Meloni: confermata la centralità dell'Italia nel nuovo contesto europeo
ROMA\ aise\ - “Missione compiuta”. Così la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che questa mattina alla Camera è intervenuta in vista della riunione del Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre prossimi. Ricordato che l’appuntamento a Bruxelles sarà il primo Consiglio della nuova legislatura europea, il primo presieduto dal nuovo Presidente Antonio Costa e il primo dopo l'insediamento della nuova Commissione, Meloni ha voluto iniziare il suo intervento sottolineando l’importanza della nomina di Raffaele Fitto nella nuova squadra di von der Leyen.
“Un italiano è stato nominato Vicepresidente esecutivo della Commissione europea, un politico di valore, stimato in Italia e in Europa. A lui, a Raffaele Fitto, è stato affidato un portafoglio importante che vale complessivamente circa 1.000 miliardi di euro, tra i fondi delle politiche di coesione del bilancio 2021- 2027, circa 400 milioni di euro ai quali vanno sommati quelli della nuova programmazione che verrà in ogni caso definita da questa Commissione, e le risorse del Next Generation EU, circa 600 milioni di euro, competenza che Fitto condividerà con il Commissario Dombrovskis”, le parole della Premier, secondo cui la Vicepresidenza esecutiva assegnata a Fitto “non è semplicemente un titolo onorifico, ma è piuttosto uno strumento concreto che consentirà al Commissario italiano di supervisionare e coordinare le politiche dell'Unione europea in settori strategici come l'agricoltura, la pesca, i trasporti, il turismo, l'economia del mare e l'housing sociale; settori nei quali una sensibilità italiana può certamente contribuire a riportare il dibattito su un approccio pragmatico, superando quella deriva ideologica e dogmatica che Bruxelles ha mostrato in troppi ambiti negli ultimi anni”.
“Credo che tutti in quest'Aula possiamo riconoscere come il ruolo assegnato all'Italia nella nuova Commissione sia adeguato al peso della nostra Nazione in Europa: è un risultato – ha sottolineato – che conferma la centralità dell'Italia nel nuovo contesto europeo e, dal mio punto di vista, anche la capacità del nostro Governo di far valere le ragioni dell'Italia; ma si tratta anche di un riconoscimento personale per Raffaele Fitto e per gli ottimi risultati che ha raggiunto in questi due anni da Ministro della Repubblica italiana. Se oggi l'Italia è al primo posto in Europa per obiettivi raggiunti e avanzamento finanziario del Piano nazionale di ripresa e resilienza, lo si deve soprattutto all'ottimo lavoro svolto da lui e dai suoi uffici, oltre che all'impegno di tutti i Ministri e di tutti i livelli istituzionali del sistema Italia nel suo complesso”.
“Nonostante vi sia ancora chi, non curante della realtà, continua a ripetere il mantra di un presunto isolamento internazionale dell'Italia, i fatti sembrano dimostrare l'esatto contrario. Il Governo italiano – ha rivendicato Meloni – è sempre più indicato dagli osservatori internazionali come centrale in numerose dinamiche ed è un cambiamento in positivo che, al di là delle personali convinzioni politiche, dovrebbe inorgoglire ogni sincero italiano, così come l'Italia è sempre più protagonista nei nuovi formati di dialogo che nascono in Europa per cercare di affrontare in modo pragmatico e concreto i numerosi dossier strategici che stiamo discutendo: penso alla riunione sulle migrazioni, inaugurata a margine dello scorso Consiglio europeo nella sede della delegazione italiana a Bruxelles, un format promosso da Italia, Danimarca e Paesi Bassi che raccoglie diverse Nazioni, al quale partecipa anche la Presidente della Commissione europea, per fare stato dell'avanzamento della nuova politica migratoria dell'Unione e ragionare insieme su soluzioni innovative. Ma penso anche al Vertice Nord-Sud sulla sicurezza, che si svolgerà nei prossimi giorni in Finlandia, promosso dal Primo Ministro Orpo, al quale l'Italia è stata invitata a partecipare insieme ai Primi Ministri di Grecia e Svezia e all'Alto rappresentante UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza”.
La “straordinaria condizione di stabilità” dell’Italia è “un importante capitale, che l'Italia può e deve saper mettere a frutto e che è nel nostro interesse nazionale saper evidenziare in ogni occasione. Consolidare l'idea di un'Italia stabile consente di rafforzare la nostra cooperazione con i partner, consente di attrarre maggiori investimenti esteri, consente di lavorare per riportare a casa i nostri troppi cervelli in fuga, ai quali dobbiamo provare, insieme, a regalare un nuovo gratificante sogno in patria”.
Il Consiglio sarà anticipato domani dal Vertice dell'Unione europea con i Balcani occidentali: “grazie anche all'Italia, l'adesione delle Nazioni dei Balcani occidentali è oggi in cima alle priorità dell'Unione europea”, ha rivendicato Meloni. “Parliamo di Nazioni che si trovano nel cuore del nostro continente, che sono europee per storia, e per questo siamo convinti che il loro ingresso nell'Unione sancirebbe finalmente il completamento della riunificazione dell'Europa. È arrivato il momento di riconoscere concretamente i progressi che hanno compiuto e di premiare i loro sforzi, continuando a lavorare anche con loro per la stabilità e la sicurezza europea”.
Al centro dei lavori del Consiglio le grandi crisi geopolitiche: dall’Ucraina – per cui l’Italia “continuerà a fare la sua parte” auspicando “la fine della guerra e la costruzione di una pace giusta, complessiva e duratura, fondata sui principi della Carta ONU” guardando anche alla ricostruzione di cui si parlerà nella Conferenza in programma a Roma il 10 e 11 luglio 2025 – al Medio Oriente che “merita una prospettiva di stabilizzazione da questa crisi permanente in cui è precipitato, ulteriormente complicata da ciò che abbiamo visto accadere in Siria in pochi giorni”.
“La caduta del regime di Bashar al-Assad è una buona notizia, giustamente celebrata dalla popolazione siriana dopo oltre un decennio di guerra civile”, ha detto Meloni. “Le forze ribelli che si sono affermate sono eterogenee, hanno una diversa estrazione e interessi potenzialmente contrastanti. C'è ovviamente preoccupazione per il futuro della Nazione. L'Italia, unica tra le Nazioni del G7 ad avere un'Ambasciata aperta a Damasco, è pronta a interloquire con la nuova leadership siriana, ovviamente in un contesto di valutazioni e azioni condivise con i partner europei e internazionali. I primi segnali sembrano incoraggianti, ma serve la massima prudenza”, ha aggiunto la Premier che intende “giudicare sui fatti” le nuove autorità siriane; “decisivo sarà l'atteggiamento verso le minoranze etniche e religiose, e penso, in particolare, ai cristiani” e nella lotta al terrorismo: “non ci deve essere spazio per un ritorno dell'ISIS o ambiguità verso gruppi che intendano fare della Siria una base per nuovi nuclei terroristici”. L’Ue ha “un ruolo fondamentale da svolgere in Siria, particolarmente in materia di ricostruzione di una Nazione profondamente devastata. I siriani avranno un ruolo guida, ovviamente, nella ricostruzione, ma avranno bisogno del sostegno europeo e internazionale, particolarmente con le Nazioni arabe”, ha aggiunto la Premier prima di citare “l'annosa questione” dei rifugiati siriani.
“L'Italia, come sapete, è da tempo impegnata per favorire i ritorni che siano volontari, sicuri, dignitosi, sostenibili, e intende continuare a lavorare in questa direzione con i partner UE, con le agenzie ONU, prima fra tutte l'UNHCR, che è in prima linea sul dossier e - lo auspico - con le nuove autorità di Damasco”, ha detto ancora Meloni.
Quanto al Libano, l'Italia “farà la sua parte per contribuire al monitoraggio del rispetto dell'accordo e garantire piena sovranità” al Paese, “continuando a lavorare per coordinare il sostegno internazionale alle Forze armate libanesi tramite il comitato tecnico-militare per il Libano, alla cui guida è, non a caso, un generale italiano, e lo faremo con i nostri soldati presenti in UNIFIL che questo Governo non ha mai voluto ritirare proprio perché era consapevole che sarebbero stati fondamentali una volta cessate le ostilità”.
Al contempo, “occorre mantenere alta l'attenzione su Gaza. Rinnoviamo la nostra richiesta forte per un immediato cessate il fuoco basato sul non più rinviabile rilascio degli ostaggi israeliani ancora detenuti da Hamas e sulla fornitura di un'assistenza umanitaria adeguata a Gaza”. L'Italia, ha ricordato la Premier, “è in prima linea nel sostegno alla popolazione civile palestinese”.
Ricordato che “l'Italia continua a mantenere alta l'attenzione sulla sicurezza della navigazione nel mar Rosso, grazie soprattutto al nostro ruolo di punta nella missione navale Aspides”, Meloni ha anticipato che “in Consiglio europeo discuteremo anche del rapporto predisposto dall'ex Presidente della Repubblica finlandese, Sauli Niinisto, sul rafforzamento della preparazione civile e militare europea in materia di pronto intervento”.
“Un'importante discussione strategica sarà poi dedicata al macro-tema: l'Unione europea nel mondo. L'interazione sempre più stretta tra le crisi e le guerre che ci circondano, disegnando un arco di instabilità che va dall'Artico al Sahel, impone una lettura di insieme e maggiori sforzi per rilanciare il ruolo globale dell'Unione europea, a partire da un suo rinnovato dialogo con tutti i partner basato sul rispetto e non su un approccio paternalistico”, ha detto la Presidente del Consiglio. “E chiaramente, un'Europa che abbia la pretesa di essere più forte e più autonoma non può prescindere da un comune impegno per rafforzare la sua difesa, costruendo finalmente un pilastro europeo della NATO da affiancare a quello nordamericano, con pari peso e pari dignità. Il nostro impegno nei confronti dell'Alleanza atlantica rimane la pietra angolare della nostra sicurezza, ma certamente l'Europa deve puntare ad avere un ruolo maggiore al suo interno”.
Quanto al commercio internazionale, sulla questione dell'Accordo UE-Mercosur – che non sarà all'ordine del giorno del Consiglio europeo – Meloni ha ribadito che “l'Italia condivide la priorità geopolitica di tornare a investire su una forte presenza europea in America latina: un continente di cultura molto simile alla nostra, che rischiamo di abbandonare alla penetrazione politica ed economica di attori globali non occidentale. Una prospettiva già in atto che indebolisce l'Europa e l'Occidente, in un contesto globale in cui le crisi regionali e la forte spinta del sud globale e dei BRICS Plus portano a ridiscutere gli assetti di un mondo non più soltanto multipolare ma profondamente frammentato”. L'accordo UE-Mercosur “deve offrire garanzie concrete e opportunità di crescita anche al mondo agricolo europeo, la cui redditività e competitività è stata in questi anni minata da una devastante deriva ideologica”. Vanno “attuati meccanismi efficaci di salvaguardia, incluso un sistema di adeguate compensazioni per le filiere che dovessero essere danneggiate”.
“Stiamo studiando con attenzione l'intesa preliminare chiusa la scorsa settimana dalla Commissione europea a Montevideo e sosterremo con convinzione le nostre posizioni, prendendo il tempo necessario a valutare se le nostre richieste verranno soddisfatte. In assenza di questo indispensabile riequilibrio, il sostegno dell'Italia non ci sarà – ha annunciato Meloni – perché siamo convinti che l'Accordo UE-Mercosur debba portare vantaggi per tutti e non solo per alcuni”.
Richiamati i “successi” della presidenza italiana del G7 e il Piano Mattei, il “ruolo decisivo” nell'avviare il dibattito a livello UE “sulla ricerca di soluzioni innovative al fenomeno migratorio, soprattutto per quello che riguarda la politica dei rimpatri”, Meloni ha spiegato che al Consiglio europeo si parlerà anche di temi più strettamente economici, anche se “ovviamente rimane centrale la questione della competitività”.
“Il prossimo Consiglio europeo celebra anche un anniversario simbolico molto importante: sono trascorsi, infatti, 50 anni dal primo Consiglio europeo della storia. Era il 1974 quando i capi di Stato e di Governo dell'allora Comunità europea decisero, nel corso del Vertice di Parigi, di formalizzare la prassi di riunirsi periodicamente per confrontarsi sulle priorità comuni e delineare insieme l'indirizzo politico dell'Unione. Da allora, - ha rimarcato la Premier – il mondo è profondamente cambiato, l'Europa è profondamente cambiata, l'Italia è profondamente cambiata. Quello che non può e non deve cambiare, invece, è il bisogno di un'Europa che sia consapevole del ruolo che ha nella storia. Non sempre il continente ha dimostrato di saper coltivare questa consapevolezza, offuscato, com'è stato a volte, da dannosi schemi ideologici e dalle troppe regole imposte, forse proprio per sopperire alla debolezza di visione e di strategia. In fondo, se tornassimo indietro a quel 1974, troveremmo un'idea d'Europa molto diversa da quella che, spesso, abbiamo visto realizzare”.
“Disse Aldo Moro, che partecipava in rappresentanza dell'Italia in quel consesso, che l'Europa è il luogo in cui le Nazioni diventano più grandi, senza perdere la loro anima. È una casa comune per le differenze. È una lettura che condivido, è una lettura che condivido molto più di letture che ho sentito dare decisamente più di recente, e allora, forse, per andare avanti dobbiamo, soprattutto, tornare all'origine del progetto, e credo che questa legislatura europea ci dia l'occasione storica per farlo, perché le crisi, come sempre, nascondono anche delle opportunità. Sta a noi – ha concluso – saper cogliere quelle opportunità, e l'Italia, ovviamente, intende fare la sua parte fino in fondo”. (aise)