La Farnesina risponde sulla questione visti a studenti iraniani: già 4.500 appuntamenti nel 2025/2026

ROMA\ aise\ - Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha pubblicato nelle scorse ore una nota dove si è detto “costantemente impegnato” a “migliorare i processi legati alla trattazione dei visti di studio” per studenti iraniani. Questo perché è “consapevole dell’importanza del ruolo della cooperazione culturale e accademica nel rafforzamento dei rapporti tra popoli”.
Il motivo di tale nota è dovuto al fatto che nei giorni scorsi sono apparsi alcuni articoli di giornale dove si parlava di dinieghi di visti a studenti iraniani e alle difficoltà per gli studenti di prendere appuntamento presso l’Ambasciata d’Italia a Teheran.
“L’Ambasciata in Iran – ha risposto la Farnesina - ha già offerto 4.500 appuntamenti per gli studenti nell’anno accademico 2025/2026: a parità di forza lavoro, si tratta di circa un quarto in più di tutti gli studenti che hanno depositato domanda di visto l’anno scorso, e quasi il 40% di tutte le domande di visto attualmente raccolte alla Sede”.
A ciò, la Farnesina ha aggiunto: “l’impatto della temporanea chiusura forzata dell’Ambasciata nel giugno scorso, determinata dalle tensioni belliche e dalla fase di guerra tra Iran e Israele: una situazione che ha reso necessario ridurre il personale italiano presente nel Paese e sospendere totalmente le attività consolari per diversi giorni”. Nonostante questo problema, la Farnesina ha spiegato che l’Ambasciata d’Italia “è stata tra le prime a riaprire al pubblico e a riprendere il rilascio dei visti dopo gli accadimenti politici che hanno colpito il Paese, dando particolare priorità proprio alla lavorazione delle pratiche di visto per gli studenti”.
Inoltre, a ingolfare di più le domande di visto per l’Italia sono anche le politiche sensibilmente più restrittive adottate al momento da alcuni importanti Stati dell’area Schengen. Tali scelte – come l’introduzione di un voto minimo obbligatorio per gli studenti iscritti al primo anno o l’accettazione esclusiva di domande per master e dottorati – hanno “inevitabilmente deviato verso l’Italia un numero elevato di richiedenti che altrove non avrebbero avuto accesso alla procedura”. “Del resto – ha spiegato il Ministero -, la quasi totalità dei 4.500 appuntamenti sopra menzionati sono stati riempiti in soli otto giorni dall’apertura del portale, circostanza mai verificatasi in precedenza e che conferma una pressione atipica sui nostri servizi consolari”.
Inoltre, il Testo Unico sull’immigrazione, che rappresenta la normativa di riferimento per i visti nazionali, quali quello per motivi di studio, dispone “l’obbligo di verificare con accuratezza la documentazione sottoposta a corredo della domanda di visto, che comporta i necessari tempi di lavorazione. Si tratta infatti di misure volte a tutelare la sicurezza nazionale e il rischio di immigrazione irregolare”. (aise)