Una Festa della Repubblica non convenzionale a Rio de Janeiro - di Edoardo Pacelli

RIO DE JANEIRO\ aise\ - Lungi dalle sale ufficiali, dove da sempre si sono festeggiati gli anniversari della Repubblica, le famiglie di origine italiana di Rio de Janeiro si sono riunite in un ristorante per festeggiare, giustamente in famiglia, la ricorrenza del 2 Giugno.
Come editore di ITALIAMIGA, ho sentito il dovere di rimanere accanto alle famiglie riunite, per rinforzare e, forse, ripristinare i legami che un tempo univano la comunità italiana di questa città, insieme a coloro che, raramente, avevano avuto la possibilità di festeggiare la ricorrenza in quel palazzo che, non a caso, gli antichi fondatori, nel donarlo all’Italia dell’epoca, avevano chiamato “La Casa d’Italia”.
Un incontro, questo, di persone, di uomini e donne che si rincontravano o avevano il piacere di conoscersi e convivere per la prima volta.
Nel ricordare il motivo della ricorrenza, l’avvocato Ceraldi, coordinatore dell’iniziativa, ha sottolineato l’importanza della data e le conseguenze sulla vita democratica del Paese con, tra le altre cose, il diritto di voto alle donne.
Un aspetto dell’evento del quale si parla poco negli incontri festivi ufficiali, è rappresentato dal fatto che non si metta in risalto l’importante contributo dato al rinascere della vita economica italiana, nel secondo dopoguerra, dagli immigrati che, con l’invio di ingenti somme di denaro in Italia, le famose rimesse, che hanno contribuito a sconfiggere la povertà di intere famiglie che avevano visto partire i propri figli per andare a cercare fortuna all’estero.
Mi piace qui riferire quanto è stato scritto sul diploma di una associazione di emigranti del Rio Grande del Sud, “Dalla Culla Italica alla Patria Brasiliana”, concesso ad un nostro compatriota:
PRO ARIS ET FOCIS – PER LA CASA E IL FOCOLARE
“Evocando il giorno 20 maggio 1875, data che ricorda l’arrivo dei pionieri dell'immigrazione e colonizzazione a Nuova Milano, oggi municipio di Farroupilha, inizio di una nuova pagina, risplendente di Fede e Lavoro nella gloriosa storia della terra riograndense, in uno spirito di giustizia e riconoscenza, conferiamo questo diploma alla famiglia di Vandelino Mussoi”.
Sono queste, infatti, le doti che hanno caratterizzato e caratterizzano gli italiani emigrati all’estero: fede e lavoro. (aise)