“Vizita”: l’Italia al Prizren Fest con l’IIC di Tirana

TIRANA\ aise\ - Spazio all’Italia al Prizren Fest, Festival Internazionale del Teatro, dove domenica prossima, 21 luglio, grazie alla collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura di Tirana, andrà in scena lo spettacolo “Vizita” per la regia di Davide Iodice.
Lo spettacolo, che inizierà alle 21.00 al Kino Lumbardhi di Prizren, è una co-produzione di Sardegna Teatro e del Teatro “Migjeni” a Scutari.
“Fu d’improvviso, non si sa per quale motivo, ma lui, ma l’angelo si ritrovò a sorvolare i cieli della terra. Lo sa bene, lo ricorda bene il matto del paese, perché fu il primo a vederlo e l’ultimo a dimenticarlo.
L’angelo sorvola, pieno di stupore, cieli che aveva soltanto sognato o immaginato, fin quando un prete, il prete di quel paese o di quel che ne resta d’un paese, le cui cicatrici della guerra sono ancora visibili, gli spara. Il prete spara all’angelo. Stravolto e sorpreso da questo essere straordinario e dal profondo senso di colpa, il prete si risolve ad accogliere e curare il suo ospite; un angelo, meraviglioso e ambiguo, che osserva con gli occhi della meraviglia quella “vita”, quella vita tutta umana. Una vita, però che lentamente si fa difficile, complessa, complice soprattutto l’ostilità del paese che mal sopporta la visita dello straniero, dell’angelo, stigmatizzandone la sua deformità, la sua diversità. Via via appesantito da umiliazioni e scherno, impossibilitato nel ritorno al paese celeste e “ingabbiato” in quello umano, l’angelo troverà sollievo solo nella musica di un violino, di cui è un sublime esecutore, e “asilo” solo negli occhi e nell’amore di Delia”.
Il testo alla base della partitura scenica trae libera ispirazione da “La Visita Meravigliosa” di Herbert George Wells, visionario precursore di generi e linguaggi, spostando però l’asse del suo interesse dalla satira nei confronti del conformismo e del perbenismo vittoriano, verso una critica più contemporanea, che riguarda soprattutto il modo in cui noi accogliamo “chi viene da fuori”, lo straniero. Che tu sia un immigrato o un angelo, non importa; se non sei come me, se non ti riconosco, allora sei un pericolo. (aise)