Rapporto Montagne Italia 2025: una nuova vita ad alta quota

ROMA\ aise\ - In un’Italia sempre più segnata dagli effetti del cambiamento climatico, dal sovraffollamento delle città e dall’overtourism, le montagne tornano a essere luoghi di attrazione e rigenerazione. Il nuovo “Rapporto Montagne Italia 2025” (784 pag, 29 euro), curato da UNCEM – Unione nazionale Comuni Comunità Enti montani – e dalla Fondazione Montagne Italia, con il sostegno del Progetto ITALIAE della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed edito da Rubbettino, racconta un’Italia che cambia direzione: fugge (o sogna di farlo) dalle metropoli e risale le alture. Il rapporto è soprattutto una vera e propria miniera di dati, analisi, mappe, testimonianze e politiche, e restituisce una fotografia aggiornata e sorprendente delle aree montane italiane: territori non più percepiti come marginali, ma come veri e propri laboratori di innovazione sociale, ambientale ed economica.
Il lavoro, articolato in oltre 500 pagine, mette in luce il forte impatto che la crisi climatica, l’overtourism e il sovraffollamento urbano stanno avendo sulla vivibilità delle città italiane, portando a un cambio di paradigma residenziale e culturale.
Secondo i dati elaborati nel Rapporto, oltre 100.000 persone hanno scelto negli ultimi anni di trasferirsi in montagna. Una tendenza confermata anche da Nando Pagnoncelli, che nella sua indagine per il Rapporto segnala che il 56% degli italiani intervistati dichiara che andrebbe a vivere in montagna. Una scelta che non è più dettata solo da necessità o “fuga dalla città”, ma da una consapevole ricerca di qualità della vita, servizi di prossimità, ambiente sano e senso di comunità.
Una trasformazione che va letta in chiave sistemica, come afferma Marco Bussone, Presidente nazionale di UNCEM: "il Rapporto Montagne Italia 2025 racconta la capacità di innovazione della montagna italiana. Che affronta le sfide climatica, demografica, economica sociale, in modo diverso rispetto alle aree urbane. Nelle Alpi e negli Appennini sono nate le risposte alle necessità dei territori, che sono sempre comunitarie e mai individuali. Pensiamo alle Cooperative di Comunità, alle Comunità energetiche rinnovabili, alle Associazioni fondiarie, alle Green Community. Soluzioni che fanno bene non solo alle montagne, ma a tutto il Paese. Un lavoro importante che Uncem segue e legge nel Rapporto grazie al Progetto ITALIAE della Presidenza del Consiglio dei Ministri, capace di sostenere gli Enti locali, i Comuni insieme e non da soli, che passano da una logica campanilista al NOI che li proietta nel futuro".
Le montagne italiane, che occupano oltre il 50% della superficie nazionale, sono oggi al centro delle sfide più urgenti e strategiche del Paese: cambiamenti climatici, spopolamento, gestione delle risorse naturali, servizi di prossimità, digitalizzazione, economia verde. Il Rapporto evidenzia come la crisi climatica colpisca prima e più duramente proprio i territori montani, ma sottolinea anche come proprio da queste aree arrivino le risposte più innovative e comunitarie: non soluzioni calate dall’alto, ma percorsi condivisi nati dal basso, capaci di ispirare modelli replicabili anche altrove.
Tra le esperienze virtuose raccontate nel volume ci sono le Comunità energetiche rinnovabili, che promuovono la produzione e l’autoconsumo locale di energia pulita; le Green Community, che aggregano territori montani in progetti di sviluppo sostenibile; le Cooperative di comunità, che presidiano e gestiscono servizi essenziali come scuole, farmacie, trasporti locali; le Associazioni fondiarie, che rimettono in produzione terreni abbandonati generando valore collettivo.
Il Rapporto Montagne Italia 2025 è anche una riflessione politica profonda sulla necessità di nuove forme di governance dei territori, in cui i piccoli comuni non siano più lasciati soli, ma diventino protagonisti attraverso reti di cooperazione. Unicam, attraverso il Progetto ITALIAE, lavora in questa direzione: rafforzare le autonomie locali, superando frammentazioni amministrative, promuovendo una fiscalità differenziata, incentivando la progettazione condivisa.
Infine, il Rapporto evidenzia un tema fondamentale: la montagna non è periferia, ma centro vitale di un’Italia che vuole ritrovare un equilibrio tra crescita, sostenibilità, inclusione sociale e rigenerazione. In un contesto dove le grandi città faticano a rispondere alle nuove domande di abitabilità e benessere, le aree montane emergono come spazi capaci di restituire tempo, relazioni, natura e senso di comunità. (aise)