All’IIC di Londra “Il gigante del Nilo. La storia di Giovanni Belzoni, l’uomo che ha fatto grande il British Museum”

LONDRA\ aise\ -Il gigante del Nilo. La storia di Giovanni Belzoni, l’uomo che ha fatto grande il British Museum” è il titolo della conferenza con Eleni Vassilika e Marco Zatterin che si terrà il prossimo 16 aprile, alle ore 18:30, all’Istituto Italiano di Cultura di Londra.
“Mi sembrava sorridesse all’idea di essere trasportato a Londra”, annota Giovanni Battista Belzoni nel 1816, una volta ultimato il recupero della gigantesca testa di Ramses II, trascinata con mezzi improvvisati per cinque miglia nella piana rovente di Tebe Ovest. In effetti, il Giovane Memnone è ancora lì che se la ride nel cuore della Capital City, mentre domina lo statuario del British Museum, il pezzo più bello e ammirato della straordianria collezione britannica. Ci è arrivato grazie a Belzoni, padovano figlio di un barbiere, prima attore e inventore di macchine di acqua e fuoco per i teatri inglesi, poi padre dell’egittologia moderna e grande divulgatore dell’epopea faraonica. Fra il 1815 e il 1819, scavando lungo il Nilo, mise insieme la collezione egizia che oggi scintilla al British Museum. Fra l’altro, aprì il tempio di Abu Simbel e la piramide di Chefren, scoprì la tomba di Sethi I (la più straordinaria della Valle dei re), scrisse un best seller raccontando i viaggi dal Cairo e verso la Nubia, organizzò la prima mostra egittologica di tutti i tempi a Piccadilly e la portò a Parigi. Padovano, “romano” per autodefinizione, fu italiano che divenne grande grazie agli inglesi. Troppo spesso dimenticato, è spesso erroneamente criticato come saccheggiatore, ma senza di lui il corso dell’egittologia sarebbe stato un’altra cosa.
Marco Zatterin, giornalista, scrittore e vicedirettore de La Stampa, da un quarto di secolo studia Belzoni sul quale ha pubblicato: Il Gigante del Nilo (Mondadori 2000, Il Mulino 2008, Osca Storia 2019) e “Gli amici geniali” (L’Erma di Bretschneider, con Silvia Einaudi). Ha curato l’edizione italiana del diario di viaggio di Sarah Belzoni (L’Erma di Bretschneider, 2020). (aise)