Amburgo: una serata dedicata a Dolores Prato all’IIC

AMBURGO\ aise\ - Si terrà domani, martedì 21 gennaio, alle ore 19.30 presso la Sala Eddy-Lübbert della Literaturhaus di Amburgo, la serata dedicata all’autrice italiana Dolores Prato. L’evento, curato e presentato da Anna Leube e Manuela Reichart, è organizzato dalla Literaturhaus (La Casa dellea Letteratura) di Amburgo in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura della città tedesca.
L’Italia è stata Paese ospite della Fiera del Libro di Francoforte 2024: un’occasione per gli editori non solo di presentare le nuove uscite, ma anche di scavare nelle profondità della storia della letteratura italiana. La più grande scoperta di quest’autunno è probabilmente il voluminoso romanzo di Dolores Prato (1892-1983) “Giù la piazza non c’è nessuno”, Quodlibet 2024 (ultima edizione) tradotto in tedesco per la casa editrice Hanser da Anna Leube con il titolo Unten auf der Piazza ist niemand, (Hanser Verlag 2024).
Prato aveva ottant’anni quando scrisse questo libro e non fece in tempo ad assistere alla pubblicazione dell’intera opera nel 1997. Questo “monumento a un’intera epoca” (Le Monde) è la storia dell’infanzia della Prato alla fine del XIX secolo a Treja, un piccolo paese delle Marche. Nata fuori dal matrimonio, cresce con i parenti, sentendosi non amata e sola. Il suo sguardo è lucido e incantato allo stesso tempo; racconta di riti domestici e religiosi, di balli di carnevale tra nobiltà e popolo, di pratiche magiche. “Treja fu il mio spazio, il panorama che circonda la mia visione: terra del cuore e del sogno”. Il capolavoro di Dolores Prato è un atlante di emozioni e un quadro unico di un’Italia scomparsa.
Giù la piazza non c’è nessuno” sarà presentato in questo incontro dalla traduttrice Anna Leube e dalla giornalista e autrice Manuela Reichart.
Dolores Prato, nata a Roma il 10 aprile 1892 come figlia illegittima di una donna patrizia, Maria Prato, vedova e madre di cinque figli, crebbe con i parenti della madre nella cittadina marchigiana di Treja (oggi Treia), dove trascorse tutta l'infanzia e l'adolescenza, dapprima con gli zii (il parroco del paese e sua sorella nubile) e poi nell'educandato salesiano della Visitazione nel Monastero di Santa Chiara, un collegio di suore di clausura. Le circostanze della nascita (abbandonata dalla madre e con un padre rimasto sconosciuto) hanno probabilmente condizionato la vita della scrittrice, che ha sempre avvertito la sua sorte tormentata come annunciata da un presagio di eccezionalità.
Dopo l'educandato ha frequentato a Roma la Facoltà di Magistero, dove si è laureata nel 1918 con una tesi su un carteggio inedito di Prospero Viani e Pietro Fanfani. Nel 1919 ottiene l'abilitazione all'insegnamento di letteratura italiana. Insegna in diverse città: tra cui a Sansepolcro in Toscana, a Macerata, a San Ginesio in provincia di Macerata e a Milano, dove ha una relazione con un avvocato iscritto al Partito Comunista Italiano, Domenico Capocaccia. Nel 1930 si stabilisce definitivamente a Roma, dove ha modo di frequentare esponenti della cultura laica e cattolica, stringendo numerose amicizie. Per un breve periodo insegna all'Istituto Marymount. Con la promulgazione delle leggi razziali è costretta a lasciare l'insegnamento e così inizia a collaborare con diverse riviste e giornali (prevalentemente con “Paese Sera”) e a dare lezioni private, occupandosi per dieci anni di una ragazza con gravi problemi psichici e di salute.
Nel 1948 presenta alla giuria del premio Prato il romanzo “Nel paese delle campane” ottenendo una segnalazione speciale. Nonostante il riconoscimento, il romanzo non trova un editore.
Scrive altri romanzi che trovano interesse anche tra autori importanti come Giuseppe Ungaretti, Diego Valeri, Aldo Palazzeschi, ma tutti i suoi romanzi restano senza un editore. Così nel 1963 Dolores pubblica a proprie spese e con il titolo di “Sangiocondo” il romanzo “Nel paese delle campane”, molto modificato comunque dal suo curatore, Andrea Gaggero.
A partire dal 1973 Dolores Prato è impegnata nella stesura del romanzo “Giù la piazza non c'è nessuno”, che verrà pubblicato solo nel 1980 in una versione fortemente ridotta da Natalia Ginzburg. Il romanzo diventa subito un caso letterario. La versione completa è stata pubblicata solo nel 1997 e quindi dopo la sua morte, avvenuta ad Anzio il 13 luglio 1983. (aise)