“La vicenda degli Internati Militari Italiani 1943-1945”: la mostra a Castiglione del Lago

PERUGIA\ aise\ - L’Associazione culturale Franco Rasetti, negli spazi espositivi di Palazzo Moretti-Costanzi (Via G. B. Fioretti n. 25) a Pozzuolo Umbro (Perugia), dal 1° all’8 settembre, in collaborazione con la Sezione ANEI (Associazione Nazionale Ex Internati) “Leopoldo Teglia” di Perugia, apre al pubblico la mostra dal titolo “La vicenda degli Internati Militari Italiani 1943-1945”.
In programma, sabato 7 settembre, alle ore 17.00, anche la presentazione del libro “Lettere da un giovane militare 1942-1945” di Marco Terzetti. La mostra di immagini è arricchita da filmati che narrano quel periodo storico con la testimonianza di Giacomo Vallozza, uno degli internati sopravvissuti. Sarà possibile assistere anche alla proiezione del docufilm, appositamente realizzato, dal titolo “Tutti i nostri NO”. La mostra documentaria permette di ricostruire il vissuto nei campi di internamento: attraverso la rilettura delle opere dello scrittore e giornalista Giovannino Guareschi (1908-1968) che durante la prigionia raccolse i suoi pensieri ed i racconti degli altri in vari taccuini; attraverso i disegni e le incisore di Nereo Laureni (1919-2008), giovane studente di architettura che in prigionia in ben 150 fogli ritrasse la vita degli internati nelle baracche; attraverso i disegni del perugino Bruno Terzetti (1920-1979) anch’egli all’epoca studente di architettura che realizzò ritratti e acquerelli dal campo di Wietzendorf. L’ANEI (Associazione Nazionale Ex Internati) si impegna da anni di recuperare le testimonianze storiche affinché le vicende di questi giovani militari vengano considerati parte integrante della “Resistenza nazionale”. La mostra, ad ingresso libero su prenotazione (al n. 3472637157), verrà inaugurata domenica 1° settembre alle 17.00.
GLI INTERNATI MILITARI ITALIANI TRA IL 1943 ED IL 1945. CENNI STORICI
Furono circa 630.000 i militari che, dopo l’8 settembre 1943, rifiutarono la collaborazione con il nazifascismo e, per questo rifiuto, furono deportati nel lager tedeschi fino alla fine della Seconda Guerra mondiale. Venti lunghissimi mesi nei quali dovettero subire stenti, privazioni e lavori coatti, oltre alla privazione dello status di “prigionieri di Guerra”, quindi senza tutele internazionali e le garanzie previste dalla Convenzione di Ginevra del 1929. Giovani costretti a vivere in ambienti malsani, con poco cibo e utilizzati anche pe i lavori nelle miniere. Di questi circa 50.000 non tornarono a casa e un alto numero tra i reduci, rientrati in Italia al termine del conflitto, nel disinteresse del Paese impoverito e distrutto da anni di conflitto, morì in conseguenza delle malattie riportate. Vicenda mai approfondita storicamente per anni ancora oggi non ha lineamenti definiti e noti a pochi.
In occasione dell’istituzione del Giorno della Memoria (nel 2006), che viene ricordato il 27 gennaio, data della liberazione di Auschwitz, vengono celebrati anche i cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti. (aise)