Giove: a Palazzo Valentini la start up delle donne ucraine in Italia

ROMA\ aise\ - Dodici t-shirt raccontano la capacità e la forza di rigenerazione delle donne. Parlano di speranza, di coraggio e di resilienza. Portano con loro un messaggio di bellezza e armonia universale… un sogno di pace che si realizza insieme. Esprimono una preziosità che va oltre la materia. Non mancheranno le emozioni, lunedì prossimo, 8 settembre, a Roma, quando queste creazioni saranno presentate in anteprima a Palazzo Valentini nel corso della cerimonia d’inaugurazione della mostra temporanea di GIOVE “Bellezza e Armonia a ispirare la pace”, la prima esposizione di una startup femminile di moda la cui storia nasce dalle ceneri della guerra e dallo stesso concetto di ricostruzione: della vita e di un nuovo inizio.
Coniugando il made in Italy, l’antica tradizione sartoriale ucraina con ispirazioni e tecniche di diversi paesi e culture, le creative di GIOVE sono donne rifugiate che hanno trovato in Italia un approdo, superando il loro dolore.
La mostra – che rimarrà aperta al pubblico fino al 19 settembre, è promossa dall’Associazione Donne For Peace ETS ed è organizzata con il patrocinio della Città Metropolitana di Roma.
La mostra è curata nell’allestimento da Camilla Bolfe, con l’esposizione delle opere fotografiche di Davide Valente. Un percorso creativo che reso possibile grazie al lavoro sinergico di un team internazionale che ha unito professionalità e visioni: dall’ispirazione e passione dell’artista e ricamatrice Firych Uyana, alla altrettanto appassionata elaborazione visual e grafica a cura di Anouk Rapaport, Davide Piras e Sara Verdone.
Presenti in sala per accogliere il progetto, condividendo un pensiero per la pace in Europa e nel mondo, diversi rappresentanti di istituzioni ed accademie, esponenti del mondo dell’associazionismo, personaggi del mondo dello spettacolo, dell’arte, della moda e dell’impresa insieme alle rappresentanze delle comunità ucraine e straniere in Italia.
“In un momento storico segnato da profonde fratture e conflitti, iniziative come questa ci ricordano il potere della bellezza, dell’arte e della moda come strumenti di dialogo e ricostruzione”, ha sottolineato Mariano Angelucci, Presidente della Commissione Turismo, Moda e Relazioni Internazionali di Roma Capitale nonché Consigliere della Città Metropolitana di Roma. “È un onore sostenere un progetto che non solo valorizza il talento femminile, ma promuove un messaggio universale di pace, speranza ed empowerment. Queste donne, con la loro forza creativa, dimostrano che l'autonomia e la rinascita passano anche attraverso l’arte, il lavoro e la condivisione di valori”.
“Piccoli frammenti sparsi, scintille di fuoco che schioccano nella notte. Visioni isolate che barcollavano nel buio…”, le parole di Volha Marozava, Presidente di Donne for Peace, tra le ideatrici della startup. “Cerco semplicemente – ha spiegato – di mettere insieme ogni manifestazione di purezza e autenticità che queste creazioni raccontano e di farle conoscere a tutti affinché riacquisiscano il loro degno valore. Un valore che esprime impegno, sostegno reciproco ed unicità”.
“Il ricamo per me è una passione che prende vita in ogni punto. È un mondo interiore che scelgo di condividere con le persone”, ha chiarito quindi Firych Uyana. “Dopo l’inizio della guerra – ha aggiunto – l’Italia è diventata la mia ispirazione: mi ha riportata a me stessa, al mio talento, permettendomi di immergermi di nuovo in esso e, attraverso la bellezza, di svelare la profondità delle emozioni capaci di toccare il cuore di chiunque”.
“Ho posato la macchina fotografica sul tavolo da lavoro di Ulyana”, ha spiegato Davide Valente. “Le perline colorate erano già sparse, pronte ad essere selezionate e ricamate dalle sue abili mani. Lei ha sorriso, le ho chiesto cosa la rendesse felice del progetto Donne for Peace. Gli occhi dell’artigiana si sono illuminati... c’era amore nelle sue parole. A questo punto, ho iniziato a scattare”.
“Il ricordo di queste donne è mosso, il fotografo ha scelto il bianco e nero per catturare un istante che racconta una storia di rinascita, l’errore come opportunità creativa, la resilienza di donne imprenditrici straordinarie”, ha concluso Camilla Bolfe. (aise)