Il “Meridiano” di Sergio Fermariello da Lugano a Verona

LUGANO\ aise\ - Per la prima volta KROMYA Art Gallery presenta una mostra personale distribuita nelle due sedi di Lugano e Verona. Protagonista è l'artista Sergio Fermariello (Napoli, 1961), noto per aver fatto del guerriero armato di lancia il proprio segno di riconoscimento.
Curata da Demetrio Paparoni, l'esposizione è stata inaugurata oggi, martedì 17 settembre, nella sede di Lugano e lo sarà sabato, 20 settembre, nella sede di Verona. L'artista e il curatore presenziano ad entrambi gli opening. Entrambe le mostre saranno aperte al pubblico sino al 16 novembre.
Il titolo della mostra - Meridiano - fa riferimento ad un luogo mentale, ad un orizzonte di intenti, all'attitudine di un emisfero che detta tempi lenti. Attraverso la reiterazione del segno, l'artista infatti scolpisce il tempo, una delle più grandi ricchezze del presente.
“Sin dai suoi esordi, il lavoro di Sergio Fermariello è caratterizzato da una malinconia che fa da propellente alla ricerca di una memoria perduta, necessaria alla ridefinizione dell'identità personale e collettiva”, ha scritto di lui Demetrio Paparoni. “A partire da questa condizione d'animo, Fermariello ha avviato, ancora studente, un processo di sintesi della figura umana che lo ha portato a stilizzarla in pochi tratti essenziali e a trovare nell'immagine del guerriero l'espressione dell'essenza dell'uomo. Il guerriero è l'espressione di un segno controllato, ossessivo, ripetuto come un mantra all'infinito nella speranza che alla fine accada qualcosa di talmente estremo da rappresentare un punto di morte necessario perché ci sia una rinascita. L'omino stilizzato è l'artista con il pennello in mano che, diventato guerriero, ripete ossessivamente il proprio consenso a quello che sta facendo. È lì a difendere l'idea che l'artista è sempre impegnato a combattere la propria battaglia. In quest'ottica il suo significato sta nel segno stesso che lo compone”.
“Nella mia pratica coltivo il segno sino al parossismo, secondo una coazione a ripetere che va oltre il principio del piacere”, dichiara Sergio Fermariello. “Non mi interessa il significato, anche se nella figura del guerriero sono presenti numerose simbologie. Il mio intento è recuperare questo archetipo, che in passato si sarebbe trasformato in una divinità, per restituire il senso di appartenenza ad un destino maggiore, che non ci tradisce e che ci sintonizza con il sé di gruppo in un unico atto creativo”.
Il percorso espositivo, articolato nelle due sedi di Lugano e Verona, comprende una trentina di opere di recente produzione, molte delle quali inedite. Oltre alle tele su acciaio, che a volte si presentano come bassorilievi, e agli acrilici su carta, la mostra comprende anche una Tela scrittura, ovvero un'opera disegnata nel tempo in cui il segno visto a distanza diviene astrazione, e una scultura totemica virata nell'arancio. A tracciare un'ideale ponte tra le due sedi è la scultura denominata Knot, composta da due tubi di ferro zincato che presentano al centro una strozzatura, un nodo che rallenta la discesa dell'acqua, alludendo ad altre possibili strade e vie d'uscita.
Nel corso della mostra sarà pubblicato un catalogo disponibile in Galleria con un testo critico inedito di Demetrio Paparoni e la documentazione delle opere esposte. (aise)