“Iperluce italiana”: a Tokyo “Il genio riflettente di Getulio Alviani”

TOKYO\ aise\ - Si è aperta il 2 ottobre scorso all’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo la mostra “Iperluce Italiana. Il Genio Riflettente di Getulio Alviani”, un omaggio a una delle figure più significative dell’arte programmata e cinetica del Novecento.
L’esposizione presenta sino al 4 novembre una selezione di circa cinquanta opere che ripercorrono i momenti salienti della ricerca dell’artista: dalle celebri Superfici a testura vibratile alle Interrelazioni speculari, fino alle sperimentazioni geometriche e cromatiche degli anni Settanta e Ottanta.
Artista rigoroso e teorico, innovatore e sperimentatore, Getulio Alviani ha saputo estendere i confini della percezione visiva, trasformando lo spettatore in parte attiva dell’opera. Il suo approccio multidisciplinare ha influenzato profondamente il dialogo tra arte, scienza, architettura e design.
Già invitato in diverse occasioni in Giappone – tra Biennali internazionali della grafica e progetti accademici –, Alviani ha promosso un proficuo scambio culturale tra Italia e Giappone, contribuendo alla diffusione dell’arte concreta e programmata a livello internazionale.
La mostra offre al pubblico giapponese l’opportunità di scoprire il percorso visivo di uno dei protagonisti assoluti della ricerca astratta e ottico-percettiva del XX secolo.
Organizzata dal Centro studi, archivio e ricerche Getulio Alviani e dall’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia, la mostra è curata da Diora Fraglica Alviani, con il coordinamento generale di Valentina Manfredi.
Getulio Alviani (1939–2018) è stato uno dei protagonisti dell’arte cinetica e programmata italiana. Nato a Udine, inizia giovanissimo a lavorare nel campo delle arti visive, concentrandosi su superfici metalliche riflettenti, che evolverà in superfici a struttura vibratile, capaci di modificarsi con la luce e il movimento. Figura centrale del movimento internazionale Nove Tendencije, espone fin dagli anni ’60 in prestigiose sedi internazionali come il MoMA di New York, la Biennale di Venezia e il Grand Palais di Parigi. Attivo anche nella moda “op”, nella grafica e nell’insegnamento, fu promotore di una visione artistica integrata con l’ambiente e l’architettura. Negli anni ’80 dirige il museo d’arte moderna di Ciudad Bolivar (Venezuela), dedicandosi alla diffusione dell’arte costruttiva. Negli ultimi anni si concentra su progetti architettonici e sull’attività critica e curatoriale, dedicata ai maestri dell’arte concreta e visiva. Muore a Milano nel 2018, lasciando un’eredità di ricerca e innovazione che continua a ispirare l’arte contemporanea.
Diora Fraglica Alviani è artista visiva, scenografa, scultrice ed editrice, oggi Presidente del centro studi archivio e ricerche getulio alviani. Dopo la formazione all’Accademia di Brera, si laurea in Comunicazione per i beni culturali e si specializza in psicologia della percezione. Collabora con il mondo della moda e dell’arte fin dagli anni ’90, firmando progetti scenografici ed editoriali. Dal 2003 nasce un sodalizio artistico con Getulio Alviani, che la porta a operare nel campo dell’arte concreta e cinetica, anche in dialogo con artisti come Agam, Castellani, Pistoletto e i fondatori delle Nove Tendencije. Cura e promuove mostre, installazioni, edizioni d’arte e ricerche visive in Italia e all’estero. Negli anni recenti ha curato importanti retrospettive di Alviani (Venezia, Colnaghi New York, Farsettiarte), eventi internazionali come Responsive Vision (Taiwan, 2024) e continua a coniugare ricerca artistica, design e memoria storica con un approccio interdisciplinare. (aise)