L’eredità di Antonio Paolucci: giornata di studio con la Dante Alighieri

ROMA\ aise\ - Si terrà giovedì prossimo, 20 marzo, dalle ore 10.30, presso la sede della Società Dante Alighieri a Roma, la giornata di studi "L’eredità di Antonio Paolucci", dedicata alla memoria del grande studioso, scomparso il 4 febbraio dello scorso anno. La Società Dante Alighieri con queste evento ha spiegato di voler ricordare, anche attraverso le preziose testimonianze di illustri colleghi, collaboratori e amici, l’inestimabile contributo di Antonio Paolucci nel campo della storia dell’arte, della tutela dei beni culturali e della museologia.
Dopo la lettura del messaggio di saluto di Alessandro Giuli, Ministro della Cultura (patrocinatori dell'iniziativa), e l’introduzione di Alessandro Masi, Segretario generale della Società Dante Alighieri, interverranno Cristina Acidini, Presidente della Fondazione Casa Buonarroti, Giorgio Bonsanti, Segretario generale dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, Salvatore Italia, già Capo Dipartimento per i beni archivistici e librari del Ministero dei Beni Culturali, Barbara Jatta, Direttrice dei Musei Vaticani, Fabrizio Paolucci, Direttore del Dipartimento Antichità Classica delle Gallerie degli Uffizi, Daniela Porro, Soprintendente speciale di Roma, Magnolia Scudieri, già Direttore del Museo di San Marco e dell’Ufficio restauri della Soprintendenza di Firenze, e Alessandro Zuccari, già professore ordinario di Storia dell'arte moderna della Sapienza Università di Roma.
L’incontro sarà moderato da Paolo Conti, editorialista del “Corriere della Sera”.
Paolo è stato allievo di Roberto Longhi, Soprintendente in vari ambiti territoriali, direttore dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, Soprintendente per il Polo Museale fiorentino e Direttore Generale dei Beni Culturali per la Toscana, Ministro per i Beni culturali e ambientali tra il 1995 e il 1996, membro del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici, Direttore dei Musei Vaticani dal 2007 al 2016. Inoltre, ha anche ricoperto il ruolo di Consigliere centrale della Dante Alighieri, non mancando di apportare la sua profondità di pensiero e le proprie rare competenze all’interno della missione della Società nella diffusione della lingua e della cultura italiane nel mondo.
Il suo percorso di “tecnico della tutela” del patrimonio artistico italiano, al servizio delle più prestigiose istituzioni museali del nostro Paese, è rimasto inscindibile dalla sua passione per la divulgazione, per il sapere e per la bellezza, quella bellezza che – come amava lui stesso affermare – “ti fa sentire felice di esistere, di essere vivo, di avere occhi per guardare, di un cuore per emozionarsi e di una memoria per ricordare quello che hai visto”. (aise)