Meloni: Italia ponte tra l’Africa e l’Europa

ROMA\ aise\ - “Questo Vertice è il primo appuntamento internazionale che l’Italia ospita da quando ha assunto la Presidenza del G7. Ed è frutto di una scelta di politica estera estremamente precisa, che porterà a riservare all’Africa un posto d’onore nell’agenda della nostra Presidenza del Gruppo dei Sette”. Così la Premier Giorgia Meloni nell’aprire in Senato il vertice Italia – Africa cui partecipano 25 capi di Stato e di governo africani, le istituzioni europee e rappresentanti di organizzazioni internazionali. “Italia-Africa, un ponte per crescere insieme” il titolo dato all’incontro perché, ha evidenziato Meloni, “è la naturale vocazione dell’Italia: un ponte tra l’Africa e l’Europa. Un ponte che noi italiani abbiamo il vantaggio di poter costruire non partendo da zero, ma dalle solide fondamenta che, molto tempo fa, un grande italiano come Enrico Mattei, fondatore di ENI, ha avuto la lungimiranza di saper immaginare”.
E proprio dalla “intuizione” di Mattei che il Governo “intende ripartire” con il piano lanciato dall’Esecutivo a lui intitolato.
Cinque i “pilastri” del Piano Mattei: istruzione e formazione; salute; agricoltura; acqua ed energia.
“Abbiamo individuato, per iniziare, alcune Nazioni africane, suddivise nel quadrante subsahariano e in quello nordafricano, con l’obiettivo di estendere progressivamente questa iniziativa seguendo una logica incrementale”, ha spiegato Meloni.
I CINQUE PILASTRI
Istruzione e formazione: gli interventi si prefiggono di promuovere la formazione e l’aggiornamento dei docenti, l’adeguamento dei curricula, l’avvio di nuovi corsi professionali e di formazione in linea con i fabbisogni del mercato del lavoro e la collaborazione con le imprese, coinvolgendo in particolare gli operatori italiani e sfruttando il ‘modello’ italiano delle piccole e medie imprese.
Agricoltura: gli interventi saranno finalizzati a diminuire i tassi di malnutrizione; favorire lo sviluppo delle filiere agroalimentari; sostenere lo sviluppo dei bio-carburanti non fossili. In questo quadro si ritengono fondamentali lo sviluppo dell’agricoltura familiare, la salvaguardia del patrimonio forestale e il contrasto e l’adattamento ai cambiamenti climatici tramite un’agricoltura integrata.
Salute: gli interventi puntano a rafforzare i sistemi sanitari, migliorando l’accessibilità e la qualità dei servizi primari materno-infantili; a potenziare le capacità locali in termini di gestione, formazione e impiego del personale sanitario, della ricerca e della digitalizzazione; sviluppare strategie e sistemi di prevenzione e contenimento delle minacce alla salute, in particolare pandemie e disastri naturali.
Energia: l’obiettivo strategico è rendere l’Italia un hub energetico, un vero e proprio ponte tra l’Europa e l’Africa. Gli interventi avranno al centro il nesso clima-energia, punteranno a rafforzare l’efficienza energetica e l’impiego di energie rinnovabili, con azioni volte ad accelerare la transizione dei sistemi elettrici, in particolare per la generazione elettrica da fonti rinnovabili e le infrastrutture di trasmissione e distribuzione. Il piano prevede, inoltre, lo sviluppo in loco di tecnologie applicate all’energia anche attraverso l’istituzione di centri di innovazione, dove le aziende italiane potranno selezionare start-up locali e sostenere così l’occupazione e la valorizzazione del capitale umano.
Acqua: gli interventi riguarderanno la perforazione di pozzi, alimentati da sistemi fotovoltaici; la manutenzione dei punti d’acqua preesistenti; gli investimenti sulle reti di distribuzione; e le attività di sensibilizzazione circa l’utilizzo dell’acqua pulita e potabile.
Tutti questi pilastri sono interconnessi tra loro con gli interventi sulle infrastrutture, generali e specifiche in ogni ambito.
I PROGETTI “PILOTA”
Ribadito che “non si tratta di un Piano concepito come una scatola chiusa, da imporre e calare dall’alto”, ma, al contrario, “pensato come una piattaforma programmatica aperta alla condivisione e alla collaborazione con le Nazioni africane, sia nella fase di definizione sia in quella di attuazione dei singoli progetti”, Meloni ha elencato alcuni progetti pilota su cui il Governo è a lavoro.
Sul fronte istruzione e formazione professionale, “decisivo perché qualsiasi investimento, per portare ricchezza, ha bisogno di generare lavoro, e quel lavoro necessita di una adeguata istruzione e di una adeguata formazione”, Meloni ha citato il Marocco “dove puntiamo a realizzare un grande centro di eccellenza per la formazione professionale sul tema delle energie rinnovabili”; la “riqualificazione infrastrutturale delle scuole” in programma nel 2024 in Tunisia; la “formazione e l’aggiornamento dei docenti e gli scambi di studenti e insegnanti tra le nostre Nazioni”.
Sulla salute, “la prima Nazione alla quale vogliamo rivolgerci è la Costa d'Avorio, dove il nostro obiettivo è migliorare l’accessibilità e la qualità dei servizi primari, con un’attenzione particolare ai più piccoli, alle loro mamme e alle persone più fragili”.
Quanto all’agricoltura “intendiamo avviare ad esempio in Algeria un progetto di monitoraggio satellitare sull’agricoltura, mentre in Mozambico siamo impegnati a costruire un centro agroalimentare che valorizzi le eccellenze e le esportazioni dei prodotti locali”. Ancora, ha aggiunto la Premier, “in Egitto prevediamo di sostenere, in un’area a 200 km da Alessandria, la produzione di grano, soia, mais e girasole con investimenti in macchinari, sementi, tecnologie e nuovi metodi di coltivazione, oltre ovviamente ad accompagnare la formazione professionale”. Meloni ha anche citato un progetto già avviato in Tunisia, “dove stiamo lavorando per potenziare le stazioni di depurazione delle acque non convenzionali per irrigare un’area di otto mila ettari e creare un centro di formazione dedicato al settore agroalimentare”.
Per “migliorare la gestione e l’accesso all’acqua”, il Governo ha pensato ad altri due progetti pilota: “il primo nella Repubblica del Congo, dove intendiamo impegnarci nella costruzione di pozzi e reti di distribuzione dell’acqua soprattutto a fini agricoli, alimentati esclusivamente da energia rinnovabile; il secondo in Etiopia, dove vogliamo avviare il recupero ambientale di alcune aree e portare avanti interventi di risanamento delle acque, anche attraverso la formazione e il sostegno tecnico alle Università locali”.
Infine, sul rapporto clima-energia e infrastrutture collegate, Meloni ha ribadito la “convinzione” del Governo sul fatto che “l’Italia abbia tutte le carte in regola per diventare l’hub naturale di approvvigionamento energetico per l’intera Europa. È un obiettivo che possiamo raggiungere se usiamo l’energia come chiave di sviluppo per tutti”.
“L’interesse che persegue l’Italia – ha sottolineato la Premier – è aiutare le Nazioni africane interessate a produrre energia sufficiente alle proprie esigenze e ad esportare in Europa la parte in eccesso, mettendo insieme due necessità. Quella africana di sviluppare questa produzione e generare ricchezza, e quella europea di garantirsi nuove rotte di fornitura energetica. Tra le iniziative in questo ambito voglio ricordare quella in Kenya dedicato allo sviluppo della filiera dei biocarburanti, che punta a coinvolgere fino a circa 400 mila agricoltori entro il 2027”.
Chiaramente, ha aggiunto, “questo scambio funziona se ci sono anche infrastrutture di connessione tra i due continenti e lavoriamo da tempo anche su questo, soprattutto insieme all’Unione europea, penso all’interconnessione elettrica ELMED tra Italia e Tunisia, o al nuovo Corridoio H2 Sud per il trasporto dell’idrogeno dal Nord Africa all’Europa centrale passando per l’Italia”.
Si tratta di “progetti e iniziative concrete, capaci di generare un impatto significativo e immediato nelle Nazioni nelle quali verranno attuati e che potranno espandersi non solo in termini di dimensioni ma anche in termini di settori d’intervento”. Progetti che la Premier seguirà “personalmente”, coinvolgendo “tutto il “Sistema Italia” complessivamente inteso, a partire dalla Cooperazione allo Sviluppo e dal settore privato che è fondamentale coinvolgere nella nostra strategia, dato l’enorme patrimonio di conoscenza, tecnologia e soluzioni innovative che può vantare”.
Il Piano intende “liberare le energie africane, anche per garantire alle giovani generazioni un diritto che finora è stato negato” cioè quello di “non dover essere costretti a emigrare, a non dover recidere le proprie radici, in cerca di una vita migliore sempre più difficile da raggiungere in Europa”.
“L’immigrazione illegale di massa non sarà mai fermata” ha detto ancora una volta Meloni “se non si affrontano a monte le cause che spingono una persona ad abbandonare la propria casa. È esattamente quello che intendiamo fare, da una parte dichiarando guerra agli schiavisti del Terzo millennio e dall’altra lavorando per offrire ai popoli africani un’alternativa fatta di opportunità, lavoro, formazione e percorsi di migrazione legale”.
Quanto alle risorse, il Piano Mattei “risponde anche a questa esigenza e può contare su una dotazione iniziale di oltre 5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie, dei quali circa 3 miliardi verranno destinati dal Fondo italiano per il clima, e circa due miliardi e mezzo dalle risorse della cooperazione allo sviluppo”. Risorse che “non basteranno”, per questo il Governo intende “coinvolgere le Istituzioni finanziarie internazionali, le Banche Multilaterali di Sviluppo, l’Unione Europea e altri Stati donatori, che già hanno dichiarato la loro disponibilità a sostenere progetti comuni. Così come abbiamo intenzione di creare entro l’anno un nuovo strumento finanziario, assieme a Cassa Depositi e Prestiti, per agevolare gli investimenti del settore privato nei progetti del Piano Mattei”.
“L’Africa che vediamo noi è soprattutto un continente che può e deve stupire, ma per farlo ha bisogno di essere messo alla prova e di poter competere ad armi pari nel contesto globale. Come è stato detto fin dall’antichità, “dall’Africa sorge sempre qualcosa di nuovo”. Ecco, - ha concluso – l’augurio che faccio a ognuno di noi è che da questo Vertice possa davvero nascere qualcosa di nuovo, qualcosa che nessuno si aspetta, persino qualcosa che in molti non avrebbero creduto possibile, perché smentire i pronostici come sempre è scrivere la propria pagina nella storia”. (aise)