Maeci: alla scoperta dell’Archivio Fotografico del Sottosegretariato di Stato per gli Affari Albanesi
ROMA\ aise\ - Per la rubrica “Le carte e la memoria”, la Farnesina si è concentrata su un fondo fotografico conservato presso l’Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ossia l’Archivio Fotografico del Sottosegretariato di Stato per gli Affari Albanesi. Un fondo, questo, costituito da circa 7000 fotografie contenute all’interno di 66 raccoglitori, da poco pubblicato online l’inventario del fondo, a cura della dott.ssa Francesca Cinquina.
La Farnesina, ha dunque voluto ripercorrere le tappe dell'Archivio. Durante la cosiddetta Unione italo-albanese (1939-1943), il Sottosegretariato aveva, di fatto, avocato a sé tutte le funzioni del Ministero degli Esteri albanese, configurandosi come uno dei principali strumenti di governo e gestione della politica estera, degli affari politici italo-albanesi e degli affari amministrativi interni. Al Sottosegretariato afferivano anche gli affari economico-finanziari, l’esecuzione di opere stradali ed edilizie, le opere di bonifica e i servizi di comunicazione, propaganda e stampa.
A seguito di una convenzione con l’Istituto LUCE il Ministero degli Esteri aveva istituito a Tirana la Direzione Generale per la Stampa, la Propaganda e il Turismo e il LUCE vi aveva costituito un reparto incaricato dell’esecuzione di riprese fotografiche e cinematografiche in Albania.
La documentazione fotografica presente all’interno di questo fondo è stata prodotta primariamente dall’Istituto LUCE, dall’ENIT e dal fotografo Giuseppe Massani e copre il periodo compreso tra il 7 aprile 1939 – data dello sbarco delle truppe italiane a Durazzo – e il dicembre 1942. I temi presenti all’interno del fondo si possono articolare in alcune macro categorie: edilizia, strade ed opere pubbliche, lavori di consolidamento e restauro di piazze, cinema, teatri, alberghi e negozi nelle principali città albanesi.
Viene testimoniata la costruzione di case per impiegati e militari, ospedali, istituti di istruzione, i lavori di bonifica (in particolare della palude di Durazzo) e l’operato della Missione Sanitaria. Presente inoltre documentazione sulle attività di pesca, allevamento del bestiame, agricoltura e artigianato.
Infine, di indubbio valore artistico e di testimonianza etno-antropologica, il corpus fotografico dedicato a paesaggio, folclore e archeologia. (aise)