“La Natura Morta” al Gamec di Pisa

PISA\ aise\ - Inaugura oggi pomeriggio negli spazi del GAMeC CentroArteModerna di Pisa (Lungarno Mediceo n.26) la mostra "La Natura Morta" edizione 2025, curata e ordinata da Massimiliano Sbrana.
“La "natura morta", termine che si afferma nel tardo Rinascimento, rappresenta uno dei generi artistici più affascinanti e persistenti della storia dell'arte”, annota il curatore. “Originariamente concepita per raffigurare oggetti inanimati, la natura morta ha attraversato i secoli, adattandosi e trasformandosi in sintonia con le mutevoli correnti culturali e artistiche europee. Questo genere, nel suo significato più profondo, non si limita alla semplice rappresentazione di oggetti quotidiani, ma esplora temi universali quali la fugacità della vita, il trascorrere del tempo e la bellezza effimera del mondo materiale”.
“Sebbene a lungo considerata un genere di rango secondario nell'ambito della gerarchia accademica, - scrive Sbrana – la natura morta ha sempre mantenuto una rilevanza culturale grazie alla capacità degli artisti di innovare nella forma, nel colore e nella composizione. L'avvento della modernità ha visto un ribaltamento di questa percezione, con il genere che è stato riscoperto e utilizzato come un potente mezzo espressivo per sfidare le convenzioni e sondare nuovi orizzonti visivi. La rivoluzione cubista guidata da Pablo Picasso e Georges Braque ha ridefinito i confini della natura morta, frammentando e ricostruendo gli oggetti in composizioni astratte che esplorano dimensioni alternative dello spazio e della percezione. Questi esperimenti hanno aperto la strada a movimenti come il Futurismo, che ha incorporato energia e movimento nella rappresentazione degli oggetti, rompendo con la staticità tipica del passato”.
“Nel secondo dopoguerra, - ricorda il curatore – artisti come Giorgio Morandi hanno rinnovato il genere con una delicatezza contemplativa, concentrandosi su composizioni minimaliste che catturano l'essenza meditativa degli oggetti di uso quotidiano. Pur radicate nella tradizione, queste opere riflettono una ricerca interiore, trasformando il banale in qualcosa di straordinario e spiritualmente significativo. In sintesi, la natura morta si erge come una dimostrazione eloquente della potenza trasformativa dell'arte. Con ogni nuova interpretazione, gli artisti hanno infuso vita, significato e profondità a oggetti apparentemente insignificanti, invitando lo spettatore a riflettere sulla condizione umana e sull'impermanenza dell'esistenza”, conclude. “Il genere, dunque, rimane un simbolo di resilienza e creatività senza tempo nella storia dell'arte”.
Gli artisti presenti in questa edizione sono: Brunello Baldi, Riccardo Baldini, Lionella Bernasconi, Alberto Berti, Eugenio Contatore, Mimmo Corrado, Daniela Carta, Luca De Maria, Paolo Fidanzi, Sergio Ghione, Stefania Hepeisen, Carlo Lapucci, Jonathan Lazzareschi, Leonardo Lazzareschi, Italo Lotti, Luigi Norelli, Maria Teresa Pannunzio, Mario Pantani, Silvia Pierucci Sapio, Ferruccio Pizzanelli, Angela Rocco, Claudio Semino, Diva Severin, Eirené Silvestri, Oria Strobino, Maria Sturiale, Giuseppe Viviani, Alessandro Volpi.
La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 23 aprile con ingresso libero. (aise)