Spazza e vai - di Edoardo Pacelli

RIO DE JANEIRO\ aise\ - Quando si parla dell’Italia, ma soprattutto degli italiani, la prima immagine che viene in mente è quella di una terra o di una persona allegra, ospitale, che ama la vita. Questa è la prima impressione che si ha anche quando un cittadino italiano incontra, in Brasile, una comunità di oriundi, soprattutto quelli che non vivono nelle grandi città, ma nei piccoli paesi dell’entroterra. Paesini nella maggior parte creati dai loro antenati con il sacrificio, la tenacia e il sudore. Una realtà che molti connazionali, che vivono in Italia, non conoscono, né hanno la curiosità o la voglia di conoscere.
Ma immergersi in questo mondo è come realizzare un atto purificatorio, una presa di coscienza di come amare una patria, anche se è stata matrigna, obbligando molti dei suoi figli a cercare fortuna in un mondo sconosciuto. Uomini e donne umili, ma portatori di una civiltà, quella civiltà contadina che si tramanda di padre e madre in figlio; la civiltà che fa della famiglia la cellula fondamentale della società. Il tutto cementato da una profonda fede religiosa. Possiamo riassumere così questa loro epopea: sacrificio, tenacia e fede.
Questo è ciò che si sente visitando la cittadina di Varre e Sai (letteralmente, Spazza e va!), con il sindaco Dottor Silvestre Corini, di discendenza italiana, e la sua grande comunità italiana. Un messaggio, che vale più di un trattato, arriva a toccare direttamente l’animo umano, è affidato ai posteri e si trova all’interno di una costruzione in legno:
FAMIGLIA
Come rami di un albero, cresciamo tutti in differenti direzioni, ma la nostra radice continua ad essere la stessa! (Demetrio Pellegrini)
E questo senso della famiglia continua ad essere mantenuto vivo, tutti gli anni, quando le famiglie si riuniscono, venendo da ogni parte, dai differenti luoghi dove il lavoro li ha portati, per ritrovarsi. Cento, duecento, a volte più di mille persone, con lo stesso cognome, si riuniscono e festeggiano il loro incontro, il più delle volte attorno ad un vecchio nonno o nonna. Tre o più generazioni che si ritrovano insieme, per festeggiare la propria origine, legata, non solo al loro nome, ma al fatto di appartenere ad una famiglia più grande, quella della loro origine italiana.
Un fatto simile accade nella ricorrenza della festa italiana, che avviene tutti gli anni, con musica, danza e, naturalmente, con la gastronomia italiana. Questo fatto mi fa venire in mente la fine di un quadro di un programma televisivo italiano, con il quale desidero concludere questa mia breve testimonianza:
Venite a Varre e Sai, ma non come turisti, come ospiti. (aise)