Parlantina: a Lecce gli incontri in Fondazione Biscozzi | Rimbaud

LECCE\ aise\ - La Fondazione Biscozzi | Rimbaud di Lecce organizza “Parlantina. Incontri in Fondazione”, un ciclo di cinque appuntamenti con presentazioni di libri e conferenze sui temi delle arti visive del XX e XXI secolo, in programma da marzo a maggio 2025, a cura di Roberto Lacarbonara e Lorenzo Madaro, membri del comitato scientifico della Fondazione.
Il titolo della rassegna, con accezione ironica e spigliata, allude a una certa impertinenza del discorso critico, una loquacità che passa dall’aneddoto alla curiosità, dal piglio storico all’approfondimento analitico.
Nel corso di cinque appuntamenti, moderati da Roberto Lacarbonara e Lorenzo Madaro, artisti e critici d’arte sono chiamati a dialogare sui percorsi della propria ricerca nell’ambito dei linguaggi dell’arte, della fotografia e dell’analisi storico-critica.
Gli incontri – ospitati nella biblioteca della Fondazione, alle 18.30, a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti – vertono su recenti studi e pubblicazioni come spunti per una riflessione approfondita su fenomeni artistici contemporanei.
Il primo incontro si terrà martedì 25 marzo, “La Grotta dei Cervi di Porto Badisco. Ricerche fotografiche” il tema approfondito da Domingo Milella.
55 anni fa, nel febbraio del 1970, cinque speleologi si avventurarono per la prima volta nella Grotta dei Cervi di Porto Badisco, a circa 10 Km a sud del comune di Otranto, incontrando la sconvolgente meraviglia di un patrimonio archeologico incastonato nei circa 600 metri del percorso che si snoda in un’insenatura carsica.
Sulle pareti della Grotta, oltre 3000 pittogrammi, dal più piccolo di circa 2 cm al più grande di circa 75 cm, eseguiti prevalentemente con guano subfossile di pipistrello e ocra rossa ferruginosa, raffiguranti alcuni elementi realistici (la scena di un cacciatore di cervi assistito da due cani è il motivo che ha dato il nome alla grotta) e molti astratti (cerchi concentrici, spirali, croci, stelle, linee parallele, griglie, labirinti…).
Nel 2019, Domingo Milella, fotografo che ha esplorato lungamente segni e immagini di culture millenarie in differenti contesti geografici del mondo, ha avuto accesso alla Grotta, traendo alcuni eccezionali scatti di quella che, a giusta ragione, ha guadagnato il titolo suggestivo di “Cappella Sistina del Neolitico”, a testimonianza dell’assoluta rarità ed eccezionalità dell’impianto iconografico.
Il 10 aprile, il secondo incontro dedicato a “Ugo Mulas. L'operazione fotografica” con Alberto Salvadori.
Tra le figure più importanti della fotografia internazionale del secondo dopoguerra, Ugo Mulas (Pozzolengo, 1928 – Milano, 1973) comprende presto, da autodidatta, che essere fotografo vuol dire fornire una testimonianza critica e consapevole della società.
La recente retrospettiva Ugo Mulas. L'operazione fotografica ospitata a Palazzo Reale di Milano, a cura di Denis Curti e Alberto Salvadori, e il libro omonimo edito da Marsilio, hanno restituito una lettura complessiva delle diverse esperienze affrontate da Mulas, dagli esordi nelle periferie milanesi alle prime committenze con il design e la moda, dal mondo del teatro accanto a Giorgio Strehler all’amicizia e frequentazione di numerosi artisti, operando come fotografo dell’opera e interprete della loro azione: da Marcel Duchamp a Max Ernst, Lucio Fontana, Alberto Giacometti, Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Giorgio Morandi, Robert Rauschenberg, Frank Stella, e molti altri. E poi, il suo lavoro di grande sperimentazione tecnica e visiva, specie con le “Verifiche”, serie di opere fotografiche attraverso le quali Mulas si interroga sulla fotografia stessa.
Il terzo incontro è in programma il 7 maggio quando si parlerà de “L’ironia è una cosa seria” con Francesco Poli.
Cogliere la componente ironica nelle opere d’arte visiva sembra un gioco scontato. La storia abbonda di artisti che hanno usato questo ingrediente con palesi intenti satirici, grotteschi, paradossali o in modo clamorosamente provocatorio, per giungere talvolta a una banalizzazione del suo ruolo sovversivo. Esiste, tuttavia, una modalità più sottile, complessa e concettuale che opera sul piano della forma prima ancora che su quello dei significati più immediatamente decifrabili. Dove meno ce lo aspettiamo possono nascondersi trame sotterranee che richiedono un secondo sguardo, perché l’ironia è spesso intessuta fra le maglie dell’opera che abbiamo davanti quando non è addirittura radicata nell’attitudine dell’artista.
Francesco Poli, docente di Arte e Comunicazione all’Università di Torino, curatore e giornalista per il quotidiano La Stampa, nel libro L'ironia è una cosa seria. Strategie dell’arte d’avanguardia e contemporanea (Johan & Levi, 2024) esplora i numerosi sovvertimenti dei linguaggi artistici, riconosce all’ironia dignità accademica e mostra come la sua carica distruttiva e innovatrice assuma una funzione cruciale nelle diverse tappe delle avanguardie
Mercoledì 21 maggio il quarto incontro sul tema “I 40 anni di Viaggio in Italia” con Gianni Leone.
A quarant’anni dalla prima edizione, la nuova pubblicazione del libro Viaggio in Italia (Quodlibet, 2024) è l’occasione per approfondire la conoscenza di autori e temi al centro di uno dei grandi capisaldi della storia della fotografia italiana.
Prodotto dalle edizioni Il Quadrante nel 1984, a cura Luigi Ghirri, Gianni Leone ed Enzo Velati, il volume nasceva dal dialogo visivo tra le opere di venti fotografi che, già dalla fine del decennio precedente, avevano sperimentato modi non convenzionali di rappresentare la realtà e i cambiamenti sociali in atto nel Paese. Il confronto diede vita anche alla mostra Viaggio in Italia, inaugurata il 15 gennaio 1984 alla Pinacoteca Provinciale di Bari e riproposta a Genova, Ancona, Roma, Napoli e Reggio Emilia. L’esposizione era accompagnata dall’omonimo volume, disegnato da Ghirri e Paola Borgonzoni, con un saggio di Arturo Carlo Quintavalle e uno scritto di Gianni Celati.
Con uno degli autori, Gianni Leone, centrale nell’avvio e nella realizzazione dell’opera collettiva, si parlerà delle motivazioni, dell’interazione e delle fasi di lavoro, oltre che dei principali temi emersi dal libro e destinati a cambiare per sempre la rappresentazione del paesaggio.
Chiude il ciclo l’incontro del 28 maggio “La contesa su Picasso. Fernanda Wittgens e Palma Bucarelli” con Rachele Ferrario.
È il 1953. Dopo una guerra devastante di cui si vedono ancora gli strascichi, per la prima volta due donne – Fernanda Wittgens e Palma Bucarelli – sono alla guida dei musei più importanti d’Italia: la Pinacoteca di Brera a Milano e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma. Il loro obiettivo comune è tornare a parlare di bellezza e riportare la gente nei musei. Picasso è l’artista giusto per farlo, dopo essere diventato il simbolo dell’arte civile del Novecento e averne trasfigurato tutto l’orrore in Guernica.
Marilena di Tursi, giornalista per Il Corriere della Sera, e Marinilde Giannandrea, storica dell’arte e giornalista, dialogano con Rachele Ferrario, docente all’Accademia di Belle Arti di Brera e autrice del libro La contesa su Picasso. Fernanda Wittgens e Palma Bucarelli (La Tartaruga, 2024), ricostruendo la storia di queste due grandi protagoniste della storia dell’arte, due antifasciste, due alleate che, dopo la caduta del regime e la fine della guerra, si scoprono antagoniste nella lotta per fare del proprio museo non un semplice luogo espositivo ma il simbolo della rinascita. Un museo vivo, al passo con la nuova era dopo gli anni della dittatura, che dovrà ospitare una mostra di indiscusso prestigio, importanza politica e grande impatto emotivo: la prima mostra di Picasso in Italia, e la più grande. (aise)