"Liberation Day": Trump alza i dazi e infiamma le tensioni con l'UE – di Gabriella Ferrero

WASHINGTON\ aise\ - La giornata di Donald Trump alla Casa Bianca, celebrata come il "Liberation Day", ha segnato un momento cruciale nella politica economica statunitense. Il presidente ha annunciato una nuova ondata di dazi, colpendo diversi paesi, tra cui l'Italia, con imposte che potrebbero avere ripercussioni significative sul commercio internazionale.
Nel discorso tenuto alla Casa Bianca, Trump ha proclamato il "Giorno della Liberazione" per l'economia americana, guardando all'Unione Europea “colpevole” di aver sfruttato gli Stati Uniti per decenni con barriere commerciali e pratiche sleali e annunciando dazi reciproci del 20% per l'Ue.
Secondo l'amministrazione Trump, queste misure sono necessarie per riequilibrare il deficit commerciale tra Stati Uniti e UE e per proteggere i lavoratori americani da una concorrenza considerata ingiusta.
Le nuove misure tariffarie mirano a proteggere l'economia americana e a incentivare la produzione interna, ma rischiano di creare tensioni con i partner commerciali storici. Colpiranno diversi settori strategici dell'economia europea, tra cui l'automotive, il lusso e i prodotti agricoli.
Per l'Italia, l'impatto sarà particolarmente rilevante nel settore agroalimentare e manifatturiero. Prodotti iconici come il parmigiano reggiano, il prosciutto di Parma e l'olio d'oliva potrebbero subire un aumento di prezzo sul mercato statunitense, rendendoli meno competitivi e penalizzando le esportazioni italiane. L'industria italiana si trova ora di fronte a una sfida complessa: da un lato, le aziende dovranno affrontare costi maggiori per esportare negli Stati Uniti; dall’altro, potrebbero cercare mercati alternativi per compensare la perdita di competitività sul suolo americano.
Il governo italiano, intanto, sta valutando contromosse diplomatiche e incentivi per supportare le imprese colpite, cercando di mitigare gli effetti di una politica protezionista che potrebbe avere ripercussioni durature sulle relazioni economiche tra Italia e Stati Uniti.
Se, da un lato, i dazi potrebbero rafforzare l’industria americana nel breve termine, dall’altro potrebbero avere conseguenze negative a lungo termine, portando a un rialzo dei prezzi per i consumatori e a una diminuzione della domanda di prodotti esteri. Resta quindi da vedere se queste misure saranno effettivamente efficaci nel raggiungere gli obiettivi di Trump o se, al contrario, finiranno per innescare un circolo vizioso di ritorsioni commerciali.
Questa situazione rappresenta un'escalation significativa nelle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e l'Unione Europea. Uno scenario che rischia di innescare una guerra commerciale che danneggerebbe entrambe le economie.
La reazione dell'Unione Europea non si è fatta attendere. Bruxelles ha immediatamente annunciato ritorsioni mirate, prendendo di mira le grandi aziende tecnologiche americane, come Google, Amazon e Meta. Il Commissario europeo per il commercio ha dichiarato che l'UE non accetterà imposizioni unilaterali e difenderà i propri interessi economici con misure adeguate: la reazione dell'Unione Europea sembra mirata a mantenere un equilibrio tra fermezza e apertura al dialogo, con l'obiettivo di evitare una guerra commerciale su larga scala. La scelta di colpire le Big Tech americane come ritorsione evidenzia la volontà dell'UE di proteggere i propri interessi senza chiudere del tutto la porta alle negoziazioni.
L'effetto immediato di questa escalation si è già manifestato sui mercati finanziari: il valore del dollaro ha registrato un calo rispetto all'euro, mentre le borse europee hanno mostrato segni di instabilità. Gli analisti avvertono che una guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa potrebbe avere ripercussioni globali, rallentando la crescita economica e creando incertezze negli scambi internazionali.
Se la situazione dovesse degenerare, le conseguenze potrebbero essere significative sia per le economie statunitensi ed europee, sia per i mercati globali. L'andamento del dollaro rispetto all'euro, già influenzato dagli annunci di Trump, potrebbe essere solo un primo segnale dell'instabilità che questi provvedimenti potrebbero generare.
Mentre i leader europei cercano una strategia comune per rispondere alle mosse di Washington, Trump continua a rafforzare la sua posizione protezionista in vista delle prossime elezioni presidenziali. Il linguaggio utilizzato da Trump, con la proclamazione del "Giorno della Liberazione" e la denuncia di un presunto sfruttamento degli Stati Uniti da parte di alleati e rivali, riflette la sua strategia politica basata su protezionismo e nazionalismo economico.
La tensione tra le due sponde dell’Atlantico è destinata a rimanere alta, con il rischio di una crisi commerciale che potrebbe ridefinire gli equilibri economici globali nei prossimi anni. (gabriella ferrero\aise)