G7: prosperità, sanzioni e sicurezza

ROMA\ aise\ - Prosperità e sicurezza a lungo termine dell’Ucraina, situazione alla ricerca di stabilità in Medio Oriente, sicurezza, pace e resilienza nell'Indo-Pacifico, ad Haiti, in Venezuela, in Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo. Questi gli argomenti al centro dell'incontro tra i Ministri degli Esteri del G7 (Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America più l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea) che hanno concluso oggi, 14 marzo, la loro riunione a Charlevoix, in Canada.
Ucraina
I membri del G7 hanno ribadito il loro incrollabile sostegno all’Ucraina nella difesa della sua integrità territoriale e del suo diritto ad esistere, nonché della sua libertà, sovranità e indipendenza.
I membri del G7 hanno accolto con favore gli sforzi in corso per raggiungere un cessate il fuoco e, in particolare, l’incontro dell’11 marzo tra gli Stati Uniti e l’Ucraina nel Regno dell’Arabia Saudita. I membri del G7, come specifica la dichiarazione congiunta del G7, hanno elogiato l’impegno dell’Ucraina per un cessate il fuoco immediato, che rappresenta un passo essenziale verso una pace globale, giusta e duratura in linea con la Carta delle Nazioni Unite.
I 7 paesi hanno dunque chiesto alla Russia di ricambiare accettando un cessate il fuoco a parità di condizioni e attuandolo pienamente. Hanno discusso l’imposizione di ulteriori oneri al Paese governato da Putin nel caso in cui tale cessate il fuoco non venga concordato, anche attraverso ulteriori sanzioni, tetti ai prezzi del petrolio, nonché ulteriore sostegno all’Ucraina e anche attraverso altri mezzi. Ciò include l’impiego di entrate straordinarie derivanti dai beni sovrani russi congelati. I membri del G7 hanno sottolineato l’importanza di misure volte a creare fiducia nell’ambito di un cessate il fuoco, tra cui il rilascio dei prigionieri di guerra e dei detenuti, sia militari che civili, nonché il ritorno dei bambini ucraini.
I membri del G7 hanno altresì sottolineato che "qualsiasi cessate il fuoco deve essere rispettato e hanno evidenziato la necessità di accordi di sicurezza solidi e credibili per garantire che l’Ucraina possa avere una capacità di deterrenza e possa difendersi da eventuali nuovi atti di aggressione. I membri del G7 hanno dichiarato che continueranno a coordinare il sostegno economico e umanitario per promuovere la rapida ripresa e la ricostruzione dell’Ucraina, anche in occasione della Conferenza sulla ripresa dell’Ucraina che si terrà a Roma il 10-11 luglio 2025".
Inoltre, i Ministri degli Esteri del G7 hanno condannato la fornitura di assistenza militare alla Russia da parte della Repubblica Democratica Popolare di Corea e dell’Iran e la fornitura di armi e componenti dual-use da parte della Cina, fattore determinante per l’offensiva avanzata dalla Russia e per la ricostituzione delle forze armate russe. I membri del G7 hanno ribadito la loro intenzione di intraprendere azioni contro tali Paesi terzi.
Infine, si sono anche detti preoccupati per l’impatto della guerra soprattutto sui civili e sulle infrastrutture di questi utlimi. I membri del G7 hanno discusso circa l’importanza di individuare le responsabilità e hanno riaffermato il loro impegno a lavorare insieme per raggiungere una pace duratura e per garantire che l’Ucraina rimanga democratica, libera, forte e prospera.
Medio Oriente
Dopo aver di nuovo chiesto il rilascio di tutti gli ostaggi e la restituzione delle salme nelle mani di Hamas a Gaza, i Ministri degli Esteri del G7 hanno ribadito il loro sostegno alla ripresa degli aiuti umanitari senza ostacoli a Gaza e a un cessate il fuoco permanente. Inoltre hanno sottolineato l’imperativo di individuare un orizzonte politico per il popolo palestinese, che si raggiunga attraverso una soluzione negoziata del conflitto israelo-palestinese che soddisfi le legittime esigenze e aspirazioni di entrambi i popoli e faccia progredire la pace, la stabilità e la prosperità in Medio Oriente. I membri del G7 hanno preso atto della grave preoccupazione per le crescenti tensioni e ostilità in Cisgiordania e hanno invitato a ridurre le tensioni.
I membri del G7 hanno riconosciuto ancora una volta il diritto intrinseco di Israele "a difendersi nel rispetto del diritto internazionale", condannando ancora una volta Hamas per "i brutali e ingiustificati" attacchi terroristici del 7 ottobre 2023 e "per le sofferenze arrecate agli ostaggi durante la loro prigionia". Hamas, a modo di vedere dei membri del G7, "non può avere alcun ruolo nel futuro di Gaza e non deve mai più rappresentare una minaccia per Israele". I 7 ministri si sono quindi detti disponibili a impegnarsi con i partner arabi sulle loro proposte per tracciare un percorso di ricostruzione a Gaza e costruire una pace duratura tra israeliani e palestinesi.
I membri del G7 hanno poi espresso il loro sostegno alle popolazioni della Siria e del Libano, in una fase in cui entrambi i Paesi stanno lavorando per costruire un futuro politico pacifico e stabile. In questo frangente critico, i membri del G7 hanno ribadito l’importanza della sovranità e dell’integrità territoriale di Siria e del Libano e hanno chiesto inequivocabilmente che venga ripudiato il terrorismo in Siria.
Riguardo l’Iran, che secondo i Ministri del G7, rappresenta "la principale fonte di instabilità regionale" e "non deve mai essere autorizzato a sviluppare e acquisire un’arma nucleare", i membri del G7 hanno sottolineato che il Paese ora "deve cambiare rotta, ridurre l’escalation e scegliere la via della diplomazia". E inoltre, hanno sottolineato "la minaccia del crescente uso da parte dell’Iran della detenzione arbitraria e dei tentativi di omicidio all’estero come strumento coercitivo".
Sull’Indo-Pacifico, i 7 paesi riuniti in Canada hanno ribadito il loro impegno a sostenere un Indo-Pacifico libero, aperto, prospero e sicuro, basato sui principi di sovranità e integrità territoriale, anche se si sono detti "seriamente preoccupati" per la situazione nel Mar Cinese Orientale e nel Mar Cinese Meridionale e continuano ad opporsi fermamente ai tentativi unilaterali di modifica dello status quo, in particolare impiegando la forza e la coercizione. Preoccupazione che si è estesa poi alla crescita militare della Cina e al continuo e rapido aumento dell’arsenale nucleare cinese. I membri del G7 hanno quindi invitato Pechino a impegnarsi in discussioni sulla riduzione del rischio strategico e a promuovere la stabilità attraverso la trasparenza: "la Cina non dovrebbe condurre né consentire attività volte a minare la sicurezza delle nostre comunità e l’integrità delle nostre istituzioni democratiche". Inoltre, hanno espresso preoccupazione per le politiche e le pratiche non commerciali attuate dalla Cina, invitandola ad astenersi dall’adottare misure di controllo delle esportazioni che potrebbero portare a significative interruzioni delle catene di approvvigionamento: "non stiamo cercando di danneggiare la Cina o di ostacolare la sua crescita economica, anzi, una Cina in crescita rispettosa delle norme internazionali sarebbe nell’interesse di tutti".
Inoltre, hanno chiesto anche alla Repubblica Democratica Popolare di Corea (DPRK) di abbandonare tutte le armi nucleari e qualsiasi altra arma di distruzione di massa, nonché i programmi relativi ai missili balistici.
Infine, Haiti, Venezuela, Sudan e Repubblica Democratica del Congo.
Su Haiti hanno ribadito il loro impegno ad aiutare il popolo a ripristinare la democrazia, la sicurezza e la stabilità, anche attraverso il sostegno alla Polizia Nazionale di Haiti e alla Missione Multinazionale di Supporto alla Sicurezza guidata dal Kenya e ad un maggior ruolo delle Nazioni Unite. "Ripristino della democrazia" anche riguardo il Venezuela. Sul Sudan, hanno denunciato in modo inequivocabile i combattimenti e le atrocità in corso, compresi gli atti di violenza sessuale contro donne e ragazze, che hanno portato alla più grande crisi umanitaria del mondo e alla diffusione di una carestia. Infine, hanno condannato l’offensiva dell’M23, sostenuto dal Ruanda, nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC) e le conseguenti violenze, sfollamenti e gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. (aise)