“Geometrie dell’aridità e altre visioni”: a Brescia e Milano la mostra dell’Aipai Photo Contest

MILANO\ aise\ - È stata inaugurata il 18 luglio negli spazi del Museo dell’Energia Idroelettrica di Valcamonica a Cedegolo, la prima tappa della mostra "Aipai Photo Exhibition. Geometrie dell’Aridità e altre visioni", la rassegna fotografica itinerante che mette in mostra i migliori scatti della terza edizione dell’Aipai Photo Contest, il concorso fotografico ideato dall’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale per sensibilizzare e promuovere la cultura dell’industria, la memoria del lavoro, il patrimonio architettonico, tecnologico e paesaggistico dell’archeologia industriale.
La complessità dei contesti catturati dall'obiettivo disvelano prospettive inedite e suggestioni evocative messe in luce dalla dirompenza comunicativa delle immagini.
La mostra, ideata e promossa da Aipai - Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale ETS/TICCIH Italia, in sinergia con un prestigioso network di collaborazioni istituzionali e culturali – tra cui Dicea dell’Università Sapienza di Roma, Ufficio UNESCO del Ministero della cultura, Parco Archeologico dell'Appia Antica, Parco Regionale dell'Appia Antica, Do.co.mo.mo Italia, Fondazione AEM (Milano), Fondazione ISEC (Sesto San Giovanni), Fondazione MAIRE - ETS (Roma), Fondazione musil (Brescia), RoMe Museum Exhibition e Rete Fotografia – si propone come un'immersione profonda nelle intersezioni tra estetica fotografica e eredità industriale.
La rassegna, che sarà ospitata dall'11 settembre al 3 ottobre nei suggestivi ambienti dell’AEMuseum della Fondazione AEM a Milano, offre una disamina visiva delle molteplici sfaccettature dell'archeologia industriale, come sottolineava il fotografo Luigi Ghirri, infatti, questo patrimonio "non è solo memoria, ma anche un linguaggio che parla di noi e del nostro tempo". La rassegna, frutto della terza edizione dell'Aipai Photo Contest, seleziona e valorizza opere che trascendono la mera documentazione, elevando l'immagine fotografica a veicolo di riflessione sul rapporto sinergico tra l'ingegno umano, l'avanzamento tecnologico e la trasformazione del paesaggio.
Il percorso espositivo si avvia con l’opera vincitrice "Geometrie dell’Aridità: visioni interrotte" di Erica La Placa, attraverso un'analisi visiva acuta, l’autrice esplora l'aridità paesaggistica e la discontinuità formale intrinseca all'incompiuto della diga di Blufi. La sua indagine fotografica si dipana tra il sogno della modernità, la precarietà delle risorse idriche e le fragilità umane, restituendo un paesaggio che da ideale di progresso si trasfigura in una dimensione primordiale e malinconica.
La rassegna prosegue con "Il ritorno della luce" di Giovanni Peyrone, insignito del premio Mecenati Giovani Talenti, sostenuto anche quest'anno dalla Fondazione MAIRE – ETS. Il giovane fotografo documenta il processo di riqualificazione dell'ex polo industriale del Gazometro di Roma, i suoi scatti narrano un dialogo tra storia e modernità, evocando un'esperienza immersiva che reintroduce vitalità in un monumento industriale iconico attraverso l'interazione calibrata di luce e suono.
Seguito da "La fabbrica di carta sull’Appia" di Diego Monfredini, destinatario del premio Appia Moderna e Industriale e novità di questa terza edizione. Un lavoro in cui diacronia e sincronia dell’Appia sono rappresentate da un composito dentro/fuori della Cartiera Latina. Il punto di vista offerto da Diego Monfredini patrimonializza l’archeologia industriale alle porte di Roma connettendo la "machina" al tessuto storico in una narrazione quasi cinematografica, un ponte visivo tra un passato remoto e la più recente eredità industriale.
Si possono, inoltre, ammirare i progetti fotografici insigniti di menzione: "Acciai Speciali Terni" di Giuseppe Cardoni, che offre uno sguardo puro e realistico sulla fabbrica e sull'uomo, legati da gesti e consuetudini, "Quando il lavoro filava" di Paolo Invernizzi, una ricerca visiva meticolosa in due ex cotonifici abbandonati e "Le Filande di Carpacco e Dignano" di Milva Morocutti , traccia un ritratto delle storie di fatica e riscatto che hanno segnato la vita di centinaia di donne e bambine nelle filande friulane.
Tra le opere menzionate anche "Deep in the earth" di Francesca Pompei, con i grandi spazi svuotati percorsi da giochi di luce e campiture cromatiche della Lanerossi di Vicenza, le "Machinae Oblitae" di Lorenzo Rosa, una riflessione sulle macchine come simbolo di potenza e dominio umano, ora trasformate in fragili reliquie e "Favignana - ex stabilimento Florio" di Rosa Maria Villani, dove stasi e silenzio divengono elementi progettuali ed esperienziali.
In mostra anche il progetto fotografico con menzione speciale "Memoria dell’industria e del lavoro nella ex fornace Montecchi di Troghi (Fi)", realizzato dagli studenti della classe 3B della scuola secondaria di primo grado di Rignano sull’Arno (Fi), coordinati dalla professoressa Chiara Vignudini, che con sguardo fresco si sono avvicinati al linguaggio visivo e compositivo fotografando il complesso dell’ex fornace Montecchi di Troghi.
Il progetto espositivo si completa con la video installazione dedicata alle opere selezionate di Nicolò Atzori, Gabriella Cataldo, Roberto Ciocchetti, Carlo D’orta, Francisco Ignacio Griotto, Pietro Manna, Enrica Micaletto, Piergiorgio Ottaviani, Marco Pagani, Elisa Perlas, Francesco Sanchez Delan, Paolo Sartori, Elena Saura Ramos, Claudio Zanirato e Tommaso Zonato.
"Aipai Photo Exhibition 2024|25. Geometria dell’aridità e altre visioni" rappresenta un'opportunità di connettersi con il patrimonio industriale non solo come testimonianza storica, ma come espressione viva e dinamica, capace di ispirare nuove riflessioni sul nostro rapporto con l'eredità del lavoro e dell'innovazione. (aise)