La geometria come principio di forma: a Roma la mostra-tributo a Tito Amodei
ROMA\ aise\ - Dall’1 al 28 febbraio la Sala 1 del Centro Internazionale d’Arte Contemporanea di Roma (Piazza di Porta San Giovanni, 10) ospiterà “La geometria come principio di forma” mostra dedicata a Tito Amodei.
Promossa dalla Fondazione Tito Amodei per l’Anno Giubilare 2025 all’interno del Complesso Monumentale del Pontificio Santuario della Scala Santa, la mostra si configura come un tributo alla figura di Tito, artista e religioso della Congregazione dei Padri Passionisti.
La mostra, ideata da Claudio Nardulli, è una sorta di percorso nella memoria all’interno del compimento artistico di Tito Amodei in arte Tito. Un processo creativo caratterizzato dal rigore espressivo che si evince nella genesi costruttiva della forma geometrica (1985- 2004), piana e solida, laddove l’aspetto fisico e spirituale s’identificano.
Forme archetipe, simboli geometrici sono processi morfologici riscontrabili nella dimensione culturale, comunicativa e cognitiva che operano come sistema di simbolizzazione e dinamica rappresentativa; si evince nelle principali forme geometriche adottate da Tito: la vesica piscis (mandorla mistica), l’uovo (principio cosmogonico), lo gnomone (misuratore spazio - tempo), il cerchio con punto al centro (principio divino generatore).
L’esposizione si svolge sia nel prestigioso studio di Tito che nella rinomata Sala 1; si presenta come un’opportunità di fruire di un’esperienza estetica, contemplativa e meditativa attraverso il repertorio di disegni, incisioni e sculture di padre Tito Amodei in cui si affiancano due declinazioni artistiche: la fotografia, con una serie d’immagini di Claudio Nardulli, e le poesie di padre Ottaviano D’Egidio come un prezioso coronamento.
Sono scatti fotografici che originano da un percorso creativo segnato da un'essenziale ricerca geometrica, di linee e forme (geometrie sottese) ed anche estetica, adottando come inquadratura un punto di vista inusuale, proprio sulle opere stesse, in una sorta di sublimazione della forma.
Nelle poesie di padre Ottaviano D’Egidio, in cui si evince una ricerca allegorica e simbolica nel compimento espressivo in versi, si riscontra il medesimo interesse. Un lungo rapporto di collaborazione è intercorso tra Tito e Ottaviano D’Egidio, quest’ultimo nella figura professionale anche di architetto, con interventi creativi che conducono ad operare ed incidere sullo spazio del sacro: un binomio tra arte e architettura. (aise)