Dibattito Trump-Harris: è pareggio – di Gabriella Ferrero
PHILADEPHIA\ aise\ - Sono le 3.00 del mattino in Italia quando a Philadelphia inizia il dibattito tra Donald Trump e la vicepresidente Kamala Harris, trasmesso in diretta da ABC News.
Il confronto ha toccato temi cruciali per il futuro degli Stati Uniti, tra cui l'economia, la politica estera, il diritto all'aborto, la questione Israele e la salvaguardia della democrazia.
Uno dei principali argomenti è stata l'economia. Trump ha difeso il suo record economico, sostenendo di aver costruito "la più grande economia nella storia americana" prima della pandemia. Ha promesso un ritorno alle politiche di deregolamentazione e tagli fiscali per incentivare la crescita economica. Harris, d'altro canto, ha sottolineato i successi dell'amministrazione Biden nell’abbassare il tasso di disoccupazione e nell’aumentare il salario minimo. Ha criticato le politiche di Trump, accusandolo di aver favorito i più ricchi e di aver lasciato indietro la classe media e le famiglie più vulnerabili. Harris ha infatti dichiarato con fermezza: "sarò la Presidente delle persone vulnerabili," sottolineando il suo impegno a proteggere i diritti e le opportunità delle comunità più deboli.
Un tema centrale del dibattito è stato il diritto all'aborto. Harris ha ribadito la sua posizione a favore dei diritti riproduttivi delle donne, definendo la recente decisione della Corte Suprema di rovesciare la storica sentenza “Roe v. Wade” un attacco diretto alle libertà fondamentali.
Ha promesso di continuare a lottare per il diritto delle donne di scegliere, sostenendo che "nessuno dovrebbe decidere per una donna cosa fare con il proprio corpo."
Trump, al contrario, ha difeso le politiche anti-aborto e ha ribadito il suo sostegno alla decisione della Corte Suprema, sostenendo che le questioni relative all'aborto dovrebbero essere delegate ai singoli Stati.
Un altro tema caldo è stato il fracking, particolarmente rilevante per lo Stato della Pennsylvania, dove questa tecnica di estrazione di gas e petrolio rappresenta una delle principali fonti di occupazione e di crescita economica. Trump ha ribadito il suo forte sostegno al fracking, definendolo essenziale per mantenere l'indipendenza energetica americana e creare posti di lavoro. Harris ha assunto una posizione più sfumata, sostenendo che il futuro deve puntare verso fonti di energia pulita, ma senza compromettere i posti di lavoro attuali. La vicepresidente ha enfatizzato la necessità di una transizione graduale verso le energie rinnovabili, mantenendo però le promesse fatte ai lavoratori del settore fossile.
La questione israelo-palestinese ha rappresentato un altro punto di scontro.
Harris ha difeso la posizione dell’amministrazione Biden, impegnata nel promuovere una soluzione a due Stati, garantendo la sicurezza di Israele ma anche i diritti dei palestinesi. Ha sottolineato l'importanza della diplomazia e del mantenimento di alleanze nella regione.
Trump ha elogiato gli Accordi di Abramo raggiunti durante la sua presidenza, accusando Biden e Harris di aver indebolito la posizione di Israele a livello globale, descrivendo l'attuale approccio come inefficace nel garantire la sicurezza dello Stato ebraico.
Trump è apparso a tratti stanco, indebolito e confuso, con momenti in cui ha perso il filo del discorso o ha fatto affermazioni poco chiare. Harris, al contrario, ha mantenuto una linea lucida e coerente, rispondendo alle domande con precisione e sostenendo le proprie posizioni in modo sicuro.
Nel corso del dibattito Trump ha continuato a legare strettamente Harris all'attuale amministrazione Biden, sottolineando ogni suo commento come una mera estensione delle politiche del presidente. Dipingendo così Harris come niente di nuovo, una candidata che non rappresenta un vero cambiamento, nel momento in cui lei dovrebbe presentarsi come il volto del nuovo. La Harris ha risposto difendendo le azioni del governo attuale, ma anche sottolineando il suo desiderio di portare nuove soluzioni e leadership.
Tuttavia, quando si è trattato di politica internazionale, né Trump né Harris sono sembrati particolarmente decisi, specialmente sulla questione dell'Ucraina. Trump ha criticato il coinvolgimento americano nel conflitto e l'eccessiva spesa per la difesa dell'Europa, mentre Harris ha ribadito la necessità di supportare l'Ucraina contro l'aggressione russa.
Nonostante la delicatezza del tema, è emerso chiaramente che la politica internazionale non rappresenta un peso decisivo per gli elettori americani. Le preoccupazioni degli elettori sono più radicate nelle questioni interne, come l'economia e i diritti sociali.
Sul fronte della politica estera, Trump ha ribadito il suo approccio "America First", criticando l'attuale amministrazione per la gestione della guerra in Ucraina e per il ritorno agli accordi multilaterali come il Trattato sul Clima di Parigi. Ha affermato che l'America non può permettersi di essere coinvolta in conflitti infiniti. Harris ha difeso le scelte di Biden, parlando dell'importanza delle alleanze internazionali e sottolineando come la leadership americana nel mondo sia essenziale per la stabilità globale e la sicurezza nazionale.
Il tema della democrazia ha infine infuocato il dibattito. Harris ha attaccato Trump sulla questione dell'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, ribadendo che l'ex presidente rappresenta una minaccia per le istituzioni democratiche. Trump ha respinto le accuse, definendole una "caccia alle streghe" orchestrata dai suoi avversari politici e dai media. Entrambi hanno fatto appello al loro elettorato, con Harris che ha insistito sull'importanza di proteggere i diritti di voto e Trump che ha parlato di una "giustizia corrotta" che tenta di bloccare la sua candidatura alle elezioni del 2024.
Maurizio Geri, borsista postdoc Marie Curie UE presso la GMU di Washington DC, ex analista NATO ha così commentato: "Due candidati molto diversi, pareggiati nei gironi. Anche il dibattito sembrava pareggiato. Uno finge di rappresentare le proteste delle persone contro le istituzioni, l'altro la legalità dello Stato e del sistema internazionale".
Geri ha notato che Trump ha mostrato più esperienza oratoria all'inizio, mentre Harris era più impostata e meno spontanea, ma ha dimostrato di crescere nel corso del dibattito. Ha evidenziato come Trump abbia vinto dibattiti su inflazione, migranti, sicurezza e minacce marxiste, ma non si sia scusato né pentito per l'assalto al Campidoglio, rifiutandosi di affermare che l'Ucraina avrebbe dovuto vincere. D'altra parte, Harris ha vinto i dibattiti più importanti su aborto, legalità e la questione dell'Ucraina, attaccando Trump come una "vergogna all'estero, che si fa manipolare da dittatori con lusinghe".
“Vedremo cosa dicono i sondaggi domani, ma non sono sicuro che questo paese sia pronto per eleggere la prima donna. Se così fosse, dovrebbe già essere prima nei sondaggi e non lo è”.
Il dibattito ha mostrato chiaramente due visioni opposte per il futuro dell'America, lasciando gli spettatori alle prese con una scelta netta tra continuità e cambiamento. I prossimi mesi saranno decisivi per capire quale di queste visioni prevarrà, mentre il Paese si avvia verso le elezioni presidenziali del 2024, con un dibattito che non evidenzia possibili vittorie, ma che chiude questa partita con un pareggio, in una gara alla fine non troppo entusiasmante. (gabriella ferrero\aise)