“Celio” e “Montezemolo”: nuova frontiera della sanità militare a disposizione del sistema-Paese nella capitale – di Alessandro Butticé

BRUXELLES\ aise\ - Tante sono le cose che nel nostro Paese meritano di essere migliorate e fanno spesso i titoli dei giornali, ma ve ne sono altre che meritano essere raccontate. Anche se fa sempre più rumore un albero che cade, rispetto alla foresta che cresce, pure a quest’ultima deve essere data voce. Perché il disfattismo, che non é mai la critica costruttiva, non aiuta mai nessuno. E dire che tutto va solo male, aiuta a fare andare tutto peggio, mentre bisogna continuare ad indicare certamente le criticità, bisogna farlo anche con le positività che si constatano nel nostro Paese.
Forze Armate modello di efficienza, anche sanitaria
Una di queste positività é costituita, da decenni, dalle nostre Forze Armate, che sono composte di donne e uomini, che, come tali, non sfuggono ai limiti dell’umanità, ma che, nel complesso, restano un’eccellenza a livello nazionale. Ed eccellenza nell’eccellenza è certamente la Sanità militare.
Come dimostrato anche dalla collaborazione che la Sanità militare, ed in particolare il Policlinico Militare del Celio, sta fornendo a Roma al Poliambulatorio Montezemolo della Corte dei Conti. Frutto di questa collaborazione, la realizzazione di una eccellenza sanitaria della Capitale, che sarà oggetto di un capitolo di un’altra raccolta di miei “pensieri in libertà di un patriota italiano europeo”, dove continuerò a distinguere la lana dalla seta, o meglio, le criticità dai virtuosismi, anche tra le persone che costituiscono (indipendentemente da gradi e funzioni) le nostre Forze Armate e di Polizia.
E questo esempio virtuoso mi inorgoglisce anche come militare e finanziere in congedo. Perché ideatore ed artefice principale di questo esempio virtuoso è, da una parte, il Presidente Franco Massi, che è sì il Segretario Generale della Corte dei Conti, ma è anche Cavaliere di Gran Croce OMRI ed ufficiale in congedo delle Fiamme Gialle. Frutto di quella fucina di valori istituzionali che é l’Accademia della Guardia di Finanza.
Mentre, dall’altra, vi é il Direttore del Policlinico Militare del Celio, il Generale Carlo Catalano, Grande Ufficiale OMRI, che é invece frutto del vecchio Nucleo Esercito dell’Accademia di Sanità Militare (NEASMI). Fucina di ufficiali medici dell’Esercito di grandissimo valore.
Il Policlinico Militare di Roma (Celio)
Franco Massi è un amico di cui sono fiero e orgoglioso, come lo sono di tutti gli amici e vecchi colleghi che, dentro e fuori il Corpo, si sono fatti onore, con un grammo di esempio, che vale sempre più di un quintale di parole.
E l’esempio del Presidente Massi é sotto gli occhi di tutti.
Ma é sotto gli occhi di tutti, almeno di chi sa udire anche il rumore discreto della foresta che cresce, e non solo il fragore degli alberi che cadono, anche l’opera del Generale Medico Carlo Catalano.
A tale proposito, ho avuto un’esperienza diretta da raccontare. Vissuta quando, qualche settimana fa, ho dovuto fare ricoverare d’urgenza mio padre (ufficiale dell’Esercito in congedo, di oltre 92 anni) per un ematoma cerebrale, postumo di una caduta.
Dopo una prima scioccante esperienza – nonostante l’impegno del personale medico, meno brillante quello infermieristico - nei gironi infernali del pronto soccorso di un grande ospedale romano, ho optato infatti per il Policlinico Militare del Celio rimanendo impressionato dall’efficienza, dalla professionalità e, soprattutto, dall’umanità e gentilezza di tutto il personale, medico e infermieristico, ma anche dei servizi meno core business, come la vigilanza ed il bar.
È stata una scoperta che mi ha riempito di orgoglio, da militare e figlio di militare, perché la situazione non era la stessa l’ultima volta, qualche decennio fa, che vi avevo messo piede. E da ciò il plauso al suo direttore, Generale Carlo Catalano.
Ho scoperto che al Policlinico Militare hanno diritto alle cure tutti gli appartenenti alle Forze Armate (in servizio e in congedo) e loro familiari di primo grado. Ma anche quelli della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato, ma solo se in servizio. Cosa che, forse, potrebbe essere rivista se i vertici soprattutto della Guardia di Finanza, che fa parte integrante delle Forze Armate, si attivassero per estendere l’accesso anche al personale in congedo delle Fiamme Gialle e loro famiglie. Seppure, al momento, il problema venga superato grazie all’umanitá ed all’apertura di spirito dell’attuale Direttore del Policlinico Militare che ha sempre fatto l’impossibile per accogliere anche il personale in congedo, e loro familiari, di Guardia di Finanza ed altre forze di polizia, anche non militari. Oltre che, in determinati casi, anche pazienti civili. A supporto ed integrazione della rete ospedaliera pubblica romana.
Ho voluto quindi esprimere personalmente la mia gratitudine di cittadino e giornalista, prima che di militare e figlio di militare in congedo, al Generale Catalano. Senza dimenticare tutti i suoi collaboratori che hanno assistito mio padre. Dall’arrivo al Pronto Soccorso, dove é stato accolto dalla gentilissima Capitano di Corvetta Leonardi, al Dipartimento Chirurgico e Reparto neurochirurgico, diretti rispettivamente dal Colonnello Luigi Marrocco e dal Tenente Colonnello Emanuele Piccione. Oltre che, naturalmente, a tutto il loro personale infermieristico. L’attitudine dei quali nulla ha a che fare con l’impressione dell’Esercito che qualcuno potrebbe rischiare di avere dopo aver letto il libro “Il mondo al contrario”, scritto dal generale tutt’ora in servizio Roberto Vannacci, quando si parla di “normalità”, di “diritto all’odio” e altre amenità che non sono affatto contemplate nella Costituzione alla cui osservanza hanno giurato tutti i militari. Normalità che, al Celio, ho visto fare rima soltanto con professionalità ed umanità. Senza alcuna distinzione di genere, razza (il compagno di stanza di mio padre era di colore), tendenze politiche, religiose, ecc.
Quindi, onore e rispetto alla Sanitá Militare di tutte le Forze Armate e, in particolare, al Policlinico Militare del Celio.
Il poliambulatorio della Corte dei Conti “Montezemolo”
Onore, come detto, al Policlinico Militare di Roma anche per il grande supporto prestato al Segretario Generale della Corte di Conti, per la realizzazione del Poliambulatorio “Montezemolo”.
Ubicato a Roma nel sedime della Corte dei conti, e gestito dal personale del Policlinico del Celio, con il concorso anche del Policlinico Umberto I, della ASL Roma 1 e della Croce Rossa Italiana, questo gioiello della sanità romana è nato per implementare compiutamente presso la Corte dei conti (primo caso assoluto tra le pubbliche istituzioni) il PNP 2020/2025. Per poi diventare un vero e proprio hub sanitario di riferimento per tutte le Magistrature italiane e per l'Avvocatura dello Stato.
Al fine di estendere le prestazioni sanitarie a tutti i cittadini, lo stesso Poliambulatorio è poi stato collegato direttamente al sistema sanitario regionale: il recente accreditamento istituzionale alla Regione Lazio, infatti, ha permesso di fornire un contributo concreto e sostanziale anche nell’abbattimento delle liste di attesa regionali, per consentire a qualsiasi assistito di poter fruire – in tempi molto più brevi – degli accertamenti diagnostici di cui necessitano.
La presenza di apparati di ultimissima generazione, unita alle elevate competenze professionali espresse sul campo dal personale sanitario, militare e civile, assicurano un’offerta diagnostica di eccellenza a disposizione del maggior numero possibile di utenti. Inoltre, questa nuova realtà ambulatoriale vanta la presenza di due evoluti algoritmi di intelligenza artificiale (AI), in grado di fornire un supporto clinico- tecnologico per la diagnosi precoce della neoplasia del polmone e della mammella.
Il progetto del “Poliambulatorio Montezemolo” fonda le sue basi sull’accordo, sottoscritto il 21 dicembre 2021, tra lo Stato Maggiore della Difesa e la Corte dei conti. Dettagliato poi in successivi documenti integrativi, sempre a carattere negoziale, sino alla recente decretazione del Ministro della Difesa Guido Crosetto, in data 11 gennaio 2024. Che lo classifica tra gli Enti sanitari militari quale esempio di “buona pratica” per l’intera pubblica amministrazione nell’impiego dei fondi pubblici. Lo stesso si colloca, infatti, tra le rare, se non unica, realtà sanitaria che, con un meccanismo virtuoso di valorizzazione-rimborso delle prestazioni erogate, si autosostiene economicamente per il suo funzionamento complessivo.
La struttura, come già detto, si colloca nel più ampio contesto del Piano Nazionale della Prevenzione (PNP 2020-2025), adottato a seguito dell’esperienza pandemica da Covid-19 in data 6 agosto 2020 e concepito per garantire, al massimo livello possibile, la tutela della salute di tutto il personale, in coerenza con la normativa nazionale relativa al welfare aziendale, coinvolgendo attivamente i datori di lavoro. Lo stesso Piano rappresenta, oggi, lo strumento fondamentale di pianificazione degli interventi di prevenzione e promozione della salute, individuale e collettiva, garantendo la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, attraverso azioni che accompagnano il cittadino nei luoghi in cui vive e, soprattutto, in quelli ove lavora.
La promozione della salute nei luoghi di lavoro (Workplace Health Promotion - WHP) è stata identificata dall’OMS come una delle strategie più efficaci nell’ambito delle politiche di promozione della salute. L’implementazione della WHP può, infatti, produrre potenziali benefici non solo in termini di salute, individuale e collettiva, ma anche nella diminuzione delle assenze dal lavoro, con il relativo potenziamento dell’efficacia amministrativa.
Garantire la sicurezza dei lavoratori ed investire nella loro salute, rappresentano elementi imprescindibili per implementare un vero e proprio benessere lavorativo. Al fine di conseguire tali obiettivi, propri del concetto di Total Worker Health (TWH), lanciato dall’OMS nel 2011, assumono valore prioritario tutte le azioni protese ad aumentare la consapevolezza dell’importanza di “star bene al lavoro”, promuovendo interventi di formazione, informazione, prevenzione e diagnosi precoce.
L’obiettivo della Corte dei Conti, odierno e futuro, è, quindi, quello di perseguire fattivamente tali politiche di Workplace Health Promotion (WHP) e di Total Worker Health (TWH), integrando le azioni di prevenzione dei rischi occupazionali-ambientali con quelle dei rischi individuali, affinché la sorveglianza sanitaria dei lavoratori, effettuata già dal medico competente, dia attuazione ad un percorso scientifico di prevenzione e protezione globale della salute del lavoratore e di ogni altro cittadino.
Policlinico Militare del Celio e Poliambulatorio Montezemolo sono due rondini che, se non fanno primavera, nell’inverno della sanità pubblica romana, ne fanno comunque sperare l’arrivo. Ed io non potevo non segnalarle ai lettori dei miei “pensieri in libertà di un patriota italiano europeo”. (alessandro butticé\aise)