Dante e Dalì tra visione e poesia: al via al Museo della Fanteria di Roma gli "Incontri in mostra"

ROMA\ aise\ - Dall’ingresso agli Inferi a Paolo e Francesca; da Pia de Tolomei a Beatrice; fino all’emozionante preghiera alla Vergine e all’uscita dal Paradiso, il tutto con un orientamento al femminile e con l'immortale tocco di Salvator Dalì. Sono alcuni degli argomenti che l'attrice Fioretta Mari racconterà a partire da venerdì prossimo, 21 marzo, durante gli "Incontri in Mostra" che accompagnano “Salvator Dalì - Tra Arte e Mito” al Museo della Fanteria a Roma.
L’evento del 21 marzo sarà ulteriormente valorizzato grazie alla partecipazione straordinaria della violoncellista e performer Giovanna Famulari.
Nel 1950, per commemorare il settecentesimo anniversario della nascita di Dante Alighieri, il governo italiano commissiona a Salvador Dalì, l’illustrazione dei cento canti della Divina Commedia. Il risultato è un capolavoro universale composto da centodue acquarelli, ognuno connesso a un canto dell’opera immortale di Dante. La combinazione di parole e immagini ne potenzia l’aspetto metaforico più profondo, creando un’alchimia di elementi che andremo ad indagare e scoprire grazie al lavoro della divulgatrice Daniela Del Moro, critica e storica d’arte.
Quello del 21 marzo sarà il primo di una seria di incontri che proseguiranno fino a giugno.
Salvador Dalì, tra arte e mito, è la grande mostra, record di visitatori dedicata al grande maestro del surrealismo, organizzata da Navigare in partnership con Difesa Servizi, società del Ministero della Difesa, allo scopo di valorizzare i Musei dell’Esercito Italiano e allestita dal curatore di mostre internazionali Vincenzo Sanfo, con il supporto di un comitato internazionale. La mostra sarà visitabile dal 25 gennaio al 27 luglio 2025 presso il Museo Storico della Fanteria dell’Esercito Italiano, gode del patrocino della Regione Lazio, di Roma Capitale – Assessorato alla Cultura Italia e di Oficina Cultural de la Embajada de España.
Circa 80 opere, alcune delle quali esposte per la prima volta a Roma, e provenienti da collezioni private di Belgio e Italia. Disegni, sculture, ceramiche, boccette di profumo, incisioni, litografie, documenti, libri e fotografie conducono il pubblico a immergersi nell’universo daliniano, libero dalla rigidità delle regole, dove la realtà è costituita dai sogni. A completare questo percorso, anche opere di altri autori, dai disegni di García Lorca ai quadri di Mirò, che hanno condiviso con Dalì l’idea di un'arte dal carattere onirico e surreale.
In apertura del percorso si trovano dei disegni poco noti che García Lorca, grande amico di Salvador Dalì, realizzò tra gli anni ’20 e ’30, nei quali è possibile intravedere una forma embrionale di surrealismo, che ispirò Dalì. Tra le opere esposte, molto interessante è la serie delle illustrazioni della Divina Commedia. L’artista le aveva realizzate su commissione dello Stato italiano. Tale affidamento, però, generò perplessità e malcontento, poiché in molti ritennero fosse meglio affidare un simile compito ad un artista italiano, e quindi Dalì si vide revocare l’incarico. A quel punto, disegni e schizzi furono acquistati da una società francese, che vi aveva visto un enorme potenziale artistico, e li rese noti in tutto il mondo. (aise)