Pigorini 100 anni dopo: conferenze alla Pilotta di Parma

PARMA\ aise\ - In occasione del centenario della morte di Luigi Pigorini (1842-1925), riconosciuto come uno dei tre fondatori dell’archeologia preistorica italiana insieme a Pellegrino Strobel e don Gaetano Chierici, direttore del Museo di Antichità di Parma dal 1867 e fino al 1875, anno in cui fu chiamato a Roma per istituire il Museo preistorico nazionale che oggi porta il suo nome, il Complesso monumentale della Pilotta organizza, in collaborazione con Arkheoparma, un ciclo di conferenze a lui dedicato, in programma tra la primavera e l’autunno del 2025.
Studiosi ed esperti di diversa specializzazione, prendendo spunto dall’eterogenea attività di Pigorini, considerato il “principe de’ paletnologi” ma appassionato di vari argomenti, dalla numismatica ai siti dell’età del Bronzo a quelli altomedievali, presenteranno lo stato delle conoscenze attuali sui temi in questione, sottolineando le intuizioni e i traguardi raggiunti già a suo tempo dal grande archeologo.
“Nel 2025, in occasione del centenario della morte- dichiara il direttore Stefano L’Occaso - il Complesso monumentale della Pilotta ricorda Luigi Pigorini: direttore del Museo di antichità di Parma dal 1867 al 1875, è soprattutto considerato il padre fondatore dell’archeologia preistorica italiana, o paletnologia, che ha mosso i suoi primi passi proprio a Parma, con le ricerche intraprese nel 1861 da Pellegrino Strobel e dallo stesso Pigorini. Dopo poco più di un decennio, grazie a lui, l’Italia disponeva di un Museo preistorico nazionale (1876), che oggi è a lui dedicato, ed è sempre per merito suo l’istituzione a Roma della prima (1877) cattedra di paletnologia a livello europeo”.
“Iniziative in suo ricordo – continua L’Occaso – sono previste in varie sedi, dal Museo delle Civiltà di Roma alle Università di Padova e della Sapienza di Roma, dall’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria ai comuni di Fontanellato e di Padova. Ad aprire le danze è il Museo di Parma, che - grazie ad Angela Mutti - ha organizzato una decina di conferenze a ingresso libero, tenute da importanti studiosi, ma con taglio divulgativo e destinate principalmente ai numerosi appassionati che da anni, grazie ad Arkheoparma, seguono l’archeologia. Anche chi ancora non conosce questo grande archeologo, studioso, docente, funzionario dello Stato, potrà così conoscere questo strudioso straordinario. Lo stesso Pigorini, che pubblicava spesso sulla Gazzetta di Parma articoli relativi alle scoperte effettuate nel parmense, riteneva compito di un Museo “rendere possibile la ricerca dello scienziato e allo stesso tempo contribuire all’incremento e alla diffusione della cultura generale".
Ad aprire il ciclo di incontri è stata Maria Bernabò Brea, direttrice della Rivista di Scienze Preistoriche, il 6 marzo scorso con la conferenza “Una nuova scienza "palpitante di attualità"”.
LE CONFERENZE
Giovedì 27 marzo, ore 17.00, Georgia Cantoni, Conservatrice delle collezioni etnografiche dei Musei Civici di Reggio Emilia, in “Ospitare mondi. Le collezioni etnografiche dei Musei Civici di Reggio Emilia” approfondirà il ruolo dell’etnologia in campo archeologico, facendo particolare riferimento ai reperti provenienti da varie aree geografiche che appartenevano un tempo al Museo di Parma e che oggi sono esposti e adeguatamente valorizzati a Reggio Emilia.
Marco Baioni, Direttore del Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo (BS) e Direttore dello scavo nella palafitta di Lucone di Polpenazze (BS), racconterà le palafitte nella conferenza “Vivere sull'acqua. Le palafitte dell'arco alpino tra ricerca e valorizzazione”, in programma giovedì 10 aprile 2025, ore 17.00, fornendo una panoramica, sulle strutture abitative, sull’economia delle comunità preistoriche degli insediamenti palafitticoli impiantati sulle rive dei laghi alpini e subalpini, insediamenti inseriti dal 2011 nel patrimonio UNESCO.
Giovedì 8 maggio, ore 17.00, toccherà a Claudio Cavazzuti, ricercatore in Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, rendere conto delle numerose informazioni di carattere antropologico e culturale recuperabili, grazie alle moderne tecniche di indagine, anche dai resti di defunti cremati, in un incontro dal titolo “Cremazioni e campi d'urne dell'età del Bronzo a Parma, in Emilia e in Europa. Cosa sappiamo oggi rispetto a Pigorini?”
A chiudere il primo giro di conferenze sarà Michele Cupitò, Professore associato di Preistoria e Protostoria dell’Università di Padova, che grazie agli scavi da lui diretti nel basso Veneto sottolinea la validità del modello pigoriniano, geniale ma a lungo messo in discussione, e oggi ampiamente riabilitato, nella conferenza “Pigorini e la struttura delle terramare. Che cosa regge e che cosa no centocinquant'anni dopo?” messa a calendario giovedì 29 maggio, ore 17.00.
Insieme alla Pilotta, anche il Museo delle Civiltà di Roma (comprendente il Museo preistorico intitolato a Pigorini e il Museo etnografico da lui fondato), l’Università degli studi di Padova, l’Università La Sapienza di Roma, l’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria e i comuni di Fontanellato (luogo di nascita) e di Padova (luogo in cui si è spento ed è sepolto) hanno congiuntamente stabilito di organizzare, nelle diverse sedi, un’ampia serie di eventi commemorativi.
LUIGI PIGORINI
Nato a Fontanellato nel 1842, Luigi Pigorini entra nel 1858, appena sedicenne, come alunno al Museo di Antichità di Parma, con il compito di aiutare il direttore, Michele Lopez, nella sistemazione delle monete. Alla fine del 1860, però, la visita al Museo di due naturalisti, Bartolomeo Gastaldi torinese e Pellegrino Strobel, docente di Scienze all’Università di Parma, interessati agli oggetti recuperati nelle “mariere”, determina la grande svolta della sua vita.
Nel 1861 è invitato da Strobel a collaborare nello studio di questi siti sparsi nelle campagne emiliane e già dopo i primi sopralluoghi vi riconoscono i resti di villaggi preistorici a cui attribuiscono il nome di “terramare”; grazie a loro, e al reggiano don Gaetano Chierici che li affianca l’anno successivo, nasce l’archeologia preistorica italiana. Pigorini abbandona così le antichità classiche per dedicarsi all’archeologia preistorica o “paletnologia”.
Nel 1865, è il primo a parlare a Roma, all’Istituto di Corrispondenza Archeologica e di fronte a prelati e cardinali, dell’“Alta Antichità”, suscitando inizialmente sdegno, ma poi un attento e duraturo interesse. Nel 1867 è nominato Direttore del Museo di Antichità di Parma; negli anni della sua direzione, le collezioni di reperti preistorici crescono notevolmente, ma nel 1875 è chiamato a Roma per realizzare un Museo preistorico nazionale che metta la nuova capitale al pari di quelle europee.
Già direttore del Museo, inaugurato nel 1876, nel 1877 gli viene affidata la prima cattedra “Paletnologia”, istituita grazie alle sue insistenze e unica in Europa fino agli inizi del Novecento. Membro di un numero infinito di accademie e istituzioni culturali, funzionario ministeriale di ineccepibile correttezza, nel cinquantenario del suo ingresso nel mondo archeologico, la città di Parma gli tributa, nel 1908, grandi onori e il dono di una medaglia in cui viene definito “principe de’ paletnologi”.
Nel 1912, in virtù dei suoi meriti scientifico-culturali, è nominato Senatore del Regno e per qualche tempo rivestirà anche la carica di vice-presidente del Senato. Ritiratosi dalla direzione del Museo e dall’insegnamento universitario, le sue finanze non gli consentono di vivere a Roma per cui nel 1923 si trasferisce con la moglie a Padova, dove muore nel 1925 e dove viene sepolto con funerali di stato. (aise)