La pittura moderna di Federica Cappelletto a Losanna - di Carmelo Vaccaro

GINEVRA\ aise\ - Nata a Pordenone 33 anni fa, Federica Cappelletto è una laureata in Arti Visive, Conservazione e Restauro dei Beni Culturali. Attualmente residente a Losanna, questa artista italiana si distingue come una pittrice moderna autentica. Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti, Federica ha conquistato il secondo premio al concorso Versiona Thyssen 2021, organizzato dal Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza di Madrid. La "La Notizia di Ginevra", con il suo direttore Carmelo Vaccaro, periodico della SAIG, l'ha incontrata per un'intervista che proponiamo di seguito.
"D. Federica, grazie per aver accettato il nostro invito. Come artista contemporanea, ci può parlare della sua arte? Cosa vuole comunicare attraverso i suoi quadri?
R.
Inizialmente dipingevo semplicemente perché mi faceva stare bene, ma col tempo ho capito che dovevo sviluppare dei concetti intorno ai miei quadri per esprimere la mia vera essenza. Ho sempre rappresentato figure femminili non del tutto reali, realizzando anche quadri astratti che servivano come "esperimenti" per dare un senso alla pittura astratta. Dipingere senza un obiettivo specifico mi permetteva di esplorare liberamente diverse tecniche e stili, ma sentivo che mancava qualcosa di fondamentale. Con il passare del tempo, ho iniziato a sentire l'esigenza di esprimere attraverso l'arte non solo ciò che vedevo, ma anche ciò che sentivo e pensavo.
Durante la mia tesi di Master in Produzione Artistica, ho iniziato a mescolare due tecniche pittoriche: ritratti figurativi e pittura astratta, per rappresentare una malattia indescrivibile come l'Alzheimer. La tesi raccontava, attraverso dei ritratti, il percorso della malattia di mio nonno, vista attraverso i miei e i suoi occhi. Questo progetto è stato un punto di svolta per me, perché mi ha permesso di esplorare in profondità il concetto di memoria e perdita, temi che sono diventati centrali nella mia arte.
I miei quadri, dopo la realizzazione di questa tesi, hanno iniziato ad avere più senso e a essere più coerenti. Ho iniziato a dipingere figure femminili senza volto o con volti incompleti, alternando le figure con macchie astratte, per cercare di rappresentare ciò che c'è di più autentico negli esseri umani, avvicinandomi sempre più a uno stile surrealista. Le figure senza volto simboleggiano l'identità frammentata e la perdita di memoria, mentre le macchie astratte rappresentano i ricordi confusi e le emozioni che emergono dal subconscio.
D. Dove prendi l’ispirazione per la creazione delle tue opere?
R.
La mia ispirazione nasce dall'osservazione costante e dallo studio dei comportamenti umani nell'era moderna. Nutro un profondo dissenso verso i rapidi sviluppi tecnologici e l'uso eccessivo e inappropriato che se ne fa. Credo fermamente che l'innovazione tecnologica, se non gestita con consapevolezza, possa allontanarci dalla nostra vera essenza e dai valori fondamentali della comunicazione e dell'interazione umana. Nei miei quadri esprimo il rimpianto per un’infanzia che le nuove generazioni non avranno mai la possibilità di vivere appieno, immersa nella scoperta e nella semplicità, lontana dall'influenza pervasiva dei dispositivi digitali.
Rappresento come l'essere umano perda se stesso in una società dominata dall'apparenza e dal consumismo. Le mie opere intendono denunciare questa perdita di autenticità, mostrando come l'individuo, sempre più ossessionato dall'immagine esteriore e dai beni materiali, smetta gradualmente di essere se stesso. La tecnologia, se da un lato offre opportunità straordinarie, dall'altro ha il potere di creare distanze insormontabili tra le persone, riducendo la qualità delle interazioni umane a mere superficialità.
D. Hai realizzato studi artistici e svolto altri lavori prima di diventare pittrice?
R.
Ho iniziato il mio percorso formativo al Liceo Artistico di Pordenone, la mia città natale. Successivamente, ho deciso di proseguire gli studi all'estero, trasferendomi a Valencia, dove mi sono laureata in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali presso la Facoltà di Belle Arti dell'Università Politecnica di Valencia. Dopo la laurea, ho scelto di rimanere a Valencia, dove ho lavorato come restauratrice e artista fallera per otto anni. Durante questo periodo, ho completato anche un Master in Produzione Artistica, che mi ha conferito maggiore autonomia e libertà creativa come pittrice.
Negli ultimi anni, mi sono dedicata alla pittura, realizzando collezioni private, ritratti, opere astratte su commissione e murales. La mia carriera artistica ha progredito notevolmente, permettendomi di esplorare e affinare il mio stile personale.
Recentemente, mi sono trasferita a Losanna, in Svizzera, spinta dalla convinzione che cambiare ambiente e incontrare nuove persone sia essenziale per la crescita personale e professionale. A Losanna, ho allestito uno studio a casa dove continuo a lavorare sulle mie opere e su commissione. Inoltre, tengo corsi di arte per adulti e bambini, con l’obiettivo di condividere la mia passione e conoscenza con gli altri.
D. Hai partecipato a delle mostre durante la tua carriera?
R.
Sì, ho partecipato a mostre individuali e collettive soprattutto in Spagna e in Italia. In Svizzera ho preso parte alla prima edizione del Salone di Arte, Moda e Design organizzato dalla SAIG. È stata un’esperienza bellissima e spero di realizzare sempre più esposizioni nel territorio svizzero.
D. Pensi di tornare a vivere in Italia?
R.
Sì, credo che dopo aver accumulato ulteriori esperienze all'estero, potrebbe arrivare il momento di tornare in Italia. Tuttavia, sono convinta che il cambiamento e la scoperta di nuove realtà siano fondamentali per la crescita personale e professionale.
Ogni esperienza in un contesto diverso arricchisce la nostra comprensione del mondo e di noi stessi, offrendo nuove prospettive e stimoli. Continuare a esplorare e a confrontarsi con ambienti e culture diverse permette di ampliare i propri orizzonti e di mantenere viva la curiosità. Solo così possiamo davvero comprendere le dinamiche che ci circondano e come queste influenzano il nostro modo di vivere e lavorare". (aise)