Meloni al Meeting di Rimini: Israele si fermi a Gaza

ROMA\ aise\ - Innovazione, individui, relazioni estere, guerre, a Gaza e in Ucraina, futuro dell'Ue, impegno italiano in Africa. Sono alcuni degli argomenti su cui la Premier, Giorgia Meloni, si è concentrata durante il suo discorso per la 46ª edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli di Rimini. Un discorso che ha chiuso la kermesse.
Non poteva essere che l'apertura la dichiarazione della Premier che ha definito "sproporzionata", dopo 22 mesi di bombardamenti, fame e attacchi continui sui civili, sui giornalisti e sugli attori umanitari palestinesi da parte dell'esercito israeliano, la "reazione" del Governo e dell'esercito di Israele agli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Una "reazione" che conta oltre 60 mila uccisioni e centinaia di migliaia di feriti. La Premier ha quindi chiesto al paese governato da Netanyahu di "cessare l'occupazione militare di Gaza" e consentire "il pieno accesso agli aiuti umanitari". Un passaggio del discorso accolto da un lungo applauso.
Ma il discorso della Meloni ha preso il via dal tema di quest'anno del Meeting ("Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi"): "Viviamo in un’epoca che vorrebbe ridurre gli uomini a consumatori senza identità, a individui anestetizzati, senza appartenenza, senza memoria - ha spiegato Meloni -. Noi siamo chiamati a un compito diverso: non fuggire, ma edificare. E questo vale per la politica come per la vita sociale, familiare, comunitaria".
L’immagine del "deserto" e dei "mattoni", Meloni l'ha voluto riprendere parlando dei "nostri valori": "costruire mattoni significa agire non nel campo delle ideologie ma nel campo del reale, mettendo al centro la persona, perché, come ricordava Jean Guitton, mille miliardi di idee non valgono una sola persona".
In seguito, ha parlato delle relazioni estere, per cui la Premier ha rivendicato quella che lei stessa ha definito "la nuova autorevolezza internazionale dell'Italia". A suo parere, infatti, "in questi tre anni abbiamo dimostrato che l’Italia non è più la "grande malata d’Europa", ma un modello di stabilità, serietà e credibilità". A suo parere questo è dimostrato "dai mercati", dagli "investitori" e anche dalla Commissione europea "che ci ha riconosciuto come primi nell’attuazione del PNRR".
Parlando del conflitto in Ucraina, la Presidente del Consiglio ha ricordato il contributo italiano: "Abbiamo sempre detto che la chiave per una pace giusta è garantire robuste misure di sicurezza per Kiev. La proposta italiana, ispirata all’articolo 5 della Nato, è oggi la principale sul tavolo. È un mattone nuovo che l’Italia ha offerto alla costruzione della pace".
Passando poi al Medio Oriente, Meloni ha spiegato: "Abbiamo sostenuto il diritto di Israele a difendersi dopo l’attacco del 7 ottobre, ma non possiamo tacere di fronte a una reazione sproporzionata che ha mietuto troppe vittime innocenti. Chiediamo il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas, ma chiediamo anche a Israele di cessare l’occupazione militare a Gaza e di consentire il pieno accesso agli aiuti umanitari". Meloni ha quindi rivendicato di essere "il primo Paese non musulmano per evacuazioni sanitarie da Gaza".
Il discorso si è poi spostato sul futuro dell’Unione Europea. Meloni ha richiamato le analisi di Mario Draghi, ospite al Meeting pochi giorni prima: "Ha detto parole dure ma vere: l’Europa rischia l’irrilevanza geopolitica se non affronta con coraggio le sfide della competitività. Io condivido molte delle sue osservazioni. Per anni ho criticato l’Unione per eccessi burocratici e cecità politica. Oggi quelle critiche sono patrimonio comune". La Premier ha insistito sulla necessità di riscoprire le radici: "Se non sai chi sei, non puoi avere un ruolo nel mondo. Le nostre radici – culturali, storiche, religiose – sono state colpevolmente negate. Costruire mattoni nuovi non significa vergognarsi della propria identità, ma reinventarla per il presente".
Ampio spazio la Premier lo ha riservato all’Africa e al Piano Mattei. Secondo la Premier, non è un piano per "sfruttare il continente" africano per le sue materie prime. A quanto da lei spiegato, con questo piano si vogliono "costruire partenariati paritari, basati sul rispetto reciproco e sulla fiducia". Un piano che aiuterebbe l’Africa "a crescere con noi". E sulle migrazioni ha sottolineato: "L’immigrazione regolare è una ricchezza, ma quella illegale è un danno. Vogliamo difendere il diritto a non dover emigrare. Abbiamo ridotto arrivi irregolari e morti in mare: è il risultato di cui vado più fiera. Non c’è burocrate che possa impedirci di combattere i trafficanti e salvare vite umane".
Meloni ha infine parlato anche dell'Italia e di quelli che ha definito "territori difficli": "siamo partiti da Caivano, simbolo di degrado e di abbandono" e ora quel piano sarà esteso ad altre otto aree critiche del Paese. (aise)