Storia della Banca d'Italia: online il primo volume (1893-1943)
ROMA\ aise\ - È stato pubblicato sul sito della Banca d’Italia il volume "Storia della Banca d'Italia. Tomo I. Formazione ed evoluzione di una banca centrale, 1893-1943", scritto da Gianni Toniolo e pubblicato nel 2022 nella Collana Storica della Banca con la casa editrice il Mulino.
L'opera descrive dapprima le origini del central banking, risalendo all'esperienza delle banche nate a partire dal '400 a Genova, Venezia e Napoli, per poi tracciare la storia della Banca d'Italia muovendo da quella degli istituti predecessori attivi nel Paese dalla metà dell'Ottocento.
A partire dalla sua fondazione, nel 1893, la Banca d'Italia affronta profondi mutamenti istituzionali che le fanno assumere progressivamente le funzioni di una moderna banca centrale. Toniolo esamina le politiche monetarie, la gestione delle crisi bancarie, l'attività di vigilanza, il ruolo svolto nelle due guerre mondiali.
Traccia i cambiamenti nel tempo della sua struttura organizzativa, concentrandosi anche sulle figure apicali - i governatori, i direttori generali - e sulle relazioni con governi, ministri del tesoro, banchieri centrali di altri paesi.
La ricostruzione, che giunge all'8 settembre del 1943, mette in luce come la banca centrale italiana abbia svolto un ruolo nello sviluppo dell'economia nazionale maggiore di quello svolto da altre banche centrali nei rispettivi paesi.
In Italia, più che in altri paesi, la banca centrale ha giocato un ruolo importante nel creare condizioni per la crescita dell'economia reale”, si legge infatti nella presentazione del volume. La progressiva trasformazione di un istituto di emissione ottocentesco in una moderna banca centrale emerge dall'esame delle politiche monetarie, della gestione delle crisi bancarie, dell'attività di vigilanza, dei rapporti con i governi e con le banche centrali straniere, ma anche da aspetti meno noti che hanno caratterizzato la vita dell'Istituto: i mutamenti istituzionali e dell'assetto organizzativo, il ruolo nell'economia di guerra, le filiali nelle colonie, i rapporti con il Partito Nazionale Fascista, le leggi antiebraiche.
Non manca un'attenzione alle persone: governatori, direttori generali e funzionari, ministri del tesoro, banchieri centrali di altri paesi. Il quadro che emerge è quello di un percorso fatto di accelerazioni e battute d'arresto, di momenti virtuosi e opachi, di protagonismo e di emarginazione, che conduce alla formazione di un'istituzione attrezzata per affrontare le sfide del secondo dopoguerra. (aise)