“Cassandra a Mogadiscio”: all’IIC di Amburgo incontro letterario italo-tedesco sul romanzo di Igiaba Scego

AMBURGO\ aise\ - Martedì 8 ottobre alle ore 19:00 si terrà il secondo appuntamento autunnale del Caffè letterario, gli incontri letterari italo-tedeschi dell’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo.
In questo incontro di ottobre si parlerà del romanzo di Igiaba Scego, scrittrice italiana di origini somale, "Cassandra a Mogadiscio", edito nel 2023 da Bompiani e tradotto in tedesco da Verena von Koskull per la casa editrice S. Fischer di Berlino, che lo ha pubblicato quest’anno con il titolo “Kassandra in Mogadischu“.
La partecipazione all’evento, organizzato dallo stesso IIC, è gratuita, ma è richiesta l’iscrizione tramite il portale eventbrite.
Il libro di Igiaba Scego si presenta come una lunga lettera che l’autrice indirizza all’amatissima nipote Soraya, figlia di suo fratello, per raccontarle la Storia della Somalia, un Paese che la guerra ha lasciato senza archivi e senza memoria. In Cassandra a Mogadiscio il resoconto dei fatti storici si intreccia all’odissea della famiglia Scego, dispersa tra i continenti, ma unita dal Jirro, da quel dolore che può provare solo chi è stato costretto a lasciare la propria terra.
Igiaba Scego è nata in Italia da genitori costretti dalla dittatura di Siad Barre a lasciare la Somalia, dove il padre, aabo, ricopriva un ruolo politico di rilievo, per iniziare una nuova vita di umiliazioni come immigrati nella Roma degli anni Settanta.
Cassandra a Mogadiscio, incluso tra i dodici candidati al Premio Strega 2023, è la storia di una sedicenne, che vive a Roma e il 31 dicembre 1990 si prepara per la sua prima festa di Capodanno insieme ai compagni di classe, ignara del fatto che il destino della sua famiglia e di tutta la Somalia sta per essere stravolto dallo scoppio di una guerra civile. Ancora non sa che dovrà attendere quasi due anni prima di poter riabbracciare la madre, hooyo, rimasta intrappolata a Mogadiscio a causa dei combattimenti.
Nell’angoscia dell’attesa, Igiaba deve affrontare il Jirro, il dolore postraumatico che caratterizza l’intero popolo somalo e che in lei assume la forma di un disturbo alimentare con cui cerca di addomesticare l’insensatezza del conflitto e la lontananza della sua hooyo. Ma anche dopo il ritorno in Italia della madre, il Jirro continuerà a tormentare Igiaba con un glaucoma che rischia di privarla della vista. Solo l’alfabeto, quello usato per comporre la lunga lettera indirizzata alla nipote, un esorcismo che evoca insieme “bellezza condivisa” e “memoria salvata”, riuscirà a placare il suo dolore.
In Cassandra a Mogadiscio il somalo, con le sue parole traslitterate nell’alfabeto latino, si mescola all’italiano, che per la Somalia ha rappresentato la lingua tirannica imposta dai colonizzatori, ma che diventa per Igiaba Scego la lingua dell’intimità, una ”ancora di salvezza nel naufragio della vita”.
La scrittura di Scego assume la forma di un flusso di pensieri in prima persona in cui i ricordi personali si intrecciano alla storia della sua famiglia e alla memoria collettiva del popolo somalo. L’opera è inoltre ricca di numerosi riferimenti a libri, canzoni e film che rispecchiano il retroterra culturale dell’autrice, tra cultura pop italiana, autori afrodiscendenti e citazioni di opere portoghesi, spagnole e inglesi.
Il romanzo è stato proposto nel 2023 al Premio Strega da Jhumpa Lahiri con la seguente motivazione: “La lingua italiana è sempre un personaggio cruciale nella narrativa di Igiaba Scego. Come Primo Levi, Italo Svevo, a altri scrittori di confine che hanno indagato e arricchito l’italiano per via della loro condizione ibrida, Scego, di libro in libro, ha sempre scandagliato l’idioma della sua creatività con massima attenzione. Scrivendo dalla prospettiva di chi conosce l’italiano da dentro e da fuori, ne ha forgiato un linguaggio folgorante, urgente, tutto suo. In Cassandra a Mogadiscio, il cui titolo già segnala un ponte fra mondi, tempi e tradizioni, la politica e il personale si intrecciano, così come si sovrappongono le diverse lingue e realtà dei personaggi. Colpiscono i temi complessi e sempre più attuali dell’appartenenza, della famiglia diasporica, della ricerca delle origini e dello sradicamento. Ma questo romanzo, con intensità e autorevolezza, mette al centro la preminenza della parola: quella che squarcia, che resiste, che restituisce. Questo libro ben equilibrato, anche dirompente, sicuramente il libro più importante che esista, nella letteratura italiana, sulla storia postcoloniale italo-somala, va letto per uscire dal silenzio, dall’oblio e dalla rimozione che distorce la verità di quell’epoca, e per far i conti con il razzismo non solo di una volta ma di oggi. Va letto per rendere contemporanea e sempre rilevante la lotta secolare di donne che hanno da dire ma sono condannate a non essere ascoltate. Sono le parole, dunque, di questa Cassandra testarda ma tenera, vincente e accogliente, vispa e ironica, che conquistano il lettore, e la sua potenza sta nel continuare a esprimersi senza rabbia, solo con convinzione e con lucidità. In questa Cassandra, crediamo”.
Gli incontri del “Caffè Letterario” sono dedicati agli appassionati di letteratura italiana e si tengono in italiano e tedesco, generalmente una volta al mese, e danno la possibilità a chi legge volentieri libri italiani di incontrarsi per discutere su un libro letto a casa e scelto durante il precedente incontro, scambiarsi opinioni, cercare nuove ispirazioni, decidendo insieme i prossimi libri da leggere e discutere. Se siete quindi amanti dei libri e alla ricerca di una nuova ispirazione oppure avete scoperto qualcosa che vi interesserebbe leggere e volete parlarne insieme, allora non fatevi sfuggire le occasioni degli incontri presso l’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo.
Il prossimo incontro si terrà martedì 12 novembre alle ore 19:00. (aise)