“Ecologies of Resistance”: a Firenze la 15esima edizione del Middle East Now festival

FIRENZE\ aise\ - Middle East Now festival festeggia la 15esima edizione a Firenze dal 15 al 20 ottobre, al Cinema La Compagnia, al Cinema Astra, a Rifugio Digitale e in altri spazi cittadini, con un programma multiforme di eventi, tra cinema, documentari, arte, mostre, food, incontri e progetti culturali in senso più ampio. Il festival - che fa parte del programma 50 Giorni di Cinema a Firenze - da sempre si caratterizza per una forte attenzione all’attualità, al racconto dei fenomeni più nuovi e vibranti delle culture e delle società del Medio Oriente contemporaneo, in un momento come quello attuale in cui il Medio Oriente è drammaticamente più che mai al centro dell’attenzione.
Tema del festival di quest’anno è infatti Ecologies of Resistance e, attraverso il programma cinema, le mostre e i talk, questa edizione rifletterà su questi aspetti cruciali dello stato di crisi attuale, caratterizzato da cambiamenti climatici e devastazioni ecologiche assieme al dramma della guerra, e inviterà a una reazione di resistenza e solidarietà nei confronti delle popolazioni coinvolte.
Sono 34 i film in anteprima (di cui 15 cortometraggi, 12 anteprime italiane, 5 anteprime europee e internazionali), premiati nei migliori festival internazionali. Storie forti, personaggi, i temi caldi dell’attualità nei titoli più recenti provenienti da Medio Oriente e Nord Africa, dalla vasta area che va dal Marocco all’Afganistan. Un programma che farà conoscere al pubblico le culture e le società di questi paesi, con una prospettiva che vuole andare oltre i pregiudizi e i luoghi comuni. Una 15° edizione con tante proiezioni speciali, in cui saranno protagonisti gli oltre 30 tra registi e ospiti invitati a Firenze a presentare i film e approfondirli con il pubblico in sala, e una selezione dei film online nella sala virtuale Più Compagnia in collaborazione con MyMovies.
Tra gli eventi e progetti speciali in programma la mostra “AIR, RIVER, SEA SOIL. A history of an exploited land” curata da Roi Saade, in cui 6 fotografi e artisti raccontano come il dominio coloniale, passato e presente, e lo sfruttamento dell’ambiente abbiano trasformato il Medio Oriente e il Nord Africa, dal 17 ottobre al 3 novembre 2024 presso Rifugio Digitale; lo special guest HAMED SINNO musicista libanese-americano ed ex leader della band cult Mashrou Leila, da sempre attivista per la libertà di parola e sessuale, con la sua performance “Poems of Consumption”; GAZA KITCHEN. Ricette di una cucina sospesa, uno speciale evento – workshop dedicato alla tradizione culinaria di Gaza alla Scuola d’Arte Culinaria Cordon Bleu.
Middle East Now è organizzato dall’associazione culturale Map of Creation, con la direzione artistica di Lisa Chiari e Roberto Ruta, con il sostegno di Fondazione Sistema Toscana per Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione CR Firenze, con il supporto di Gruppo Why the Best Hotels Firenze, Fondazione Niels Stensen, Rifugio Digitale, MyMovies, Ponte33, in partnership con Meltin’Concept, e altre istituzioni e partner locali e internazionali.
Middle East Now fa parte del programma 50 Giorni di Cinema a Firenze. La 50 Giorni è parte del Progetto Triennale Cinema, sostenuto dal Ministero del Turismo e delle istituzioni locali e realizzato grazie al Protocollo d’Intesa tra Comune di Firenze, Regione Toscana e Fondazione Sistema Toscana, Fondazione CR Firenze, Camera di Commercio.
ECOLOGIES OF RESISTANCE: tema dell’edizione 2024
Crisi climatica e guerra sono profondamente intrecciate, due ambiti in cui la lotta è contro le forze che guidano sia la devastazione ecologica che quella umana. La distruzione sistematica a Gaza, sottolinea un modello più ampio di violenza che riecheggia nella storia. È anche parallelo alle crisi ecologiche che si stanno sviluppando a livello globale, tutti indicatori di crisi climatica, come i tragici terremoti in Marocco e Turchia, la tempesta più mortale nella storia registrata in Libia e le ondate di calore estremo in tutto il mondo. I progressi tecnologici legati allo sfruttamento dei combustibili fossili e alla militarizzazione guidano da tempo la distruzione ambientale e umana. Sia la guerra che la distruzione ambientale sono manifestazioni di un sistema capitalista e imperialista che dà priorità al profitto rispetto alla vita, perpetuando cicli di sfruttamento e di declino. La resistenza contro questo duplice assalto è fondamentale. A livello globale, gli attivisti ambientali lottano contro lo stesso sistema di fondo, sostenendo la giustizia ambientale e politiche sostenibili che proteggano gli ecosistemi del pianeta e le comunità che dipendono da essi. Ecco perché alla 15° edizione vogliamo riflettere sullo stato di crisi attuale, approfondire il nostro legame con il mondo naturale, condividere le storie di resistenza quotidiana, e provare, umilmente, a promuovere un futuro più equo.
Highlights cinema
Film di apertura dal Libano oggi, martedì 15 ottobre, è Diaries from Lebanon (Libano, Francia, Qatar, 2024, 110') di Myriam El Hajj, documentario che ha debuttato alla Berlinale e che in forma di diario racconta quattro anni tumultuosi di una nazione in subbuglio, attraverso le ricerche personali di significato e di sopravvivenza dei tre protagonisti, Georges, Joumana e Perla. Tre destini incrociati e tre generazioni che – ciascuno a modo suo, con le armi, con il voto alle elezioni o manifestando per le strade – sono animati dallo stesso profondo desiderio di cambiare un paese malato. Ma con uno stesso dilemma: salvare il mondo o salvare sé stessi?
Il Libano sarà anche protagonista del focus Cronache Libanesi, che Middle East Now dedica a un paese molto fragile e in questo momento coinvolto da una drammatica escalation.
Il Sudan, paese martoriato dalla guerra civile, ma con un grande fermento culturale, sarà protagonista della Closing Night con l'anteprima italiana del film Goodbye Julia (Sudan, Egitto, Germania, Francia, Svezia, Arabia Saudita, 2023, 120’) di Mohamed Kordofani, vincitore del Prix de la Liberté al festival di Cannes, e un cast tutto al femminile. Distrutta dal senso di colpa dopo aver nascosto un omicidio, Mona, una ex cantante del Nord Sudan, con un matrimonio complicato, cerca perdono accogliendo nella sua casa la vedova del defunto del Sud Sudan, Julia, e suo figlio Daniel. Incapace di confessare le sue trasgressioni a Julia, Mona decide di lasciarsi il passato alle spalle e adattarsi a un nuovo status quo, ignara che i disordini del paese potrebbero farsi strada nella sua casa e metterla faccia a faccia con i suoi peccati. Evento in collaborazione con Satine Film.
La Palestina avrà un focus importante, per approfondire un contesto politico, sociale e umano drammaticamente colpito da guerra e devastazioni. Tra i titoli in programma No Other Land (Palestina, Norvegia, 2024, 95') di Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham, Rachel Szor. Documentario acclamato al festival di Berlino, dove ha vinto il premio Miglior Documentario e il Premio del Pubblico, che cattura la realtà straziante dell'occupazione a Masafer Yatta, villaggio a sud di Hebron, attraverso l'improbabile amicizia tra Basel, una giovane attivista palestinese che ha combattuto l'espulsione di massa della sua comunità fin dall'infanzia e Yuval, un giornalista israeliano che si unisce alla sua lotta. Realizzato da un collettivo israelo-palestinese di quattro giovani attivisti, è un atto di resistenza creativa all’occupazione e ricerca di un percorso verso l’uguaglianza e la giustizia.
E poi il lungometraggio To a Land Unknown (UK, Palestina, Francia, Grecia, Olanda, Germania, Qatar, Arabia Saudita, 2024, 105') di Mahdi Fleifel, che ha debuttato a Cannes e nello spirito di “Ladri di Biciclette” racconta la vicenda dei cugini Chatila e Reda, cresciuti in un campo profughi palestinese in Libano e ora bloccati in un triste quartiere di Atene, dove cercano di racimolare soldi per ottenere passaporti falsi e andare in Germania. Quando Reda spreca i suoi risparmi nella sua dipendenza dalla droga, Chatila mette assieme un piano per una pericolosa rapina, per cercare la fuga prima che sia troppo tardi.
In anteprima al festival l’ultimo film del famoso regista e attore palestinese Mohammad Bakri, Janine, Jenin (Palestina, 2024, 60'), a ventuno anni di distanza da “Jenin, Jenin”, il documentario del 2002 censurato in Israele con cui Bakri, attraverso i racconti a caldo dei testimoni palestinesi, denunciava i crimini commessi dall'esercito israeliano durante l'attacco al campo profughi di Jenin, film che gli è valso due processi. Nel 2023, la storia sembra ripetersi: ancora una volta l'esercito israeliano lancia un assalto al campo di Jenin e Bakri, armato della sua telecamera, torna per documentare le conseguenze di questa devastazione. Mohammad Bakri sarà a Firenze come ospite speciale per questa presentazione.
From Ground Zero (Palestina, Francia, Giordania, Qatar, 2024, ‘112) dà voce alla Striscia di Gaza in un film collettivo di ventidue episodi, ideati, scritti e diretti da altrettanti giovani autori palestinesi, chiamati a trovare uno sguardo e una forma personale per raccontare l’orrore quotidiano della guerra e il bisogno di ritrovare una speranza. Un progetto lanciato e supportato da Rashid Masharawi, fra i pionieri della seconda generazione del cinema palestinese e per lungo tempo unico regista attivo di Gaza.
L’Egitto con Back to Alexandria (Francia, Svizzera, Egitto, 2023, ’90) del regista Tamer Ruggli, in cui dopo vent’anni di assenza, Sue – interpretata dalla famosa regista e attrice libanese Nadine Labaki – torna in Egitto sua terra d’origine, per riallacciare i contatti con sua madre Fairouz, eccentrica e bellissima aristocratica interpretata dalla diva francese Fanny Ardant. In un sorprendente viaggio dal Cairo ad Alessandria, Sue si riavvicinerà alla sua famiglia e si confronterà con ricordi al contempo sorprendenti e dolorosi, riconciliandosi con il suo passato per diventare la donna forte e indipendente che è destinata ad essere.
Dall’Arabia Saudita, l'anteprima di Last Party in R. Desert, l’ultimo film del regista pioniere del cinema saudita Mahmoud Sabbagh, protagonista un impresario locale che spinto unicamente dal denaro vaga nei meandri della vita notturna con il suo gruppo musicale, lottando per rimanere a galla, tra conflitti professionali e un cambio epocale della scena culturale. Una black comedy su esaurimento ed ossessione, girata in una lunga notte nell'Arabia Saudita contemporanea.
L’Iran con The Great Yawn of History (Iran, 2024, 93’), lungometraggio d’esordio del talentuoso regista Aliyar Rasti, vincitore del Gran Premio della Giuria alla Berlinale, racconta la storia di un uomo di vacillanti convinzioni religiose che sogna una scatola d'oro nascosta in una grotta. Convinto che la legge islamica gli proibisca di reclamare il tesoro da solo, si rivolge a un non credente per farsi aiutare, dando il via a un arduo viaggio attraverso il paese, sia fisico che spirituale.
E ancora il bellissimo documentario My Stolen Planet (Iran, 2024, 82’) di Faranhaz Sharifi, storia personale in cui la regista all’età di sette anni, si rende conto di vivere su due pianeti: quello degli Ayatollah e un altro, nascosto, dove osa essere sé stessa. Quando acquista una cinepresa il suo mondo cresce, nutrito dalla danza e dalla gioia. A ciò aggiunge gli archivi lasciati dalle famiglie in esilio, creando così un'altra storia del suo Paese.
Tra i film sull’Afghanistan arriva a Firenze Hollywoodgate (Germania, USA, Afganistan, 2023, 93’), documentario pluripremiato del regista Ibrahim Nash'at, che nel corso di un anno segue l’evoluzione di "Hollywood Gate" - ex base della CIA fatta di container pieni di armi da guerra, con le quali i talebani equipaggiano una nuova unità combattente - offrendo uno sguardo senza precedenti sulla rapida ascesa al potere dei Talebani, e smascherando abilmente i giochi di potere e di propaganda dei loro leader.
E ancora Maydegol (Iran, Germania, Francia, 2024, 74’) di Sarvnaz Alambeigi, documentario che ha ricevuto una menzione speciale alla Berlinale nella sezione Generation 14plus, storia di un’adolescente afghana che sfida la tradizione e i pregiudizi in Iran per inseguire il suo sogno di diventare pugile di Muay Thai.
La Siria è rappresentata al festival dall’anteprima di Valley of Exile (Canada, Libano,2023, 107’), debutto nel lungometraggio di Anna Fahr, che ha come protagoniste due sorelle siriane che arrivano nella valle della Bekaa in Libano all’inizio della guerra in Siria, imbarcandosi in un viaggio verso l’esilio che metterà alla prova la loro lealtà verso il proprio paese, la propria famiglia e gli altri.
Dallo Yemen il lungometraggio The Burdened (Yemen, Sudan, Arabia Saudita, 2023, 91) di Amr Gamal, protagonisti Isra’a e Ahmed, che si impegnano con tutte le loro forze ad offrire una vita ed un’educazione normale ai loro tre bambini. Quando scoprono che Isra’a è incinta di nuovo, saranno le loro esigenze familiari a guidare le scelte difficili che dovranno affrontare.
MAD STORIES: 15 years x 15 shorts
Lo speciale showcase di cortometraggi firmato MAD Solutions
MAD Solutions, una delle più importanti realtà nella distribuzione cinematografica e nell'entertainment nel mondo arabo, con cui Middle East Now collabora da tempo, festeggia a Firenze assieme al festival i suoi 15 anni di attività. In programma uno speciale showcase di 15 cortometraggi, distribuiti da MAD Distribution nel corso di questi 15 anni, realizzati da giovani registi emergenti del mondo arabo. Negli ultimi 15 anni, MAD Distribution ha aperto nuovi spazi per i cortometraggi attraverso diversi canali, come cinema e piattaforme di streaming, e si è affermata come punto di riferimento nel settore dell'intrattenimento e del cinema.
Middle East Now - REAL SCREEN 2024
La nuova piattaforma a supporto dei documentari da Medio Oriente e Nord Africa in collaborazione con CLOSE-UP INITIATIVE e BERTA FILMS

Seconda edizione di REAL SCREEN, la speciale presentazione dedicata ai documentari work-in-progress in collaborazione con CLOSE-UP INITIATIVE, il programma che supporta registi emergenti che si impegnano con le loro opere a rappresentare il dialogo, la lotta per la giustizia e la libertà in Medio Oriente e Nord Africa. Durante l’evento - sabato 19 ottobre, dalle ore 10.30 al Cinema La Compagnia - vengono presentati 5 progetti di documentari da Egitto, Kurdistan, Marocco, Siria e Turchia, e nell’occasione i registi potranno interagire col pubblico e con una serie di professionisti dell’industria cinematografica, per avere feedback sui loro progetti e sul percorso di sviluppo. Una giuria selezionata di professionisti assegna il REAL SCREEN AWARD 2024, per lo sviluppo del progetto più promettente, assegnato grazie anche al contributo di Power Rent. Un’occasione per il pubblico del festival di partecipare all’anteprima assoluta di storie uniche che diventeranno un film. Progetto realizzato in collaborazione con Berta Films.
Tra gli eventi e progetti speciali di questa edizione, la mostra “AIR, RIVER, SEA SOIL. A history of an exploited land”, dal 18 ottobre al 3 novembre 2024 presso Rifugio Digitale (Via della Fornace, 41). La mostra racconta come il dominio coloniale - passato e presente, gli spostamenti forzati delle popolazioni, l’espropriazione delle terre, i disordini politici, le spinte capitalistiche, le guerre e i conflitti abbiano trasformato il Medio Oriente e il Nord Africa in un insieme di territori sorvegliati e militarizzati, che dividono le comunità, ne bloccano i movimenti e le alienano dalle loro relazioni con la terra. Mentre l'ordine mondiale capitalista e colonialista continua a estrarre vigorosamente le risorse naturali della terra per trarne profitto, le comunità locali sono costrette a vivere in condizioni di continua precarietà e abbandono. Un fenomeno raccontato attraverso il lavoro di 6 fotografi e artisti.
Partendo dal Nord Africa e in particolare dalla Tunisia nord-occidentale, Zied Ben Romdhane con Lost in Moments ci introduce alle condizioni di vita degli abitanti dei villaggi della regione di Jenouba che lottano per accedere all'acqua potabile. Da lì ci dirigiamo in Egitto a ovest di Alessandria d'Egitto, dove Mohamed Mahdy con Moon Dust documenta gli effetti dell'inquinamento atmosferico generato da una fabbrica di cemento e le sue minacciose conseguenze sulla salute degli abitanti di Wadi El Qamar (Valle della Luna). Attraversando la Palestina, Canada Park di Razan Alsalah affronta il rapporto tra esilio e colonialismo recuperando tre villaggi palestinesi rasi al suolo dalle forze di occupazione israeliane. Spostandoci a est, verso la Giordania, Infertile Crescent di Nadia Bseiso indaga la terra arida e bruciata della moderna mappa giordana e gli impatti ambientali che i confini creati dall'uomo hanno avuto sull'ambiente di questa regione un tempo fertile. Da lì ci dirigiamo in Libano, dove il progetto The Epic of Dalieh di Roï Saade racconta la privatizzazione illegale della terra e del mare a Beirut, tracciando parallelismi con un'antica epopea. Infine, arriviamo in Iraq, dove Tamara Abdul Hadi con Re-imagining. Return to the Marshes offre un modo per reimmaginare e rivendicare le narrazioni delle persone e delle zone umide dell'Iraq meridionale, note come Al-Ahwar.
Special guest HAMED SINNO con la performance “Poems of Consumption”
La serata di apertura del festival vedrà la partecipazione speciale di Hamed Sinno, compositore, scrittore, performer e attivista per i diritti umani, libanese basato a New York, che è stato tra i fondatori e frontman dei Mashrou Leila, band indie cult dal 2008 in prima linea nel dibattito pubblico su libertà di parola e libertà sessuale in Medio Oriente. “Poems of Consumption” è un ciclo di canzoni che utilizza la poesia, scritta in uno stile simile alle recensioni pubblicate online dai clienti di Amazon, ispirata al realismo capitalista di Mark Fisher. La poesia copre temi come la noia, il consumo eccessivo, il crepacuore, i boicottaggi e l'orientalismo, ed è accompagnata dall'elettronica iper-pop creata dai suoni del consumismo.
La collaborazione con NÖL Collective
NÖL è un collettivo interdisciplinare di moda femminista e con una forte connotazione sociale, che nasce nel cuore dalla Palestina. Nato come un'iniziativa locale, Nöl Collective è molto più di un semplice brand di moda: lavora all'intersezione tra femminismo, cultura palestinese, moda etica e giustizia sociale. Nöl produce la sua linea di abbigliamento e accessori grazie al lavoro di piccole imprese a conduzione familiare e cooperative di donne in Cisgiordania e Gaza, sostenendo la produzione, il talento e l'artigianato locali. Tutto questo con una forte carica di innovazione nel design. Il festival presenta il progetto Nöl Collective a Firenze con una speciale tote bag pensata per Middle East Now, un’installazione shop nei giorni del festival, che sia anche di raccolta fondi a sostegno delle donne coinvolte nel progetto, e una presentazione con la fondatrice.
Teatro “INUMANA. Cos'è un uomo senza la libertà”
di Laura Silvia Battaglia e Rossella Spinosa
Inumana è un melologo in un atto per pianoforte e voce di Rossella Spinosa e Laura Silvia Battaglia, giornalista e documentarista, reporter in aree di crisi specializzata in Medio Oriente e docente in diverse istituzioni italiane ed europee. Cos’è un uomo senza la libertà e in stretto dialogo con la tragica complessità del presente? Il melologo è incentrato sull’attuale situazione del conflitto mediorientale. Attraverso le storie di cinque persone le cui vite sono state segnate dalla guerra - una donna palestinese sepolta sotto le macerie della sua casa bombardata, una giovane ebrea prigioniera di Hamas, un soldato israeliano in un tunnel sotterraneo alla ricerca del nemico, un miliziano di al Qassam in bilico tra attacco e fuga, e un bambino, tra la vita e la morte, in una sala operatoria improvvisata - il pianoforte e la voce recitante si fondono per dare vita a un racconto che indaga la condizione umana privata della libertà, esplorando cosa resta di noi quando ci troviamo di fronte all'“inumano”.
Speciale food:
GAZA KITCHEN: ricette di una cucina sospesa - workshop culinario con Fidaa I A Abuhamdiya e Silvia Chiarantini, autrici di "Pop Palestine”
In occasione della nuova edizione del libro “Pop Palestine. Viaggio nella cucina popolare palestinese" (Meltemi Editore) di Fidaa Abuhamdiya e Silvia Chiarantini, diario di viaggio tra mercati affollati, ricette prelibate, tradizioni, feste e accoglienza, il festival propone uno speciale workshop culinario dedicato alla tradizione culinaria di Gaza e una speciale presentazione del libro. Fidaa I A Abuhamdiya è foodwriter, interprete e docente, promuove la cultura e la storia palestinese attraverso eventi e tour enogastronomici in Palestina. Silvia Chiarantini è una foodwriter appassionata di storia e cultura del Medio Oriente.
E ancora: il Bookshop dedicato al tema Ecologies of Resistance
Il festival presenterà una nuova edizione della sua libreria-installazione al Cinema La Compagnia, progettata dal gruppo di architetti Archivio Personale, e che si ispira al tema del festival, proponendo un viaggio letterario tra i romanzi e saggi che maggiormente esprimono il concetto di resistenza e solidarietà allo sfruttamento e alle devastazioni ambientali e dovute alle guerre. La selezione dei libri è stata curata ArabPop. Il bookshop è realizzato incollaborazione con In collaborazione con la Libreria L’Ornitorinco di Firenze.
FESTIVAL TALKS 2024 – IL PUNTO DELLE 19.30
Anche a questa edizione un programma ricco di conversazioni, dibattiti, presentazioni di libri e approfondimenti su temi forti e di attualità, coordinati da Laura Silvia Battaglia e Giuseppe Alizzi.
Il festival invita sul palco del Cinema La Compagnia esperti, autori, giornalisti, saggisti, fumettisti, artisti a parlare del Medio Oriente di oggi e di alcuni dei suoi temi d'attualità più caldi. Ecco i temi dei talk di questa edizione: (mercoledì 16 - ore 19:30) Cronache libanesi: tra fragilità e resistenza con la regista Myrial El Hajj in conversazione con il giornalista Lorenzo Trombetta; (giovedì 17 - ore 19:30) Dio, patria, donna, famiglia in tempi di guerra. E l’amore?, la guerra devasta tutto: persone, comunità, valori, il regista Ahmed al Daraj (Iraq, film Hanging Gardens), il regista Amr Gamal (Yemen, film The Burdened) e il produttore Mohsen Alkhalifi raccontano queste storie toccanti, esplorando come l’amore sopravviva e risani in mezzo alla distruzione; (venerdì 18 – ore 19.30) il talk ispirato dal tema Ecologies of Resistance: storie di territori sfruttati e resistenza, intervengono Roï Saade (Libano) curatore della mostra “AIR, RIVER, SEA SOIL. A history of an exploited land”, Eva Ziedan (Siria) esperta di gestione delle risorse e del patrimonio culturale in aree di conflitto, Rosita Di Peri docente di Culture, Politica e Società del Medio Oriente; (domenica 20, ore 11:30) Hogra aw sabr. Di fronte ai diritti (negati), ci vuole rabbia o pazienza?, i diritti umani fondamentali – casa, lavoro, libertà di movimento e di parola – sono spesso negati in Medio Oriente, dove l’eredità del colonialismo continua a influenzare profondamente le vite delle persone. (aise)