Lo chef italo-argentino David Veltri porta la sua italianità al Festival della Gastronomia Italiana di La Plata

LA PLATA\ aise\ - Sabato 8 e domenica 9 novembre, la città di La Plata ha celebrato uno dei suoi eventi gastronomici più amati: la settima edizione del Festival della Gastronomia Italiana. E quest’anno ha avuto un ospite speciale, arrivato con storia, radici e mestiere: David Veltri, cuoco argentino di famiglia italiana, difensore delle ricette tradizionali del Sud e divulgatore della cucina mediterranea come stile di vita.
Il presidente del Corridoio Produttivo Turistico Culturale Italia Argentina, Nicolás Moretti, ha pensato a lui per dare prestigio, conoscenza e saperi alla settima edizione del Festival.
“Sono la quarta generazione di cuochi”, afferma Veltri. La sua famiglia arrivò in Argentina dal Sud Italia, tra Sicilia e Calabria, portando ricette, abitudini e il modo di vivere la tavola come rituale. “Mio padre ha lavorato tutta la vita in hotel e ristoranti, in un’epoca in cui non si diceva “chef”: si diceva cocinero o capo cucina”, ricorda. “Ho ereditato quell’amore per la cucina che nasce dalla festa, dalla gente che si riunisce”.
Veltri ha lavorato in hotel di alto livello e cucinato cucina argentina, francese e giapponese, ma la vita lo ha sempre riportato alla cucina italiana. Per anni ha condotto rubriche radiofoniche raccontando come le ricette italiane si adattarono ai prodotti locali in Argentina. “La milanesa alla napoletana o la fainá sopra la pizza sono esempi di fusione culturale”, spiega. Ha pubblicato il libro “Le tue radici ti chiamano”, in collaborazione con la Federazione Calabrese, raccogliendo ricette tramandate da nonne e zie.
Veltri preferisce parlare di stile di vita mediterraneo più che di dieta: “Non è una dieta inventata. È un modo di vivere”. Meno carne rossa, olio d’oliva quotidiano, movimento e tavola condivisa: studi dimostrano benefici per cuore e memoria.
Lo chef italo-argentina ha quindi portato la pasta del Sud Italia a La Plata, quella fatta solo con semola e acqua. Niente uova. In Puglia, infatti, molte donne fanno ancora la pasta in strada, con movimenti tramandati da generazioni. Veltri ha portato quel gesto a La Plata, preparando 20 kg di cavatelli insieme al pubblico.
La semola utilizzata è argentina: Bonalma, prodotta a Guatraché (La Pampa), vincitrice per sei anni consecutivi come migliore pasta del mondo a Bruxelles.
Veltri possiede dieci record Guinness culinari, tra cui la pizza più lunga del mondo e una spaghettata per diecimila persone. Ma per lui conta soprattutto condividere.
Il suo laboratorio a La Plata è stato partecipativo e conviviale. La cucina come ponte. La tavola come memoria. “La cucina italiana non è solo ricette. È identità. È la nostra storia raccontata in un piatto”. (aise)