Antoniutti – di Danilo Vezzio

LIONE\ aise\ - Ci sono friulani nel mondo che hanno avuto un carisma ed una storia particolare, è il caso di Walter Antoniutti (poi Antonietti) membro del Fogolar Furlan di Lione.
Walter ci ha lasciati creando un vuoto in seno alla comunità della “vecchia emigrazione friulana”; era uno di quelli che aveva il Friuli inchiodato nel cuore, eppure era nato a Lione nel 1934! Ma allora!? Come si fa ad avere il Friuli inchiodato dentro di sé?
La sua storia è davvero poco banale: negli anni 1920 nella zona di Lione vive una densa comunità friulana, i giovani friulani si incontrano durante le feste e dalla coppia Tarcisio Antoniutti -Angelina Tomada nasce Walter.
1939, scoppia la guerra. L’Italia dichiara la guerra alla Francia, molti friulani per precauzione spediscono i figli presso i nonni in Friuli: fu il caso di Walter e il suo destino, la sua vita, sarà marcata a fuoco dal suo soggiorno a Tarcento…daj palûs di Molinis (nella palude di Molinis).
Walter va a scuola, impara l’italiano, ma il friulano sarà la sua lingua materna che conserverà straordinariamente intatta, perfetta, durante tutta la sua esistenza.
Alla fine della guerra rientra in Francia, nella periferia industriale di Lione: qui l’occupazione non mancava ed i friulani dell’epoca mettevano subito al lavoro i figli ancora adolescenti. La rudezza friulana era proverbiale: “cul studià no si fâs polente!” (Studiando non si fa la polenta).
Walter è “francese”, da Antoniutti diventa Antonietti ed adempierà agli obblighi militari, sarà incorporato presso la base aerea di Biserta in Tunisia, allora colonia francese. In questa città affascinante, multietnica, multiculturale incontra Simona Sadoun, la donna della sua vita, per sposarla; il friulano Walter riuscì a sorpassare tutti gli ostacoli, etnici, culturali, religiosi: si deve sapere che la comunità dei pieds-noirs aveva le sue regole, ma alla fine “un furlan galantomp” lo rispettano tutti, il furlan Walter e la pied-noir Simona si sposarono ed ebbero due figli, Pascal e Muriel.
Purtroppo, mamma Simona morì ancora giovane, Walter non si risposò mai, era un bjel omp, grant snel, al balave che a jere une maravée, era il re delle feste, ma il friulano è fedele fino alla morte.
La partenza di Simona lo riavvicinò al Fogolâr Furlan ed alla sua comunità friulana, quella della vecchia emigrazione, ma a Lione quelli che si esprimevano ancora in schietto friulano erano rimasti pochi, allora mi chiamava “par fa une cjacarade in furlan”, mi raccontava la Tarcento del 1946, e dei friulani storici di Lione.
Resi visita a Walter nella residenza anziani dove trascorse gli ultimi mesi di vita. Alla fine della cjacarade ci salutammo e partì verso il refettorio, poi fece dietro-front e mi disse ….spjete un moment, o vuej dati une ultime strente, tu sês il Friûl …aspetta un attimo voglio dare un ultimo abbraccio al Friuli…inutile raccontare quanto l’emozione fu intensa, è stato veramente l’ultimo abbraccio!
Era nato e vissuto all’estero, ma quei cinque anni passati in Friuli da bambino, nei palûs di Molinis, gli avevano dato delle radici talmente possenti tanto da chiedere di spargere le sue ceneri sul colle di Sant’Eufemia…o sarai in pâs e buine compagnie…il quel luogo riposerò in pace ed in buona compagnia.
I figli Pascal et Muriel hanno sparso clandestinamente le sue ceneri nel luogo da lui indicato. Walter aveva tanto amato il Friuli e ha voluto mescolare le sue ceneri con la “sua terra”. Forse il Friuli conserverà una traccia del suo passaggio a Tarcento, all’Anagrafe-Stato Civile comunale, ma i friulani nel mondo non ci credono più.
Pascal e Muriel hanno sparso le ceneri del padre come clandestini, ma sono i figli di Walter Antoniutti, uno che aveva tanto amato il Friuli di Molinis. Questi non lo dimenticheranno! Mandi Walter, mandi fruts! (danilo vezzio*\aise)
* presidente Fogolar Furlan di Lione