Diritto d’autore: l’appello di Confindustria Cultura Italia e Aie sull’AI Act
ROMA\ aise\ - Confindustria Cultura Italia (CCI) e l’Associazione Italiana Editori (AIE) lanciano l’allarme sulle misure attuative dell’AI Act, chiedendo al governo di intervenire.
“I testi circolati fino ad oggi – spiega il presidente di CCI e AIE Innocenzo Cipolletta – tradiscono lo spirito originale della norma, depotenziando fortemente le misure a tutela del diritto d’autore, a favore delle big tech”. Cipolletta illustrerà questa posizione domani, 6 febbraio, in occasione del convegno “Intelligenza Artificiale. Luci e Ombre tra contenuti, etica e industria” in programma a Palazzo Giustiniani dalle 16.00.
In particolare, le due associazioni chiedono al governo di agire a difesa del diritto d'autore attraverso l’AI Board, l’organo che può formulare raccomandazioni e pareri scritti sulle elaborazioni dei Codici di buone pratiche, ovvero le misure attuative.
Le bozze circolate ad oggi – questa la posizione delle due associazioni – sono critiche per tre aspetti in particolare, che indeboliscono la tutela del diritto d’autore.
In primo luogo si impone un solo strumento tecnologico inadeguato e obsoleto (Robot.txt, datato 1994: un’era geologica fa in ambito informatico) per permettere alle industrie culturali e creative di esplicitare la riserva dei diritti (cosiddetto opt-out) sui contenuti presenti online, quando la Direttiva copyright riconosce agli aventi diritto la scelta dei metodi appropriati. Questo vincolo ricalca la richiesta delle big tech, che preferiscono un meccanismo inefficiente per rendere più difficile l’opt-out.
In secondo luogo vengono decise esenzioni per le piccole e medie imprese che non sono previste nel testo dell’AI Act e che aumentano il rischio di violazioni del diritto d’autore.
In terzo luogo, a fronte dell’obbligo di rispettare alcune norme a tutela del diritto d’autore presenti nell’AI Act, si introduce il concetto del reasonable effort (sforzo ragionevole), lasciando campo libero alla discrezionalità.
“Se passasse questa linea – spiega Cipolletta – sarebbe vanificato tutto il lavoro iniziato nel 2019 con l’approvazione della Direttiva Copyright e proseguito nel 2024 con l’AI Act europeo. Non siamo contro l’innovazione, anzi ne chiediamo di più a tutela del diritto d’autore, e non siamo contro l’intelligenza artificiale, che anzi apre panorami importanti per tutti noi. Ma il suo potenziale deve dispiegarsi garantendo un futuro sostenibile a tutta l’industria culturale e creativa. L’Unione Europea non può perdere l’occasione di essere il soggetto in grado di garantire questo equilibrio”. (aise)