“Disgelo”: ad Arzignano la personale di Gregorio Botta

VICENZA\ aise\ - È stata inaugurata il 27 febbraio scorso ad Arzignano, vicino Vicenza, la mostra personale di Gregorio Botta (Napoli, 1953) “Disgelo”, che sarà aperta al pubblico sino al 24 aprile negli spazi di Atipografia, l’antica tipografia di famiglia che la fondatrice e direttrice Elena Dal Molin ha trasformato in uno spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea.
La mostra, a cura di Elena dal Molin, presenta un nucleo di opere, quasi tutte inedite e realizzate appositamente per l’occasione. Il fil rouge che le unisce è strettamente legato alla pratica dell’essenziale. Botta lavora sull’atto del togliere, sull’assenza, sulla leggerezza e sulla semplicità delle forme. I suoi lavori sono delicati e intrisi di poesia, allo stesso tempo racchiudendo la forza degli elementi (aria, acqua, terra) e dei materiali (cera, alabastro, ferro), ma anche di ciò che si trova in natura, come le foglie. La mostra tocca quindi alcuni dei temi molto cari alla ricerca della galleria: il silenzio, la lentezza, l’intimità che si crea tra il visitatore e l’opera d’arte presentata.
Disgelo segue la personale di Gregorio Botta alla Fondazione Volume! di Roma, chiusa nel dicembre 2024, e anticipa la prossima esposizione al Museo MAN di Nuoro, in apertura il 21 marzo.
La mostra si inserisce a pieno titolo nella programmazione culturale di Atipografia che combina la vocazione per la realizzazione di progetti site-specific pensati per gli spazi dell’ex tipografia di Arzignano e la forte attenzione nel presentare sul territorio vicentino le voci più interessanti del panorama artistico contemporaneo globale.
Gregorio Botta nasce a Napoli nel 1953, vive e lavora a Roma. Artista di adozione romana, studia all’Accademia di Belle Arti di Roma dove segue i corsi di Toti Scialoja. Dopo la prima personale presso la galleria Segno di Roma nel 1991, riceve grande attenzione dalla critica in occasione di diverse esposizioni in molte gallerie italiane e estere. Una ricerca sull’encausto mette Botta in relazione con la cera, materia che segnerà? a lungo il suo lavoro. Quest’amore iniziale lo porta poi a creare opere con il vetro, il piombo, il ferro, e con elementi naturali quali il fuoco, l’acqua, l’aria. L’arte di disegnare con la luce, con la trasparenza e con la leggerezza gli permette di creare opere sempre più rarefatte che sottolineano un’arte del togliere, e che si pongono al confine della visibilità?. Si tratta di una ricerca di radicale essenzialità? sia negli elementi sia nelle forme. Sue opere appartengono a collezioni pubbliche e private, tra cui: Galleria Nazionale d’Arte Moderna, MAXXI, Macro, Roma; Palazzo delle Esposizioni, Collezione La Farnesina; Madre, Napoli; Mart, Rovereto; Musma, Matera; European Community Bank, Francoforte; Philip Morris, New York.
Ha esposto in numerose gallerie italiane e straniere, nonché in diverse istituzioni pubbliche tra cui: la Fondazione VOLUME! (nel 2009 e nel 2024), a Palazzo Te a Mantova (2014), MAC di Lima (2015) e Mac di Santiago del Chile (2016), al Forte di Bard in Val d’Aosta (2017). Nel 2020 espone alla Galleria Nazionale d’arte Moderna a Roma, nel 2025 è in programma una mostra al MAN di Nuoro. Ha firmato le scenografie di tre spettacoli di Sergio Rubini: Delitto e Castigo, Dracula e Il caso Jekyll. Scrittore e saggista, ha pubblicato per Einaudi Pollock e Rothko, il gesto e il respiro e per Laterza Paul Klee, genio e regolatezza. (aise)