Musk e l'efficienza governativa: quando la motosega fa cilecca - di Domenico Maceri

SANTA MONICA\ aise\ - Per cercare di giustificare il suo operato a capo del Dipartimento per l'Efficienza del Governo, Elon Musk e i suoi assistenti hanno annunciato di avere generato risparmi per 8 miliardi di dollari. Come ha informato il New York Times, però, si tratta solo di 8 milioni di dollari. Sulle altre cifre di altri risparmi non sono stati forniti i documenti. Questi risparmi emergono dai licenziamenti ordinati da Musk ma non dicono nulla sugli effetti alle persone che hanno perso il lavoro né sui danni che la loro assenza recherà agli americani.
Proprio in questi giorni Musk ha fatto licenziare 300 dipendenti della National Nuclear Security Administration, un'agenzia che dirige l'arsenale di armi nucleari e controlla lo spostamento di materiale fossile non solo negli USA ma anche in altre parti del mondo. Difficile capire come si sia potuto fare un sbaglio del genere. Evidentemente, Musk non è riuscito a capire cosa fanno questi dipendenti e la loro importanza. C'è un altro caso simile, con i dipendenti del Dipartimento dell'Agricoltura - USDA, coinvolti nei controlli dell'influenza aviaria, che sono stati licenziati. Dopo essersi reso conto dello sbaglio è corso ai ripari e ha fatto marcia indietro chiedendo ai dipendenti licenziati di ritornare ai loro posti.
Uno sbaglio simile è avvenuto anche con l'Irs, l'agenzia delle Entrate degli USA. Circa 6 mila dipendenti corrono il pericolo di perdere i loro posti di lavoro in un periodo critico, poiché il 15 aprile, la data di scadenza per presentare la dichiarazione dei redditi, è quasi alle porte. Joe Biden aveva aumentato il numero di dipendenti per agevolare il lavoro e contribuire ad assicurarsi che tutti i cittadini, inclusi quelli benestanti, pagassero le tasse. Il piano di Trump va nella direzione opposta. L'eliminazione di 6 mila dipendenti aggraverà i ritardi in un'agenzia che non è popolare ma indispensabile per le casse del tesoro americano.
Nonostante il caos creato dagli ordini esecutivi di Trump, Musk ha dichiarato che il compito di ridurre la misura del governo federale continuerà senza soste. Proprio in questi giorni il capo dell'efficienza ha inviato una e-mail a tutti i dipendenti federali che dovranno rispondere entro 48 ore spiegando i contributi apportati la scorsa settimana. Secondo la mail una mancanza di risposta verrà interpretata come dimissione. Il padrone di un'azienda che chiede ai suoi dipendenti di giustificare il loro lavoro rivela che non conosce la propria azienda. Esattamente la situazione di Musk al governo. Alcuni sindacati hanno già informato che non risponderanno. E anche i dirigenti di alcuni dipartimenti hanno fatto la stessa cosa. Persino Kash Patel, neo direttore dell'Fbi, ha chiarito ai suoi dipendenti che non devono rispondere perché il loro lavoro è confidenziale. Patel ha aggiunto che l'Fbi utilizza i propri criteri e le proprie procedure per determinare l'efficienza. I vertici del Dipartimento di Stato, della National Intelligence, del Dipartimento di Difesa, e del Dipartimento di Giustizia hanno anche loro consigliato i loro dipendenti di ignorare la mail di Musk. Ovviamente si tratta di schiaffi a Musk che non sembra capire gli effetti delle sue missive. L'altra cosa che non sembra entrare nella mente né di Musk né di Trump, è che anche se tutti i dipendenti federali civili fossero licenziati si risparmierebbe solo il 5% delle spese pubbliche. Se veramente vorranno ridurre il deficit avranno bisogno di tagliare i programmi tramite nuove leggi, che è un qualcosa che i repubblicani stanno considerando.
L'opposizione a Musk emerge principalmente per ragioni legali. Il presidente della American Federation of Government Employees (Afge), rappresentante di 800 mila dipendenti, ha dichiarato che Musk e l'amministrazione Trump “hanno dimostrato completo disprezzo per i dipendenti federali e per i servizi che forniscono al popolo americano”. Questi licenziamenti non rispettano la legge e con ogni probabilità si concluderanno con “risarcimenti, benefici e spese legali” che alla fine dovranno essere pagati dal governo, ossia da tutti i contribuenti.
L'operato di Musk, con la benedizione di Trump, alla fine si scontrerà con il sistema giudiziario. Trump, però, non crede di dover seguire la legge, perché si considera l'incarnazione della legge stessa. Lo ha dimostrato in un scontro recente alla Casa Bianca durante una riunione con un gruppo di governatori. Parlando ai presenti, Trump si è auto congratulato per il suo ordine esecutivo che riconosce solo due generi, ignorando i transgender. Trump ha continuato lodandosi e lodando tutti gli Stati che stanno seguendo la sua direttiva. Lo Stato del Maine, però, non lo farà. Alla riunione, l'inquilino della Casa Bianca ha prima domandato se la governatrice fosse presente, poi le ha chiesto di seguire il suo ordine esecutivo. Janet Mills, la governatrice del Maine, non solo ha annunciato la sua presenza ma ha anche aggiunto che il suo Stato obbedirà alla legge federale. Di tutta risposta, Trump ha controbattuto: “Noi siamo la legge”, suggerendo come lui sia il monarca, minacciando la governatrice di non ricevere più i fondi federali. “Ci vedremo in tribunale” ha risposto infine la Mills, suggerendo al presidente di non essere la legge e che la decisione ultima spetta ai giudici, non all'inquilino attuale della Casa Bianca. (domenico maceri*\aise)
* PhD, professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California (USA)