Giornata della Memoria: all’IIC New York l’edizione inglese de “Il pane perduto” di Edith Bruck

NEW YORK\ aise\ - Verrà presentata il 25 gennaio, alle ore 18:00, all’Istituto Italiano di Cultura di New York l’edizione in lingua inglese de “Il pane perduto” di Edith Bruck, con cui la scrittrice di origine ungherese ha vinto il Premio Strega Giovani 2021 e il Premio Letterario Viareggio-Rèpaci 2021.
Il libro, intitolato “Lost bread” e tradotto dalla stessa autrice con David Yanoff, sarà presentato dalla studiosa di letteratura Gabriella Romani in conversazione con il direttore dell’Istituto Fabio Finotti.
L’evento è organizzato in collaborazione con il Centro Primo Levi in occasione della Giornata della Memoria 2024.
Basandosi sugli eventi straordinari della sua vita, ne “Il pane perduto” Edith Bruck, sopravvissuta all’Olocausto, racconta la storia di Ditke, una giovane ragazza ebrea che viveva in Ungheria durante la seconda guerra mondiale. Nel 1944, la dodicenne Ditke, i suoi genitori e i suoi fratelli vengono costretti a lasciare la loro casa dai nazisti e mandati in una serie di campi di concentramento, tra cui Auschwitz e Dachau. Sopravvissuta miracolosamente alla guerra con una delle sue sorelle, ma perdendo i genitori e un fratello, Ditke inizia un viaggio tortuoso: prima di ritorno in Ungheria, dove sa di non appartenere, e poi in Israele. Lì svolge vari lavori prima di partire con una compagnia di ballo, in tournée in Turchia, Svizzera e Italia. In Italia, ove trova finalmente una casa e un po’ di pace, si innamora e si sposa.
Scrivendo in prima persona, Edith Bruck chiude “Il pane perduto” indirizzando una lettera a Dio, esprimendo il suo rifiuto dell’odio, il suo amore per la vita e la sua speranza di non perdere mai la memoria o la capacità di continuare a parlare per coloro che morirono nei campi di concentramento nazisti.
Dopo la pubblicazione del libro in Italia, Papa Francesco ha visitato Bruck e l’ha ringraziata per aver testimoniato le atrocità dell’Olocausto.
L’originale italiano, Il pane perduto (2021), è stato finalista al prestigioso Premio Strega.
Uno degli aspetti più notevoli del lavoro di Bruck è l’innovazione impiegata nel raccontare l’Olocausto, spesso utilizzando angolazioni insolite o improbabili per illuminare le sue esperienze personali come prigioniera dei nazisti ed in generale i travagli degli ebrei europei prima, durante e dopo l’Olocausto. (aise)