Con lo Ius scholae oltre mezzo milione di nuovi italiani in un quinquennio
ROMA\ aise\ - Si accende il dibattito sulla cittadinanza agli stranieri, e torna in auge il progetto del cosiddetto Ius scholae che prevederebbe il riconoscimento della cittadinanza per i giovani con background migratorio nati in Italia o arrivati prima del compimento di una certa età, che abbiano frequentato regolarmente la scuola italiana per almeno un ciclo scolastico.
Ma quanti sarebbero i potenziali destinatari? E come sono distribuiti sul territorio? Tuttoscuola – organismo accreditato presso il Ministero dell’Istruzione - ha analizzato i dati e ha fatto una proiezione di quanti potrebbero essere gli alunni coinvolti nell’arco di un quinquennio.
La stima varia nell’ipotesi che sia considerato sufficiente un ciclo di 5 anni (coincidente di fatto con la scuola primaria) o se lo Ius scholae venga riconosciuto a chi ha frequentato l’intero primo ciclo del sistema di istruzione italiano, fino alla terza media.
Gli studiosi hanno considerato prudenzialmente questa seconda ipotesi.
Utilizzando gli ultimi dati disponibili pubblicati sul portale Unico del Ministero dell’Istruzione e del Merito, relativi all’anno scolastico 2022-23 e riferiti agli alunni delle scuole statali e paritarie, è possibile definire una stima attendibile del numero di alunni stranieri che potrebbero beneficiare della proposta nel primo anno di applicazione e poi nei successivi quattro, per coprire il primo quinquennio di eventuale applicazione. I dati sono stati approfonditi per area geografica, in quanto l’impatto sarebbe molto differente da regione a regione.
Il calcolo dei potenziali beneficiari dello Ius scholae
Gli studenti che potrebbero avvalersi dello Ius scholae per il primo anno sarebbero quelli iscritti in terza media (ultimo anno del primo ciclo) delle statali e delle paritarie, più quelli iscritti alle superiori (che avrebbero alle spalle già il primo ciclo e beneficerebbero "a ritroso" della ipotizzata nuova norma), e infine gli iscritti ai percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP) gestiti dalle Regioni.
Vediamo il calcolo per ciascuno dei tre gruppi.
In base ai dati dell’anno scolastico 2022-23, su circa 550mila alunni iscritti all’ultimo anno della scuola secondaria di I grado, cioè al termine del primo ciclo di istruzione (che comprende la scuola primaria e la media), gli alunni stranieri erano quasi 55mila. Si può stimare, quindi, che per questo primo gruppo sia questo il numero di stranieri che raggiungerebbero i requisiti per beneficiare dello Ius scholae per il conseguimento della cittadinanza italiana.
Ma nel primo anno di entrata in vigore della ipotizzata norma sullo Ius scholae anche gli studenti stranieri della secondaria di II grado potrebbero vantare il possesso del requisito di frequenza dei due cicli scolastici (scuola primaria e media) conseguito negli anni precedenti. Sono 217.614 studenti di istituti statali e 4.533 di istituti paritari in quella condizione, per un totale complessivo di 222.147 studenti stranieri che vanno ad aggiungersi ai 54.919 del terzo anno di scuola secondaria di I grado.
Dal riepilogo complessivo (iscritti alla terza media e alle superiori) per aree territoriali dei dati relativi a tutti gli studenti stranieri che al 2022-23 avevano alle spalle due cicli scolastici si ricava che circa 5 nuovi concittadini italiani su 6 vivrebbero al centro e al nord (e meno del 15% nel meridione).
Vanno infine considerati anche i corsi IeFP (Istruzione e Formazione Professionale) gestiti dalle Regioni, che accolgono gli alunni dopo la scuola media, e registrano molti iscritti di nazionalità straniera. Si può stimare che complessivamente accolgano circa 35mila giovani stranieri, che si aggiungerebbero quindi a quelli iscritti a scuola.
Pertanto se il Parlamento approverà una legge che prevede per gli alunni stranieri l’acquisizione della cittadinanza italiana, secondo lo Ius scholae per l’intero primo ciclo di istruzione (primaria e secondaria di primo grado), ne beneficerebbero nel primo anno di applicazione circa 310 mila ragazzi.
Una proiezione per il prossimo quinquennio
È interessante valutare l’impatto delle norma in discussione in questi giorni su un arco di tempo più lungo. Nel dettaglio è stato considerato un quinquennio. Vanno quindi considerate ulteriori quattro annualità, che coinvolgerebbero gli studenti iscritti nell’anno scolastico preso a riferimento rispettivamente in seconda media (otterrebbero la cittadinanza nel secondo anno di applicazione della legge), in prima media (terzo anno di applicazione, in quinta primaria (quarto anno di applicazione) e in quarta primaria (quinto anno di applicazione).
Dei 262 mila iscritti tra quarta primaria e seconda media si può stimare che una piccola parte (abbiamo ipotizzato il 5%) non raggiunga per vari motivi la terza media. Si arriva così a 249 mila alunni che raggiungerebbero in questo arco di tempo il traguardo della licenza media e quindi della cittadinanza italiana grazie nello scenario ipotizzato.
Nel quadriennio successivo acquisirebbero quindi i requisiti per ottenere la cittadinanza in base allo Ius scholae altri 250 mila alunni stranieri circa, che si aggiungerebbero ai 310 mila circa del primo anno di applicazione. In totale nel quinquennio i "nuovi italiani" grazie all’ipotizzata misura sarebbero circa 560 mila, secondo la stima di Tuttoscuola: un po’ meno dell’1% della popolazione attualmente residente in Italia, circa l’1,2% degli aventi diritto di voto e circa il 7% della popolazione scolastica complessiva.
Dal momento che gli alunni stranieri in totale sono oggi 935 mila, sei su dieci raggiungerebbero la cittadinanza italiana grazie allo Ius scholae nei primi cinque anni di applicazione.
Forse si respirerebbe una nuova atmosfera nelle aule scolastiche. (aise)