Manifestazioni e vittoria alle urne: il memorabile settembre delle Colonie Libere Italiane
BERNA\ aise\ - Sabato 21 settembre, mobilitate dai sindacati, 15.000 persone sono scese in piazza a Berna per rivendicare un aumento dei salari. Tra le manifestanti e i manifestanti un gruppo delle Colonie Libere Italiane con due propri striscioni. L’indomani, domenica 22 settembre, in una votazione popolare il 67% dei votanti e delle votanti segue i sindacati svizzeri e affossa una pericolosa riforma della LPP (Legge sulle casse pensioni). Un risultato ottenuto anche grazie alle attiviste e agli attivisti delle Colonie Libere Italiane che hanno contribuito in tutta la Svizzera a informare e sensibilizzare la popolazione.
Per vari anni i salari reali sono diminuiti, ma i costi continuano a lievitare: la rivendicazione delle lavoratrici e dei lavoratori durante la manifestazione di sabato 21 settembre “è più necessaria che mai” secondo le CLIS. In Svizzera i salari reali sono in calo dal 2021. Non accadeva più dalla Seconda guerra mondiale. Parallelamente tutto diventa più costoso: i generi alimentari, l’energia, gli affitti e i premi delle casse malati. Le lavoratrici e i lavoratori possono permettersi sempre meno con il loro salario. Il problema colpisce con particolare brutalità le persone e le famiglie con un reddito medio-basso. Alle aziende il denaro non manca. I datori di lavoro hanno però dichiarato pubblicamente che non intendono accordare la compensazione del rincaro né aumenti salariali consistenti.
Le Colonie Libere Italiane in Svizzera inoltre hanno condiviso le preoccupazioni e le proteste dei sindacati svizzeri e hanno deciso di scendere in piazza al loro fianco. Hanno partecipato con due propri striscioni al corteo che si è snodato per le vie di Berna e hanno contribuito così a preparare il terreno per le trattative salariali di quest’autunno.
Domenica 22 settembre le votanti e i votanti hanno bocciato in tutti i cantoni la riforma LPP (Legge casse pensioni) con oltre il 67% di voti contrari, seguendo così le indicazioni dei sindacati. L’abbassamento del tasso di conversione previsto dalla riforma LPP avrebbe ridotto del 12% le rendite nel regime obbligatorio. Allo stesso tempo, le persone con un reddito basso avrebbero dovuto pagare contributi molto più elevati nel secondo pilastro.
Anche in questo caso le Colonie Libere Italiane hanno condiviso la posizione dei sindacati e in vista del voto si sono mobilitate per contribuire all’informazione di conoscenti, parenti e amici, ma anche attraverso il volantinaggio in molte città.
“Questi due successi e quelli del 3 marzo 2024 (13a rendita AVS, bocciatura dell’innalzamento dell’età pensionabile) non devono però far dimenticare che c’è ancora molto lavoro da fare. I negoziati per ottenere salari equi saranno impegnativi. È necessaria una riforma sociale e solidale delle pensioni”, hanno spiegato dalle CLIS. “Le Colonie Libere Italiane continueranno a impegnarsi con i sindacati e le forze progressiste in Svizzera per raggiungere questi obiettivi”. (aise)