“Fascismo. Resistenza. Libertà. Verona 1943 – 1945”: la mostra al Museo di Castelvecchio a Verona

Giambattista Tiepolo, Eliodoro e il sacerdote Onia, 1726-1728 ca., olio su tela Verona, Musei Civici - Museo di Castelvecchio

VERONA\ aise\ - In occasione della ricorrenza degli ottant’anni dalla Liberazione dal Nazifascismo (1945-2025), il Comune di Verona, l’Assessorato alla Cultura, la Direzione Musei Civici, in collaborazione con l’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, presentano al Museo di Castelvecchio la mostra “Fascismo. Resistenza. Libertà. Verona 1943 – 1945”, che ripercorre la storia politica, socio-culturale ed artistica della città nel biennio tra il 1943 e il 1945.
Ospitata presso la Sala Boggian dal 14 marzo al 27 luglio, a cura di Andrea Martini, Federico Melotto, Marta Nezzo e Francesca Rossi, la mostra si articola in sei diverse sezioni che ripercorrono la storia della città.
L’esposizione si rivolge al più ampio pubblico e in particolare alle giovani generazioni. Sperimenta perciò un allestimento innovativo che anima un racconto emozionale combinando, in vari spazi narrativi, strumenti digitali, filmati, proiezioni olografiche con personaggi storici allo specchio, documenti, manufatti e opere d’arte originali.
Come evidenzia la curatrice Francesca Rossi, direttrice dei Musei Civici di Verona, “la mostra è frutto di un progetto corale curato da storici e storici dell’arte, con il supporto di un comitato scientifico internazionale”. E come sottolinea l’assessore alla memoria del Comune di Verona, Jacopo Buffolo, “la ricorrenza degli ottant’anni dalla Liberazione dal Nazifascismo (1945-2025) ci consegna l’opportunità di riflettere sulla storia della nostra città nel biennio che l’ha vista teatro di occupazione, deportazioni e bombardamenti, ma anche resistenza e ricostruzione. Nella consapevolezza che queste pagine della storia civica, pur studiata, non sembrano essersi ancora radicate nella memoria pubblica comune. Abbiamo fortemente voluto questa mostra perché crediamo che Verona sia un caso di studio emblematico che non racconta solo una storia locale, ma può essere una testimonianza rappresentativa anche a livello nazionale. Vogliamo offrire, soprattutto alle nuove generazioni, l’occasione di confrontarsi con un passato difficile e stratificato, illuminandone i tratti salienti, per comprendere al meglio la città di oggi”.
La mostra si tiene a Castelvecchio, nello stesso luogo che fu teatro del congresso del partito fascista repubblicano, proprio in quella sala dove si svolse il processo ai gerarchi fascisti “traditori” del Gran Consiglio, un episodio che sottolinea il drammatico passaggio dalla dittatura alla rinascita democratica. Attraverso documenti e testimonianze – aggiunge l’assessora alla cultura Marta Ugolini - l’esposizione invita a riflettere sul valore della memoria storica e sulla resilienza di Verona durante e dopo la Seconda guerra mondiale.
Ma anche la storia, come evidenzia Francesca Rossi “dalla quale emerge il ruolo fondamentale che i musei e le soprintendenze svolsero per la protezione del patrimonio artistico e la ricostruzione post bellica della città e dei suoi monumenti. Castelvecchio, sede della mostra, rappresenta quindi il luogo simbolo di quella tragica stagione e delle responsabilità e del coraggio di coloro che l’hanno vissuta”.
Attraverso fotografie, molte delle quali inedite, documenti – tra cui, in originale il verbale della celebre seduta del Gran Consiglio del fascismo del 24-25 luglio 1943 – dipinti, sculture e disegni, filmati d’epoca provenienti dall’Archivio Luce Cinecittà e un allestimento multimediale e interattivo che permette al visitatore di riscoprire il Museo com’era in passato, la mostra racconta questa parte di storia, centrale del nostro paese. Il percorso espositivo restituisce attraverso delle isole multimediali e dei punti narrativi, le voci di alcuni protagonisti delle vicende storiche, personaggi noti a livello nazionale come il genero di Mussolini, Galeazzo Ciano, e meno noti come il nazista Friedrich Boβhammer, che da Verona regge le fila delle deportazioni degli ebrei, Rita Rosani, ebrea e partigiana morta in battaglia nel 1944 e l’antifascista e scultore Vittore Bocchetta, offrendo al pubblico un’esperienza autenticamente immersiva.
Gli spazi della Sala Boggian, luogo simbolo del Museo e della città, originariamente utilizzata per i grandi concerti e poi bombardata nel 1945 e ricostruita nel dopo guerra, ospitano inoltre per la prima volta un focus sulla mostra dedicata all’arte salvata che si tenne nel 1947 in queste stesse sale e curata da Antonio Avena, allora direttore dei Musei e Gallerie d’Arte di Verona. Una mostra simbolo della ricostruzione di Verona, in cui vennero esposte le opere messe in salvo durante gli anni della guerra e successivamente recuperate dal territorio; un vero risarcimento alla popolazione ferita dal conflitto, realizzato grazie al coraggio dei cittadini e delle istituzioni volto a preservare e proteggere il patrimonio artistico della città.
In occasione della mostra, verrà presentata al pubblico una selezione di quelle opere sopravvissute, tra cui Eliodoro e il sacerdote Onia di Giambattista Tiepolo, la Dama delle licnidi di Peter Paul Rubens e un’Allegoria della Speranza di Alessandro Turchi, unica opera sopravvissuta di un ciclo di tele dell’artista.
La mostra è stata realizzata con il patrocinio del Ministero della Cultura, dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri, della Fondazione Fioroni, del Dipartimento Culture e Civiltà dell'Università degli Studi di Verona, del Centro per i Musei Università degli Studi di Padova, del Centro per la storia dell'Università di Padova e con il sostegno dell'associazione Amici dei Civici Musei di Verona.
Durante la mostra verrà presentato al pubblico il progetto i “Luoghi della Memoria” veronese che ha portato alla realizzazione di una speciale mappa, con la creazione di un nuovo percorso culturale centrato sulla città attraverso la storia delle persecuzioni, della prigionia e delle deportazioni. La mappa è stata realizzata dall’Archivio Generale del Comune di Verona in collaborazione con l’Istituto veronese per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea.
Infine la mostra è accompagnata da un catalogo edito da Electa. (aise)